
Viaggio in Cile nell’incantevole Deserto dell’Atacama
Le tappe principali di questo viaggio
Partiamo da Milano il 19 Novembre, una sera nebbiosa di autunno padano, a condividere questa esperienza gli amici di sempre, quelli veri.
Il viaggio fino a Santiago del Cile è stato un pò faticoso per la lunghezza del volo ma la voglia di “andare” ci ha fatto superare stanchezza e disagio. Dopo una lunga sosta in aeroporto prendiamo il volo per Calama, nel Nord del Cile. All’arrivo un piccolo inconveniente tecnico: l’auto noleggiata con tanto anticipo tramite l’Avis, non è disponibile. Discutiamo un pò e alla fine compare un’auto: perfetto, partiamo alla volta di San Pedro de Atacama. Sono passate più di trentadue ore da quando abbiamo lasciato la nebbia di Milano, siamo stanchi e non capiamo e non apprezziamo la strada che ci porta a San Pedro che si rivelerà poi spettacolare.
San Pedro ci sconvolge al nostro arrivo: strade buie e polverose piene di gente a piedi e di cani randagi. Casette basse, negozi, ristoranti e agenzie di cambio. Nessuno conosce il nostro albergo, neppure i Carabineros. Vaghiamo preoccupati per le strade sterrate e sassose che sembrano tutte uguali; finalmente quando quasi disperati stiamo bussando ad una porta chiusa, si avvicina un pick up bianco e un sorridente viso indio ci invita a seguirlo. Julio, che si rivelerà essere il proprietario del Ckamur Atacama Etno Lodge, è un indio Licantai, la sua famiglia lavora da generazioni questa terra difficile e con l’arrivo dei turisti lui e la moglie Milena hanno iniziato a dare loro ospitalità. Abbiamo scelto questa sistemazione proprio per sostenere la comunità indigena nel difficile processo di riappropriazione della propria terra e nella conservazione delle proprie tradizioni.
La struttura del lodge segue le regole degli indigeni: le camere sono circolari con il tetto di paglia e costruite in pietra vulcanica, ottimo isolante naturale che le rende fresche durante la giornata e calde la notte quando le temperature si abbassano notevolmente. Siamo nel deserto a 2.400 metri di altitudine.
San Pedro de Atacama di giorno si svela in tutta la sua bellezza e unicità. Le strade sterrate e polverose che sembrano finire nel nulla fanno parte del fascino assoluto di questo posto incredibile, punto di partenza per escursioni indimenticabili in uno dei deserti più aridi del mondo. La piazza coloniale è molto graziosa con un giardino, un bel porticato e la chiesa. All’interno statue di santi con mantelli ricamati, ragazzi con la chitarra e, ancora, cani randagi.
Prossima tappa, la Valle della Luna, un luogo unico al mondo. Un distesa di sabbia e pietra dove il bianco del sale fossilizzato degli antichi laghi, contrasta con il blu del cielo. Le guide suggeriscono di visitarla al tramonto ma noi ci incamminiamo in tarda mattinata. L’area è gestita dalla comunità indigena per la quale è un luogo sacro. La solennità di questo posto è fisicamente percettibile nelle dune di sabbia, nelle rocce dalla forme strane e dai colori stratificati, nell’atmosfera rarefatta, quasi magica.
Il paesaggio, lunare appunto , è sorprendente,. Ad ogni passo diverso ; un costone di roccia piatta steso sulla strada sottostante quasi a formare un canyon è il mio angolo preferito. Ci avventuriamo all’interno di una spaccatura nella roccia, passeggiamo accanto alle dune, ammiriamo la scultura naturale delle Tres Marias, una formazione rocciosa che ha assunto la forma di tre donne in preghiera e continuiamo a stupirci.
Sotto un sole abbagliante usciamo dalla Valle della Luna per un breve giro nella Valle della Morte, decisamente meno spettacolare se non fosse per la Cordillera de la Sal che con le sue rocce rosse sembra plasmata dalla mano di un artista.
Il viaggio continua! Toconao è un piccolissimo villaggio coloniale, ne approfittiamo per gustarci una coscia di pollo “asado” e proseguiamo verso la Laguna Caixa.
Il luogo è meraviglioso, peccato che sotto il sole a picco ci siano pochi uccelli però il paesaggio della laguna salata che si estende in lontananza e il profilo imponente dei vulcani che ci accompagna lungo il nostro itinerario sono davvero unici. Sopportiamo per il tempo di una passeggiata il sole perpendicolare sulle nostre teste e ammiriamo gli splendidi fenicotteri che si lasciano avvicinare senza paura, poi ci dirigiamo verso la Laguna Cejar dove una piscina di acqua molto salata dove si può galleggiare senza fatica. Los Ojos del salar sono due buchi perfettamente circolari di acqua dove alcuni turisti impazziti si gettano ridendo.
Arriviamo alla Laguna Tebinquinche con la luce bassa del tramonto Ancora un posto meraviglioso.
Quasi non ci scambiamo parole, restiamo affascinati e muti davanti a tanta bellezza
Questa straordinaria giornata, vissuta così intensamente si conclude con la cena in uno dei tanti locali di San Pedro Turisti da tutto il mondo affollano la Caracoles, la via centrale, dove le numerose agenzie promuovono le escursioni nei dintorni della città. Ce n’è per tutti i gusti, dalla gita di un giorno alle passeggiata a cavallo, alle escursioni di tre giorni in Bolivia, basta entrare e prenotare. Noi abbiamo preferito essere indipendenti, siamo in quattro e abbiamo la macchina, possiamo organizzarci le giornate come meglio ci piace.
San Pedro de Atacama
Oggi abbiamo programmato l’escursione alle Lagunas Altipianicas, situate a più di 4.000 metri di altitudine e parte, come la Valle della Luna, della Riserva Naturale Los Flamencos.
Il panorama che ci circonda è meraviglioso, Sapevamo di dover salire a 4.400 metri dai 2.500 di San Pedro e immaginavamo tornanti e ripide salite. Ma ancora una volta la natura con la sua diversità ci ricorda che la mente deve essere aperta alla novità e pronta a recepire i cambiamenti. Il nostro mondo non è “il” mondo.
Dopo una brevissima sosta a Socaire, unico villaggio che incontriamo, arriviamo alle Lagune di Miscanti e Miniques. Anche questa zona è gestita dagli indigeni, paghiamo il biglietto – il cui ricavato serve alla preservazione del sito naturale – e ci viene spiegato il percorso da seguire con l’auto e poi a piedi. Fa un freddo polare, la giornata è limpida ma il vento gelido e siamo molto in alto.
Dopo la prima curva ci appare la Laguna di Miniques, che riflette come in uno specchio i vulcani che la circondano. Uno spettacolo incredibile che ci lascia senza parole. Lungo un sentierino ci avviciniamo il più possibile alla laguna . Un gruppo di ragazzi svizzeri ci suggerisce di masticare foglie di coca per tollerare l’altitudine, i popoli andini lo fanno da sempre: noi ci siamo limitati ad una tazza di mate forte prima di partire.
Poco distante si trova la Laguna di Miscanti, si chiama come uno dei vulcani, l’altro che riconosciamo è il Miniques, come la laguna, e poi c’è il Licancabur (5.920 metri) dal profilo inconfondibile che svetta da tutte le angolazioni. Da lontano si scorgono alcune vicunas. Le vicunas – o vigogne – come i guanachi che incontreremo al Sud in Patagonia, sono dei mammiferi appartenenti alla famiglia dei camelidi, hanno il dorso di colore rossiccio mentre il petto è bianco, la loro lana è molto pregiata.
Ancora ammaliati da quello che abbiamo visto, riprendiamo la strada. A differenza della maggior parte dei tour organizzati dalle agenzie, noi continuiamo il percorso verso altri paesaggi. La strada è ancora bellissima e deserta. Ogni tanto incontriamo gruppi di vicunas al pascolo.
Arrivamo allo spettacolarel Salar del Talar, pochi chilometri ci separano dal Passo Sico, che segna il confine con l’Argentina, nel mezzo delle Ande!
Il pomeriggio è inoltrato, sarebbe ora di rientrare ma la voglia di scoprire cosa c’è dietro l’angolo ci fa proseguire e così arriviamo alla Laguna de Aguas Calientes. Il vento è fortissimo e gelido, scendiamo a stento dall’auto per avvicinarci il più possibile al bordo e ammirare i numerosi fenicotteri andini che vi sostano, La laguna deserta, il cielo turchese, il silenzio assoluto, il vento freddo e violento: ci siamo solo noi e vorremmo restare qui per sempre.
Domani ci aspetta l’escursione ai Gayser del Tatio, il campo geotermico più alto del mondo. La guida dice di partire non oltre le quattro di mattina per arrivare al sorgere del sole quando i getti di vapore sono più intensi.
Geyser del Tatio
E’ buio pesto e fa molto freddo ma il cielo ha così tante stelle! E si vede benissimo la via lattea. Julio ci ha preparato un grazioso cesto da picnic con la colazione e mettendomi in mano un thermos di mate ci raccomanda di coprirci bene. Miracolosamente usciamo da San Pedro nella direzione giusta, iniziamo a vedere i pulmini delle escursioni organizzate e ci accodiamo. La strada è terribile, sale ripida e in alcuni punti è sterrata e senza protezione laterale. Gli autisti dei pulmini, ormai abituati, vanno fortissimo, noi non li perdiamo ma io sono terrorizzata, ho paura di volare nel burrone. Arriviamo dopo più di un’ora all’entrata del campo geotermico: si congela.
Da lontano vediamo alzarsi i pennacchi di fumo, scendiamo dalla macchina e iniziamo a passeggiare tra i geyser che spruzzano acqua bollente. Il rumore è simile a quello di tante pentole che iniziano a bollire tutte insieme. Siamo avvolti dal vapore. Poi, con i primi raggi del sole, le colonne di fumo e vapore si riducono e piano piano scompaiono.
In una piccola piscina termale, riscaldata dal vapore dei geyser si può fare il bagno.
Anche in questo caso le escursioni organizzate prevedono il ritorno a San Pedro ma il vantaggio di avere la nostra macchina ci consente di proseguire.
Ancora un paesaggio bellissimo ci riempie gli occhi e il cuore. La strada è impegnativa ma il driver è tosto e arriviamo così a Caspana, un tipico villaggio andino costruito lungo l’oasi creata da un rivolo di acqua. Le pendici della collina sono terrazzate e gli abitanti coltivano frutta e verdura che trasportano poi a dorso di lama. Le casette col tetto di paglia sono deliziose e le persone che incontriamo sorridenti.
Di nuovo in auto, di nuovo su uno sterrato alla volta di Chiu Chiu,o con una bella chiesa nella piazza coloniale. Pranziamo in un piccolo ristorante dalla gestione un pò ruvida e torniamo a San Pedro.
Domani abbandoneremo il Deserto di Atacama che ci ha regalato così tante emozioni. Dopo una sosta a Santiago inizieremo ad esplorare la Patagonia.
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