
Visita all’Abbazia del Goleto e S. Angelo dei Lombardi
Il terremoto del centro Italia ha rievocato nella mia mente immagini dell’anno 1980: sisma in Irpinia! Il mio pensiero è volato su quelle località che furono devastate, in modo particolare su S. Angelo dei Lombardi che ebbi modo di visitare nelle settimane successive a quel tragico evento. Pertanto approfittando della manifestazione della sagra che si svolgeva in quel luogo, abbiamo deciso di fare una puntatina passando per l’abbazia del Goleto.
Un’Abbazia con il cielo stellato come tetto
Siamo giunto all’Abbazia (scopri di più) e siamo rimasti incantati dalla bellezza dei luoghi e dalla filosofia di restauro utilizzata per questo complesso. Oggi l’Abbazia è abitata da pochi monaci appartenenti all’ordine dei Piccoli Fratelli della Comunità Jesus Caritas di Charles de Foucald ed è quasi totalmente aperta al pubblico, sempre! Si sempre, anche di notte. Infatti nella fase di restauro non hanno mai ricostruito il tetto dell’abbazia: hanno lasciato il cielo!
Ed è proprio qui che si svolgono le cerimonie religiose in estate, di notte e sempre di notte puoi recarti nella chiesa all’aperto è pregare o semplicemente guardare il cielo stellato. La caratteristica di questo luogo è che il referente della strutture era un’abbadessa, cioè una donna dell’ordine monastico che gestiva l’abbazia.
La novità è che questo accadeva già nell’anno 1120!
La visita ai sotterranei ci ha fatto scoprire i segreti che questo posto custodisce: si trattava di un convento che ospitava sia donne che uomini; circa trecento confratelli e consorelle che avevano muri divisori e percorsi separati, con ambienti di vita sempre separati. La chiesetta di S. Luca, appositamente fatta costruire per ospitare le sue spoglie mortali in viaggio dalla Terrasanta.
Dopo la visita dell’abbazia siamo saliti a S. Angelo dei Lombardi e ci siamo infilati nei vicoli del centro storico, dove si svolgeva la sagra delle sagre: castagne del prete, miele, mele, formaggi, salumi, etc. In quei vicoli c’erano odori di ogni genere ed era divertente indovinare il prodotto che emana ogni singolo odore. In questi vicoli, che ricordavo stretti ed angusti in alcuni tratti, ho trovato tutto ricostruito. Sembrava di essere in uno di quei paesini della Svizzera: lindi e puliti.
Tante le cose da vedere: la chiesa principale perfettamente ricostruita e funzionante, il castello che sovrasta la cittadina e la basilica romanica che è stata scoperta durante i lavori di restauro dei danni del sisma. Inoltre, all’interno dei locali del castello abbiamo visitato il Museo degli emigranti. La vista dagli spalti sull’intera vallata è da mozzafiato. Ai piedi del castello c’erano i Vigili del Fuoco che hanno attrezzato la cittadina di pompinopoli dedicata ai bambini con tanto spegnimento del fuoco, discesa con le corde e utilizzo dei cani per la ricerca di superstiti in caso di sinistri.
Ma la vera, grande, attrazione che sorprende sempre in questi luoghi è la disponibilità ed attenzione degli abitanti verso lo “straniero”. Grazie alla gentilezza con cui ti accolgono riesci a sentire la loro sincerità anche solo nei gesti e nell’attenzione che ti porgono per una visita che non potrà che far piacere a chiunque.
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Ciao Pilgrim, come mai il paese si chiama Sant’Angelo dei Lombardi? Ha qualcosa a che vedere con i Longobardi?
Poca roba. Tranne qualche ritrovo di pochi oggetti conservato al museo civico di Avellino, solo testimonianze architettoniche che potrebbero essere state realizzate da persone di “passaggio”.
Sono solo ipotesi, purtroppo non vi è mai stata una seria e fattiva voglia di effettuare tali ricerche. Solo dopo il terremoto del 1980 si é iniziato a fare qualcosa…..