Sulla via dei tratturi, passando per Navelli

Una grande pianura, sfumature di verde e giallo a perdita d’occhio e poi ecco sbucare Navelli. La possibilità di scoprire l’Abruzzo, nel modo più vero, umano e immersivo possibile mi è stata data dal blog tour “Tratturi e Cammini”, un evento nato per valorizzare la rete dei tratturi e dei grandi “cammini” di origine storica e religiosa. L’obiettivo è promuovere questa rete come destinazione ideale per tutti i turisti e viaggiatori che cercano un rapporto diretto e autentico con le comunità locali, i territori rurali, la storia, le tradizioni, la natura. In tre giorni intensi, fatti di sudore (tanto), ottimo cibo (anch’esso tanto), incontri con persone entusiaste del proprio lavoro, abbiamo percorso alcuni tratti dei sentieri che attraversano l’altopiano di Navelli e la valle Subequana, ne abbiamo ammirato le bellezze naturalistiche, storiche, artistiche, conosciuto i sapori e gli odori, apprezzato l’accoglienza dei suoi abitanti.

Ad ospitare la Balena Volante è stato il bed and breakfast “Abruzzo segreto” gestito da una coppia appassionata e ben assortita, Francesca e Jimmy. Lei è nata e ha lavorato a Torino, i suoi genitori erano di Navelli e ha deciso di ritornare nella sua terra d’origine. Lui invece è un irlandese innamorato dell’Abruzzo. La casa si trova nella parte bassa del paesino, con possenti mura in pietra del 1800 che garantiscono un piacevole fresco soprattutto per questi caldissimi giorni di luglio. Francesca racconta come siano soprattutto i turisti canadesi o americani a venire qui per ricercare le proprie origini e scoprire questa regione, forse un po’ bistrattata dalle classiche rotte turistiche. La mattina ci si sveglia con il canticchiare degli uccellini ai quali Francesca non fa mai mancare qualcosa da mangiare, tanto che ormai riconoscono “Abruzzo segreto” come tappa fissa e punto di ristoro. Quando poi si scende per la colazione ci si trova davanti al grande tavolo di legno imbandito a festa: squisita la torta con le ciliegie degli alberi del b&b, ma anche le marmellate preparate in casa, come quella di gelso, da spargere sopra alle tradizionali ferratelle, famose poi le uova strapazzate, rigorosamente bio, che prepara Jimmy.

Navelli

Un borgo immobilizzato nel tempo, che può e deve diventare una visita culturale a cielo aperto. Con i suoi 500 abitanti, che vivono principalmente nella parte bassa del paese, Navelli si trova in una posizione strategica: domina infatti l’altopiano fino alla Valle Tritana e alla Conca Peligna. La nostra visita comincia da quello che qui chiamano “il castello”, cioè Palazzo Santucci. Nel cortile interno dell’edificio una scala con due rampe conduce al loggiato, mentre in quello esterno si può ammirare un panorama mozzafiato sui monti della Maiella. Da qui parte poi una lunga serie di scalini e una fitta rete di vicoletti tutti da esplorare. Le antiche mura, le chiesette, le residenze ormai abbandonate e danneggiate dal terremoto, l’antico forno, tutto sembra perfettamente incastonato in un groviglio infinito di archi e stradine. Il consiglio è di girovagare e perdersi per Navelli alta dove il tempo sembra essersi fermato, dove è possibile ancora notare all’ingresso delle case il gancio utilizzato per legare le corde che tenevano gli animali.

Alla fine del nostro tour la Proloco di Navelli ci ha ospitato a Palazzo Santucci per una cena caratteristica. Non potevano certo mancare i prodotti enogastronomici del territorio, che dal 2008 è tra i Borghi più belli d’Italia: i ceci piccolini e saporiti e lo zafferano dell’Aquila Dop, che abbiamo gustato sia nel primo con il risotto sia nel dolce con la ricotta. La tradizione vuole che sia stato Padre Santucci a portare i bulbi di una piantina di zafferano a Navelli che qui ha trovato il suo clima ideale. La sua lavorazione è esclusivamente manuale, in agosto i bulbi devono essere estratti, ripuliti e selezionati per poi essere messi a riposare in un altro terreno accuratamente preparato. A settembre e ottobre spunta il fiore violetto che racchiude i tre preziosi stimmi gialli. All’inizio di novembre i fiori sono pronti per essere raccolti. L’eccellenza di questo prodotto, l’oro rosso, deriva proprio da una lavorazione che fonda tutto sulla manualità e il rispetto del ciclo naturale del fiore, senza l’uso di artifici chimici.

Cosa sono i tratturi?

Sono quei percorsi che un tempo venivano utilizzati dai pastori per compiere la transumanza, per trasferire con cadenza stagionale mandrie e greggi da un pascolo all’altro. Oggi le associazioni locali vogliono promuovere un turismo di passione su questi tracciati, a settembre usciranno guide e mappe dei cammini che possono essere intrapresi a piedi, in bicicletta, sul dorso di un asino e in groppa a un cavallo. Il tratturo magno con i suoi 244 km è il più lungo d’Italia e va da l’Aquila a Foggia, alcune parti sono ancora da sistemare ma qui l’entusiasmo è tangibile e tutti si stanno adoperando per trovare le modalità più adeguate per portare viaggiatori sulla via dei tratturi. Una delle idee esposte è quella che ognuno, tra strutture, fondazioni, associazioni e abitanti, prenda in “adozione” un tratto di percorso e ne curi la pulizia, la cartellonista, salvaguardi il proprio “giardino”. Emblematica la testimonianza della signora Gina Sarra, un’istituzione del luogo, produttrice di zafferano e fondatrice insieme al fratello Silvio della cooperativa “Altopiano di Navelli” per salvarne la coltivazione e risollevare un’area fortemente segnata dalla crisi della pastorizia e dall’abbandono della popolazione.:

“Nessuno segue le nostre orme, tutti invece rincorrono il Dio quattrino. Rendiamoci conto del valore che abbiamo e che ancora non sappiamo sfruttare al 100%. Dobbiamo essere concreti, le chiacchiere se le porta il vento. Ci vuole maggiore positività”.

Per chi fosse interessato ad una esperienza di cammino lungo un percorso storico, il 29 settembre si parte da Collemaggio a Foggia per 10 giorni con Tratturo 3000.

La valorizzazione del territorio è diventata un leit motiv che accompagna molti eventi in lungo e in largo nella Penisola, ma per l’Abruzzo è particolarmente importante, con il suo 70% di verde selvaggio e aspro ha un patrimonio immenso da rilanciare.

Prossima tappa: trekking sulla strada di Celestino V, stay tuned!

Un grande ringraziamento va alle guide Alessio Di Giulio, Rosa Rossi, Alessia De Iure e alle associazioni che hanno reso possibile questo tour. Un grazie speciale agli organizzatori Alessio Carciofi, Marzia Keller e Lara Badioli. Spero di rincontrare presto i miei perfetti amici di viaggio, a cominciare dalla mia compagna di stanza Marinella Scarico, Veronica Rizzoli, Chiara Cellini, Francesca Tammarazio, Rita Salvatore, Roberta Isceri, Raffaele Basile, Misa Urbano  unite da diverse coincidenze comuni, Dante Castellano, Fabrizio Vago (IlM). E infine un abbraccio ad Alessandro Di Nisio di Paesaggi d’Abruzzo, contenta di aver rincontrato a due anni di distanza dalla nostra prima intervista!
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Sara Sbaffi

Romana, classe 1982. Giornalista pubblicista dal 2009. Appassionata di viaggi ed enogastronomia. Collaboro con le Guide di Repubblica e il Trovaroma.


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