eco spiagge

Vacanze responsabili: dalle eco spiagge al bon ton del bagnante

Raccolta differenziata dei rifiuti, passerelle e cabine in materiale riciclato, ombrelloni fotovoltaici, impianti eolici, prodotti ecologici per la pulizia, efficienza energetica, recupero delle acque grigie ma anche accesso ai disabili. Gli stabilimenti balneari italiani stanno finalmente cominciando ad attrezzarsi per trasformare il lido in una “eco spiaggia”.

L’idea nasce già nel 2003 quando, su iniziativa di alcuni bagnini della Provincia di Rimini, ha preso vita Eco spiagge, un progetto per la creazione di un network nazionale che collegasse tutti gli stabilimenti impegnati sul fronte ecologico. Da oltre 10 anni l’associazione capeggiata da Domenico Marchetti promuove un turismo eco sostenibile. Come? In ben tre modi, spiega Marchetti:

“Invitando le attività balneari a diventare sempre più sostenibili, premiando i turisti che scelgono di raggiungere la meta delle vacanze in treno, aereo, pullman quindi non creando traffico e inquinamento nelle nostre belle località turistiche con un regalo ecologico del valore di oltre 10 euro e aiutando i fornitori di prodotti e servizi a eco friendly a farli conoscere alle varie attività balneari”.

Una spiaggia “eco” deve rispondere a determinati standard: prima di tutto, la raccolta differenziata e l’uso di lampade a basso consumo, poi l’alimentazione energetica con pannelli fotovoltaici, il riscaldamento dell’acqua con pannelli solari, il recupero delle acque grigie delle docce e le strutture in materiale riciclato.

Diventare una eco spiaggia “ufficiale” non è difficile: basta compilare la domanda di adesione sul sito. L’Emilia Romagna, ad esempio, risulta essere la regione italiana con un maggior numero di eco spiagge. Al Bagno Giulia 85 di Riccione, l’80% dell’energia è fornita da pannelli fotovoltaici che, con una potenza di 8 kw, arrivano a produrre in un anno fino 13mila kw. Per il risparmio idrico, invece, si è puntato sul recupero dell’acqua delle docce che, man mano, viene raccolta in una vasca sotterranea, filtrata e poi usata per l’irrigazione e gli scarichi dei wc, con un risparmio medio di 5 mila litri al giorno. Per la prima volta si sta invece sperimentando l’impiego delle nanotecnologie, come l’utilizzo di prodotti a base di biossido di titanio e silicio per la manutenzione e la pulizia di pannelli fotovoltaici, cabine e pavimentazione esterna, con la conseguente eliminazione di detergenti chimici.

Ma oltre alla spiaggia sostenibile, è anche importante che chi la frequenta mantenga un comportamento responsabile. Ed ecco i 10 comandamenti del Wwf per essere educati con chi ci ospita:

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Sara Sbaffi

Romana, classe 1982. Giornalista pubblicista dal 2009. Appassionata di viaggi ed enogastronomia. Collaboro con le Guide di Repubblica e il Trovaroma.

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