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Weekend a Lisbona: fado, miradouro e ginjinha

“Ogni uomo venuto a Lisbona è al tempo stesso colpito dalla incomparabile bellezza del bacino del Tago, dal panorama che è possibile ammirare dalla sommità dei suoi sette colli, dai suoi giardini e monumenti, dalle sue più antiche strade e più recenti arterie”. Questa frase di Fernando Pessoa contenuta nel libro “Lisbona: quello che il turista deve vedere” racchiude perfettamente l’essenza di una città magica, come è ben visibile dalle immagini scattate da Serenella Mancini e Valerio Bellucci. Scritta nel 1925 dal più grande scrittore portoghese del Novecento, la guida è utile ancora oggi per accompagnare il lettore alla scoperta di una delle più affascinanti e misteriose capitali europee. Pessoa si trova lì, di fronte alla Brasileira do Chiado, pronto a farsi fotografare dai turisti armati di smartphone e macchina fotografica che sgomitano per avere un’immagine insieme alla statua del poeta.

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Azulejos (foto di S. Mancini e V. Bellucci)

Un volo su Ryanair, una casa su Airbnb e il gioco è fatto. Per quattro giorni conditi da sole e temperature miti bastano solo 150 euro. La casa di Daniel è consigliata soprattutto per la posizione, nel cuore di Alfama, lo storico quartiere dove per le stradine è possibile ascoltare il fado ad ogni ora. Da qui si raggiunge il Castelo de São Jorge con una passeggiata per i tortuosi vicoli acciottolati che si inerpicano verso i punti panoramici (i miradouro) e la tavolozza delle case con le caratteristiche piastrelle colorate. Gli azulejos sono le meravigliose ceramiche, piastrelle colorate e disegnate che decorano i palazzi e i monumenti della capitale portoghese. Nacquero nel XV secolo grazie all’ingegno dei vasai che per rendere più facile l’uso dell’argilla la ritagliavano in quadrati che poi venivano dipinti con colori vivaci come il blu cobalto, il giallo, il rosso, il verde e il bianco.

Castelo de São Jorge

La giornata inizia con la colazione nella piazza davanti al Museu Do Fado con cappuccino e pasteis de nata, ottimi dolci con la crema. Dopo essersi rifocillati per bene ci si può dirigere su per le stradine di Alfama, passando accanto ai ristorantini tipici o ai baretti in cui si gusta la ginjinha, tipico liquore all’amarena. Fino a raggiungere la salita dove passa, lenta e scricchiolante, la vecchia gloria del tram 28 che porta fino all’entrata dell’antica cittadella e del castello (parte da Praça Martim Moniz). Questo tram centenario e un po’ sgangherato si riconosce dal colore giallo e dalle rifiniture in legno, in 40 minuti permette di fare un tour indimenticabile della città, ma è consigliabile prenderlo in orari poco battuti, è spesso strapieno di turisti. Da Rua de Santiago si sale fino ad un arco, oltrepassato il quale si trova la biglietteria (8,50 euro il prezzo intero per la visita al Castello). La passeggiata nei giardini e la vista mozzafiato su Lisbona valgono il prezzo del biglietto, mentre all’interno non c’è granché da vedere tranne la Torre di Ulisse: una camera oscura con un periscopio che permette una visuale a 360 gradi sulla città.

lisbona dolci alla Confeitaria Nacional
Confeitaria Nacional (foto di S. Mancini e V. Bellucci)

Praça do Comércio

Riscendendo giù per le viette in direzione Praça da Figueira, la fame comincia a farsi sentire ed ecco un posticino romantico. Da “Chapitô”, “una delle sette terrazze più belle del mondo” come riporta la scritta all’entrata, si può gustare un pranzo veloce (sui 15 euro) con un miradouro d’eccezione. Altrimenti arrivati a Placa Dom Pedro IV (fermata metro Rossio) si trova il piccolo locale “La Tendihna” che offre il baccalà in tutte le salse (il baccalau è il piatto tipico portoghese), da non perdere i supplì di baccalà, accompagnati da birra del posto, la Super Bock o la Sagres (6/8 euro). Per chi ha voglia di un dolce basta continuare sulla stessa strada e poco dopo si noteranno le grandi finestre della Confeitaria Nacional che dal 1829 con le sue prelibatezze all’uovo e mandorle, le torte e gli inevitabili pasteis de nata fanno venire l’acquolina in bocca a turisti e portoghesi. Belle le sale interne decorate in legno e stucchi. Da qui si può prendere Rua Augusta fino a Praça do Comércio. Come porta di accesso alla piazza c’è un arco su cui si può salire (2,50 euro) per ammirare l’ennesimo panorama della città da una diversa prospettiva. Per riposarsi un po’ dopo lunghe camminate cosa c’è di meglio di una birra artigianale al Museu da Cerveja? Con i tavoli sulla piazza, le birre provengono non solo dal Portogallo ma anche da paesi “amici” come Angola, Brasile, Mozambico, Capo Verde, São Tomé e Principe, Guinea-Bissau. Da non perdere poi il Convento do Carmo, un convento gotico che crollò in gran parte per il violento terremoto del 1755. La navata collassò durante il sisma e ora archi e colonne sono esposti agli agenti atmosferici.

Per concludere in bellezza la giornata con una cena abbastanza economica si consigliano due opzioni: la prima è “Grelhador de Alfama”, un ristorantino che si riconosce seguendo la scia del fumo e del profumo della griglia e offre solo il pesce pescato del giorno o carne, rigorosamente cotti alla griglia, con annessi assaggini iniziali fatti di formaggi e salsiccia piccante. Il secondo è sempre ad Alfama, si chiama “A Muralha Tasca Tipica” in Rua Jardim do Tabaco per assaggiare un’orata grigliata, il baccalau o carne con patate e verdure insieme a vini portoghesi. E per digerire il tutto ci vuole un’acquavite tipica “la agua ardiente“, il nome è tutto un programma o una buona ginjinha.

Ginjinha

Con un sottofondo di note del fado e una brezza che soffia dal Tago, non si può non assaggiare questo liquore all’amarena chiamato anche ginjia. Allo stesso tempo dolce e speziato, una volta assaggiato non se ne può più fare a meno. La si trova un po’ ovunque ma farsi qualche cicchetto lungo le vie di Alfama nei piccoli bar magari scambiando due chiacchiere con gli abitanti del luogo rende tutto speciale.

weekend a lisbona oceanario
Oceanario (foto di S. Mancini e V. Bellucci)

Parque das Nações

La linea rossa della metropolitana porta dritti dal centro alla Gare do Oriente in 20 minuti e le corse sono molto frequenti, e, cosa non indifferente per i fissati della connessione internet, ogni stazione ha il wi-fi free. Usciti dalla stazione sembra lontano il fascino decadente e romantico di Lisbona. Ma si è come proiettati in una piccola San Francisco. L’Expo 1998 ha proiettato infatti la città nel XXI secolo. Nel moderno quartiere svettano grattacieli, avveniristiche sale da concerto, sculture in ferro e fontane, il lungo ponte Vasco da Gama sul fiume che sembra più un mare, tanto verde e il secondo acquario più grande d’Europa. L’Oceanàrio è assolutamente da visitare (biglietto intero 14 euro). Qui vivono nel loro habitat naturale 8.000 specie di pesci che sguazzano in 7 milioni di litri di acqua marina. La gigantesca vasca centrale ospita squali toro, razze enormi, mente, pesci palla e pesci luna, banchi di pesci neon e altre rare varietà di organismi acquatici. Attrazione principale sono anche le dolci lontre marine, i pinguini sul ghiaccio, le meduse e i cavallucci marini che nuotano nelle vasche del livello subacqueo. Prendendo la teleferica che collega la Torre Vasco da Gama all’Oceanario si può ammirare il panorama a volo d’uccello sullo skyline del Parco delle Nazioni e sul Tago.

Torre di Belém lisbona
Torre di Belém (foto di S. Mancini e V. Bellucci)

Belém

Per l’ultima tappa del weekend portoghese non poteva mancare il borgo fluviale di Santa Maria de Belém. Un salto indietro nel tempo, all’epoca delle grandi esplorazioni. Al tramonto la gente diminuisce, e la torre e il monastero si tingono di luce dorata. La Torre e il Monastero dei Jerònimos sono patrimoni dell’umanità Unesco. La prima è una fortezza che si affaccia sul fiume Tago progettata nel 1515 per difendere il porto di Lisbona. Il secondo è stato costruito nel 1501 per rendere omaggio alla scoperta della rotta per le Indie a opera di Vasco da Gama. Dopo la visita a questi due imponenti monumenti è d’obbligo un passaggio alla pasticceria “Casa Pastéis de Belém“, la migliore della città per degustare degli ottimi e caldi pasteis de nata, le famose tartellette alla crema con un ingrediente segreto. Uno non basterà a saziarvi. Inoltre il laboratorio dove vengono prodotti i dolci è a vista e le sale interne mettono in mostra gli attrezzi di una volta.

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Sara Sbaffi

Romana, classe 1982. Giornalista pubblicista dal 2009. Appassionata di viaggi ed enogastronomia. Collaboro con le Guide di Repubblica e il Trovaroma.


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Ponax
8 anni fa

Ho visitato Lisbona qualche anno fa ed è stata una piacevolissima sorpresa. Ci sono alcune cose che non scorderò più, come i palazzi ricoperti di azulejos, la torre di Belem, gli squisiti “pasteles de nata” e il ristorante Bota Alta, nel “bairro alto” con le innumerevoli proposte di piatti a base di baccalà.
Secondo me è una delle capitali europee più suggestive.

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