
Visitare Dublino durante la festa di San Patrizio
In Dublin’s fair city,
where the girls are so pretty,
I first set my eyes on sweet Molly Malone,
As she wheeled her wheel-barrow,
Through streets broad and narrow,
Crying, “Cockles and mussels, alive, alive, oh!”“Alive, alive, oh,
Alive, alive, oh”,
Crying “Cockles and mussels, alive, alive, oh”.She was a fishmonger,
And sure ‘twas no wonder,
For so were her father and mother before,
And they each wheeled their barrow,
Through streets broad and narrow,
Crying, “Cockles and mussels, alive, alive, oh!”She died of a fever,
And no one could save her,
And that was the end of sweet Molly Malone.
Now her ghost wheels her barrow,
Through streets broad and narrow,
Crying, “Cockles and mussels, alive, alive, oh!”
È proprio questa la canzone che mi sono portato dietro dal mio fantastico viaggio a Dublino. Quante volte cantata e sentita suonare nei pub di Temple bar, sorseggiando una Guinness (anzi forse più di una!), e durante il Saint Patrick’s Day. In Irlanda ci ho lasciato il cuore. Mi son subito innamorato di questa terra, di questa cultura, di questo popolo e di questa gente con il loro inglese totalmente differente da quello inglese.
Ho avuto la fortuna di fare una bella vacanza a Dublino la scorsa primavera, in concomitanza con la sentitissima festa di San Patrizio. Devo dire che i collegamenti da e per l’Italia sono frequenti e ben strutturati sia con la compagnia low cost Ryanair (che è proprio di Dublino), che con la compagnia irlandese Aerlingus (la più antica compagnia aerea irlandese, che deve il suo nome da Aer Loingeas che letteralmente significa “flotta aerea” ).
Con un volo diretto arrivo all’aeroporto di Dublino, che si trova non lontano dal centro della città stessa. Difatti, per recarmi in centro, prendo un bus cittadino (il numero 16 della Dublin Bus, a due piani) e con 2,20 Euro, il costo del tragitto più lungo, arrivo dopo mezz’oretta in centro. Il prezzo del biglietto può variare dalla tratta che si percorre. Così potresti pagare 1,70 Euro (tratta più breve), oppure 2,00 Euro. Consiglio a tutti i prossimi viaggiatori per Dublino: portatevi sempre delle monete per pagare il bus. L’autista non dà resto. Mi spiego meglio: le monete non vanno date all’autista, ma inserite all’interno di una macchinetta che vi consegnerà una ricevuta che funge da ticket. Se non avete le monete giuste, la macchinetta non vi restituirà il resto, ma un’altra ricevuta con la quale dovete andare presso la sede della società che gestisce i bus cittadini (che si trova in O’Connell Street, ) e farvi restituire il resto. Un’altra cosa; se non sapete il costo della tratta, basta che diciate all’autista il nome della via e lui vi dirà l’esatto importo.
Scendo in O’Connell Street, e tiro fuori subito il mio kway, inizia a piovere! E pensare che un’oretta prima c’era il sole, come scoprirò lungo il mio viaggio, e come dicono loro stessi: in un giorno ci sono le quattro stagioni! E poi: sempre vestirsi a cipolla.
O’Connell Street è la strada più famosa di Dublino per tantissimi motivi. Si trovano una miriade di negozi, ristornati, pub, fast food, negozi di souvenir, hotel, palazzi neoclassici, grandi magazzini, la libreria più grande che io abbia mai visto (puoi andare, prendere un libro dallo scaffale e leggerlo comodamente seduto su un divanetto). O’Connell Street si estende per circa 500 metri e prende il nome dalla statua in bronzo del leader nazionalista, Daniel O’Connell leader dell’emancipazione irlandese, collocata all’inizio della via stessa. Un’altra caratterista della via è la famosissima “The Spire”. Si tratta di uno spillone-ago alto ben 120 metri, costruito dove una volta c’era la Colonna di Nelson, poi distrutta dall’IRA. Tanti giovani dublinesi si danno appuntamento proprio a The Spire, funge così da punto d’incontro. O’Connell Street va ricordata anche per i tragici eventi accaduti atrono al 196. Vi sono anche altre statue che caratterizzano la via: William Smith O’Brien; John Larkin, sindacalista.
Con la mia cartina in mano proseguo su O’Connell Street e svolto all’altezza di Earl Street North, dove trovo la statua di James Joyce, in bronzo e ad altezza naturale. James indossa i suoi classici occhiali, cappello e si appoggia a un bastone, tenendo una mano in tasca. Da ricordare anche il James Joyce Centre, che contiene numerose raccolte di opere famose dell’artista, romanzi, foto.
Ritorno su O’Connell Street ed entro in qualche negozio di souvenir dove trovo gli oggetti tipici di Dublino e in generale dell’Irlanda: le t-shirt della Guiness, i boccali da mezzo litro per la birra, i leprechaun, piccoli folletti vestiti di verde barbuti, dediti allo scherzo e ai giochi, che vivevano in Irlanda prima dell’arrivo dei celti, cd di musica folk irlandese. Avendo una varietà di scelte, mi reco in un piccolo ristorantino dove si mangia il tipico piatto irlandese: Fish and Chips!
Mi siedo in un tavolo da cui posso osservare la strada e le persone che la percorrono. Una volta ordinato, rimango impalato a guardare il passeggiare delle persone, europei, asiatici, americani. Un vero e proprio melting pot di razze, di culture, di stili di vita. Ecco che arriva il mio piatto ancora fumante. Che delizia! Da buon italiano, prendo anche il caffè, ma qui sono abituati al tipo americano.
Intanto smette di piovere e così, rimetto il mio kway dentro il mio zaino. Completo O’Connell Street, attraverso il ponte dove passa il fiume Liffey River. Lungo il fiume vi sono i famosi boardwalk dove passeggiare.
Arrivo alla prestigiosa Università Trinity College, risalente al 1592, fondata dalla regina Elisabetta I, che si trova di fronte alla sede della Bank of Ireland. Trinity College affollata di studenti, ma anche e soprattutto di turisti curiosi e non, che entrano per visitarla. Studenti famosi che frequentarono il college furono Oscar Wilde, Bram Stoker. Attraversato un piccolo corridoio, si arriva al Campus. Qui all’interno, nella Long Room, si trova la biblioteca che contiene numerosi e preziosi testi, manoscritti, fra cui il più importante è il Book of Kells. Esso riporta Vangeli e altri testi sacri in latino. Altri simboli del college sono il campanile alto 30 metri; la sfera realizzata da Arnaldo Pomodoro. La visita al college è stupenda, sembra quasi di rivivere ai tempi di Oscar Wilde.
Sono le 18 circa, ormai è buio, gli uffici ed i negozi stanno chiudendo, normalmente qui l’orario di lavoro è dalle 9 alle 18. È l’ora giusta di recarsi in Temple Bar per una buona Guinness ed ascoltare della buona musica dal vivo. Entriamo nello storico e famoso pub The Temple Bar, che ha dato il nome al quartiere. Tutto in legno, con una miriade di differenti specialità di birre, dalla bionda, all’ambrata, alla rossa, alla bianca. Ma non solo, anche whisky, Irish coffee. È il pub per eccellenza. Non ci spostiamo più di tanto per trovare un posto dove mangiare qualcosa per cena. Ci sono tantissimi ristornati e locali carini. Decidiamo di provare le chicken wings. Altro pub e altra musica dal vivo. Ci sono tantissimi giovani che provengono da ogni parte del mondo e facciamo amicizia con loro. È qui che scopro che domani, giorno di Saint Patrick’s Day, potremmo assaggiare la Guinness verde.
È il grande giorno. Avendo prenotato un b&b nella zona sud di Dublino, e non molto distante dal centro, facciamo una camminata a piedi, arrivando prima presso il verdissimo parco St.Stephen’s Green, con le sue panchine, i suoi giochi per bambini, i fiori, le aiuole curatissime e ben tenute, i suoi laghetti. Proprio davanti a noi troviamo la centralissima Grafton Street, con i suoi negozi chic, alla moda, di alta classe. Alla fine della via, attraversando la strada vi troverete di fronte la statua della pescivendola Molly Malone con il suo carrettino pieno di cestini.
Arriviamo presso il Trinity College dove la sfilata (parade) è già iniziata. Ci facciamo spazio fra la folla immensa. Una miriade di colori, di bandiere con il tricolore, di applausi, di risate, di sorrisi, di musica ci invade. È uno spettacolo. Tutti con un cappello verde in testa, con la barba finta verde, con la bandiera irlandese dipinta sulle guancie, con un trifoglio simbolo dell’Irlanda. Addirittura qualcuno è travestito da San Patrizio! Che colpo d’occhio. Il tutto si snoda e prosegue poi per O’Connell Street e Dame Street. Seguiamo la folla. La sfilata è enorme: sfilata la banda musicale con le trombe i tromboni, i bimbi, le majorette, i carri allegorici, ballerini. O’Connell Street è un fiume di persone e di colori. La Festa di San Patrizio, si festeggia non solo a Dublino, ma in tutta l’Irlanda, essendo patrono del paese. Finita la sfilata, la festa non finisce mica. Tutti si riversano nei pub a bere e festeggiare. Ci aggreghiamo con un gruppo di ragazzi che stavano assistendo alla sfilata come noi. Io cerco la Guinness verde ma niente…ci spostiamo anche in u altro pub e niente…allora inizio a chiedermi: ma è vero oppure no?
A malincuore ritorno a casa, con la voglia di assaggiare questa misteriosa Guinness verde.