
Time in Jazz, un festival unico nel cuore della Sardegna
“Per viaggiare veramente bisogna fermarsi e scoprire i territori, le persone, i dialetti del posto” Paolo Fresu
È con queste parole che Paolo Fresu, direttore artistico dell’arcinoto festival musicale Time in jazz, introduce alcuni degli aspetti fondamentali della XXVIII edizione del festival che si terrà dall’8 al 16 agosto a Berchidda (e comuni limitrofi) presentata in conferenza stampa il 2 aprile a Cagliari.
Un festival culturale intimamente legato al concetto di viaggio e di scoperta, questo è Time in Jazz. Sembra quasi che la musica passi in secondo piano a sentire le parole dell’artista sardo nella straordinaria location dell’ex Carcere di Buoncammino di Cagliari perché non sono gli artisti le vere attrazioni ma “il territorio” – sottolinea Fresu – “l’insieme delle cose, delle sensazioni e delle esperienze che esso offre a chi lo visita“.
La musica Jazz come mezzo e non come fine
I grandi artisti internazionali, quindi, non sono il vero motivo per cui il pubblico riempie le strade, le piazze, le chiese e gli spazi pubblici di 15 comuni delle provincie di Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro che sono coinvolteiin questo evento più unico che raro nel panorama culturale nazionale. Louis Moholo-Moholo, Manu Katché, Lars Daniellson, Stefano Bollani, Michel Godard, Nguyên Le, Oren Marshall, Kenny Barron e Dave Holland (alcuni dei nomi di spicco del cartellone) sono solo dei mezzi, degli strumenti, attraverso cui l’organizzazione di Time in Jazz, coadiuvata dalle amministrazioni locali, vuole raggiungere l’obiettivo più alto: stimolare il viaggio.
Si, il viaggio. Quello tra i paesi attorno a Berchidda, siano essi dell’interno o della costa. Il viaggio da una location all’altra in cui si susseguono oltre 40 concerti, da una sensazione all’altra. Un viaggio che grazie all’arte e alla musica mette le “Ali” (tema di questa edizione) e porta l’appassionato di Jazz a scoprire la Sardegna in maniera lenta e responsabile.
A Berchidda un festival green come pochi
Chi conosce la Sardegna, soprattutto quella dell’interno, sa quanto sia importante il rispetto del territorio nelle popolazioni che la abitano e Time in Jazz rispetta (e rispecchia) a pieno questo spirito adottando una serie davvero encomiabile di accorgimenti che rendono davvero ridotto l’impatto ambientale di tutta l’iniziativa.
Car pooling, forte attenzione alla differenziazione dei rifiuti e al recupero dei materiali (a partire dai cesti dell’immondizia realizzati con materiali di scarto) sono solo alcune delle pratiche promosse e messe in atto dai promotori del festival. I palchi, le strumentazioni di amplificazione audio e le luci per gli spettacoli sono interamente alimentati attraverso impianti fotovoltaici di prossimità utilizzati in occasione del Festival. Niente male vero? Eppure non finisce qui!
L’attenzione alle economie locali e allo sviluppo del territorio in ottica km0 porta Time in Jazz a promuovere e stimolare il consumo di prodotti tipici locali, vino in primis. Infatti a Berchidda, paese natale di Fresu, che oltre che direttore artistico del festival ne è anche ideatore, esiste un interessante Museo del Vino che racconta ai visitatori le tecniche di coltura, della lavorazione e del commercio vitivinicolo che da queste parti genera un nome altisonante che suona più o meno come: Vermentino di Sardegna. Particolare attenzione viene anche rivolta alla produzione di tappi di sughero, altra eccellenza della Sardegna dell’interno.
Un festival da non perdere
Tutto questo è giusto un piccolo assaggio di quanto raccontato durante la presentazione dell’edizione 2015 di questo Festival che ormai è una vera e propria istituzione. Arti, cultura sostenibile, musica jazz, Sardegna… un mix unico che – come avviene ormai da 28 anni a questa parte – animerà la prima metà dell’agosto del centro nord dell’isola con migliaia di visitatori provenienti da tutta Europa. Un’occasione da non perdere per vivere in pieno l’emozione e l’esperienza del viaggio e della scoperta.

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