
Outdoor: idee per fare trekking in Trentino Alto Adige
Questo articolo ha l’obiettivo di far scoprire nuovi percorsi trekking a chi ne fa ogni settimana, ma soprattutto di far venire la voglia di camminare in montagna a chi non l’ha mai fatto (fermandosi magari a godere delle bontà locali al ristorante o al rifugio raggiunto comodamente in seggiovia). Per i primi, speriamo di farvi venire nuove idee. Per chi rientra nella seconda categoria, invece, non avete più scuse perché nelle montagne del Trentino Alto Adige c’è un trekking giusto anche per voi.
Un’escursione per tutti: le Tre Cime del Lavaredo
Cominciamo dedicandoci ad un’escursione adatta a tutti e, al tempo stesso, davvero panoramica. Il vostro comune di riferimento è Dobbiaco nella Val Pusteria tra i fiumi Rienza e Drava. Punto interessante perchè da lì si raggiunge facilmente sia Cortina d’Ampezzo che Belluno. Concentriamoci però sulla camminata perchè da Dobbiaco andando direzione Lago Misurina, potete soprattutto raggiungere le famose Tre Cime di Lavaredo, tanto importanti da dare il nome al Parco Naturale che le circonda. Parcheggiata la vettura al rifugio Auruzo vi trovate praticamente alla base delle tre cime che qualcuno chiama le “tre bimbe”: La Cima Piccola di Lavaredo (2857 m), la Cima Grande di Lavaredo (2998 m) e la Cima Ovest di Lavaredo (2973 m). Una volta raggiunto il rifugio Lavaredo, potete continuare fino alla forcella Lavaredo (fino a qui dovrebbe essere circa un’ora in totale). Godetevi il panorama e poi potete continuare dal lato nord delle Tre Cime fino alla sorgente del Fiume Rienza. Non dimenticate che a Dobbiaco si svolge anche il Dolomiti Balloonfestival.
Itinerario storico militare: Pian dei morti

Appassionati di storia e nello specifico di storia militare, questo trekking è per voi! Ci troviamo alle sorgenti dell’Adige comprese nello sbarramento di Resia. Da lì potrete incamminarvi verso Pian dei Morti. Non fatevi spaventare dal nome, è un falso. Pare che i fascisti avessero tradotto a modo loro Plamort. Lì ammirerete anche i denti di drago, fortificazioni difensive anticarro (e noi che ci lamentiamo dei dossi che ci fanno rallentare in città!). Aggiungiamo qualche informazione che vi farà venire voglia di visitare anche i dintorni: a Resia c’è un campanile che emerge dal lago un panorama da fiaba legato in realtà ad una origine meno fantastica: una diga costruita nel 1950 unificò tre laghi sommergendo il paesino di Curon. Considerate che ritornerete più che riposati dalla camminata visto che il percorso da Resia dura un’ora e mezza di cammino con 500 metri di dislivello. Praticamente mentre camminate potrete finire di leggere il vostro libro sulla storia militare o ascoltare attentamente la guida che avrete contattato o il nonno che insegnava storia.
Camminata lacustre: il giro delle malghe
Se vi siete già procurati una mappa, avrete notato che in Trentino Alto Adige non mancano di certo i laghi. Abbiamo pensato quindi che proporre anche un percorso trekking che avesse come meta l’ambiente lacustre. L’impegno tecnico richiesto è medio, il dislivello è di 800 metri ma vale la pena perchè, a detta dei locali, si tratta di uno dei trekking più affascinanti del Trentino. Il percorso viene chiamato anche giro delle malghe perchè dal punto di partenza punterete prima a “Malga Campastril” da lì salirete fino al Lago di Vacarsa. Da lì continuerete a salire fino al punto più alto e panoramico “Bocchetta dell’Acqua Fredda” (2184m). Dopo pausa foto (ma ne avrete già fatte tante al lago) e frutta secca, godetevi la discesa in direzione di Malga Garzonè e, ovviamente il punto di arrivo dei lucenti protagonisti: i laghi di Garzonè e San Giuliano dove potrete vedere anche la Cima Presanella e le cime del gruppo montuoso del Carè Alto. A ristorarvi ci penserà il Rifugio San Giuliano. Dopo esservi rifocillati, continuate verso Malga San Giuliano fino all’omonima chiesetta per poi seguire il sentiero 230 (attenzione a non perdervi lungo il cammino la vista delle cascate di Nardis verso Val di Genova) fino a Malga Campo. Da lì, tornate al parcheggio dal momento che si tratta di un percorso ad anello! Imperdibile.

Difficile ma non troppo: verso la Torre di Pisa
Sapevate che c’è una Torre di Pisa anche in Trentino? No davvero, ci sono alcune differenze e arrivarci richiede uno sforzo fisico maggiore di quella toscana, ma c‘è. Si tratta di una roccia dalla particolare forma pendente, meta principale di un bel trekking circolare tra Trentino e Alto Adige sul massiccio del Latemar. Non vi stupite se troverete conchiglie tra le rocce dal momento che questo atollo è emerso dal mare tropicale. Le magie della geologia! Saltate sulla seggiovia Latemar da Pampeago e godetevi l’Inizio del soft percorso. Una volta rimessi i piedi per terra, prendete il sentiero direzione Passo Feudo e da lì verso il rifugio Torre di Pisa, appunto, che prende il nome da questa splendida roccia pendente proprio come quella torre che tutti fotografano facendo finta di sorreggerla con la mano. Vi prego non fatelo anche sui monti, godetevi piuttosto il panorama delle Dolomiti che male non fa. Il percorso è circolare quindi per rientrare proseguite fino a Forcella del Camosci e da lì rientrate a Pampeago passando per Malga la Mens, che magari nel frattempo vi è venuta fame visto che il percorso dura, in totale, circa cinque ore.
Percorso trekking ferrato e panoramico

Se non sapete cosa sia un percorso ferrato, diciamo che questo percorso non fa per voi. Almeno per ora, c’è sempre tempo per puntare in alto! Stiamo parlando di uno degli spettacoli più maestosi delle Dolomiti ed in particolare in Val di Fassa troviamo la Ferrata Kaiserjäger – Col Ombert, in Val San Nicolò. Realizzata nel 1915 per motivi di strategia militare: sviluppandosi in linea verticale dalla cima sul versante nord, praticamente si restava invisibili alle vedette e ai colpi dei nemici. Se vi lancerete in questa avventura arriverete a godere della vista sulla parete sud della Marmolada e sul Gruppo delle Punte Ciadine, dalla cima ovviamente che avrete raggiunto con i vostri muscoli. Se siete neofiti ma avete deciso che un giorno arriverete in cima a questa ferrata impronunciabile, date un’occhiata all’attrezzatura necessaria. C’è poco da fare infatti, bisogna essere proprio ferrati per fare questo percorso.
Se nessuno di questi percorsi vi convince, se neanche google vi soddisfa, dovete studiare sulle mappe o leggere qualcosa che vi ispiri sui sentieri in Trentino o magari sui rifugi.
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