Singapore, Malesia continentale e Borneo: tre settimane on the road
Eccomi pronta a raccontare il mio ultimo viaggio perché, come si dice, il viaggio lo vivi tre volte, quando si progetta, quando si vive e quando si racconta.
L’itinerario é stato molto vario, si passa dalle città come Singapore e Kuala Lumpur, dalla natura incontaminata dei parchi nazionali del Borneo, fino al mare strepitoso e al relax delle isole Perhentian.
Ho acquistato il volo intercontinentale a febbraio, da Bologna per Singapore con Emirates per la partenza del 23 luglio 2019. Da quel momento ho cominciato a progettare l’itinerario e a prenotare gli alloggi.
Attenzione, se desiderate andare alle Perhentian meglio attivarsi mesi prima perché le strutture sono poche e non troppo economiche rispetto alla media del Paese.
Prima tappa: Singapore
Come scrive Tiziano Terzani nel suo romanzo Un indovino mi disse, «ogni città ha un suo modo di presentarsi, di farsi vedere al suo meglio. Quello di Singapore é l’aeroporto.», davvero stupefacente.
Le cose interessanti sono numerose e molto diverse tra loro. Per spostarsi il mezzo più comodo é la metropolitana, aperta fino a mezzanotte, consente di risparmiare molto tempo, meglio scegliere un albergo con una fermata vicina.
Prima serata trascorsa nella bellissima Baia, con salita al Marina Bay Sands SkyPark per ammirare la città dall’alto dalla piattaforma panoramica e lo spettacolo di fontane e luci che si tiene tutte le sere alle 20:00 e alle 21:30.
Ho cenato quasi tutte le sere al Makansutra Glutton’s Bay, cibo ottimo ed economico a pochi passi dal Marina Bay Sands. Tra le specialità provate ho apprezzato molto la Stingray BBQ, razza ai ferri; gli spiedini di carne Satay, accompagnati da una torta di riso; i Popiah, simili ai più famosi involtini primavera cinesi.
Il mio consiglio é quello di dedicare almeno mezza giornata ad esplorare Chinatow. Partite dal bellissimo Buddah Tooth Relic Temple e camminate senza meta tra templi, negozietti, ristoranti, centri di riflessologia. Per una pausa l’ideale é il Chinatown Complex e approfittate anche per regalarvi un bel massaggio ai piedi… attenzione perché é molto energico! Per la sera, se volete provare qualche specialità autentica, in una location non solo per turisti, c’è lo Street Food Market. Chinatown é ben organizzata con una rete wifi aperta e cartine con i percorsi a piedi da seguire per raggiungere i vari punti di interesse.
Passiamo al quartiere di Little India, meta imperdibile per chi si reca a Singapore. Il tempio più bello é Sri Veeramakaliamman Temple, qui siete i benvenuti, potete partecipare a dei riti spirituali insieme grazie alla bella accoglienza per i turisti. Io non mi sono fatta sfuggire l’opportunità di ricevere la benedizione indù e di fare un’offerta con fiori e banane a Ganesh, la divinità con la testa di elefante, molto venerata da chi chiede protezione e aiuto per superare le difficoltà, Ganesh colui che rimuove gli ostacoli. Dopo la benedizione mi sono recata al Sakya Muni Gaya Temple, un tempio buddista thailandese non molto distante da Little India, con una statua gigante del Buddah al suo interno e se siete curiosi di sapere qualcosa del vostro futuro, fate girare la ruota della fortuna e attendente il responso… é stato divertente. Dopo una piccola sosta al Tekka Centre per mangiare qualcosa e fare piccoli acquisti, sono andata verso la Sultan Mosque, la moschea più grande di Singapore e vi sembrerà di entrare nei racconti di Le mille e una notte.
Altra tappa imperdibile sono i Supertrees di Gardens by the Bay. L’ideale é recarsi in zona nel pomeriggio per vistare la Cloud Forest e il Flower Dome, ma soprattutto salire sugli alberi giganti. Organizzate bene i tempi perché ci sono molte code da fare, in particolare verso l’ora del tramonto, quando gli alberi cominciano ad illuminarsi e il cielo si riempie di sfumature. Se volete assistere allo spettacolo di musica e di luci ricordatevi gli orari: 19:45 e 20:45 e non dimenticate che l’ultima possibilità di comprare il biglietto per salire sugli alberi é alle 20:00 (andate con largo anticipo).
Singapore Gardens by the Bay
Andare a Singapore é stato come fare tanti piccoli viaggi in uno, qui é possibile entrare in un tempio buddista e pregare con i monaci, poi passare da una moschea, curiosare in un tempio taoista e accendere un incenso a qualche divinità indù, mentre in lontananza si sentono le campane di una chiesa. A Singapore si può salire sui giganti che ricordano il pianeta del film Avatar e mangiare noodles ammirando le luci dei grattacieli della baia…il mondo é racchiuso qui.
Seconda tappa: Malacca e Kuala Lumpur
Seconda tappa del mio viaggio on the road, prima la città di Malacca, infine la capitale malese Kuala Lumpur. Sono arrivata in Malesia, a Malacca con un bus da Singapore, si attraversa la dogana a piedi mentre il pullman aspetta dall’altra parte; per questo spostamento consiglio una buona compagnia di bus, la Luxury Coach Service é molto ben organizzata e soprattutto una garanzia per non avere difficoltà nel passaggio alla frontiera.
Dopo circa cinque ore di viaggio si arriva a Malacca, città nella quale ci si muove facilmente a piedi. Malacca non mi ha particolarmente colpito, se vi capita di passarci una giornata é sufficiente. Il venerdì e il sabato sera c’è il friday night market, imperdibile per gli amanti dello street food e per osservare la vita dei malesi. Sono molto belli anche i locali sul lungofiume per cena o per bere qualcosa.
Mi sono diretta poi a Kuala Lumpur, tre giorni in questa città sono abbastanza per vedere le cose più importanti. La prima giornata, dopo colazione, mi sono incamminata verso Merdeka Square, ho percorso la Colonial Walk e per recuperare un po’ le energie ho fatto una sosta al center market, ottimo per mangiare qualcosa e anche per fare acquisti di oggetti di artigianato. La seconda parte della giornata é stata dedicata a Chinatwon, a pochi passi dal central market e qui ho deciso di assaggiare il mitico durian, il famoso frutto puzzolente… il gusto non é affatto male, provare per credere. La sera ho cenato nel vivacissimo quartiere di Jalan Alor, la zona più carina per trascorrere le serate a KL. Il giorno seguente ho trascorso mezza giornata alle imperdibili Batu Caves, si tratta di una serie di grotte calcaree che ospitano templi indù, distano circa 15 km dalla capitale malese e sono comodamente raggiungibili con il treno, con il taxi o con Grab.
Ho usato tantissimo Grab (mai sperimentato prima), é una sorta di Uber asiatico, basta avere una sim locale (acquistabile per pochi euro) e scaricare l’app e registrarsi, tutto ciò vi consente di chiamare il vostro taxi, di sapere in anticipo il costo della vostra corsa, i minuti di attesa e la possibilità di vedere il tragitto in tempo reale della macchina che sta per venire a prendervi… economico, sicuro e comodissimo!
Il pomeriggio ho visitato il Thean Hou Temple, a dieci minuti di auto dalla città (raggiunto sempre grazie a Grab). Vi consiglio di dedicare un pochino di tempo a questo Tempio e fermatevi ad osservare i credenti che attraverso riti particolari fanno domande sul futuro. Tornata in città ho visitato il Kuala Lumpur City Center Park e siamo saliti sulle Petronas Tower, (se desiderate salire bisogna prenotare con largo anticipo il biglietto sul sito internet). Questa salita non mi ha particolarmente colpito, le torri sono molto molto più belle viste da sotto, in particolare dal lato del parco.
Malacca, Friday night Market
Terza tappa: Sarawak, Borneo malese
Ad attendermi nella città di Kuching c’è un ragazzo del tour operator locale che ha organizzato le tappe dei miei sei giorni in questa terra meravigliosa.
L’albergo ha una vista fantastica sul fiume, dall’alto si vedono le barchette che passano e le persone che passeggiano o che fanno jogging.
Inizio la visita di Kuching proprio passeggiando sul lungofiume, l’atmosfera é rilassata e il tempo sembra scorrere lentamente… Kuching mi regala uno splendido tramonto.
Il giorno seguente é prevista la visita al Bako National Park, é un parco bellissimo al quale si accede via mare, con una natura esplosiva e le famose scimmie con la proboscide. Se si prenota molti mesi in anticipo si può anche sperare di trovare un alloggio, molto spartano, all’interno del parco. La visita si può fare in autonomia o con la guida, io consiglio la seconda opzione.
Dopo il Bako ci attendono 3 giorni e 2 notti nel Batang Ai National Park; un’immersione totale nella giungla del Borneo, a contatto con i discendenti del popolo Dayak, gli aborigeni del Borneo noti come cacciatori di teste.
Servono cinque ore di auto e due ore di navigazione per raggiungere il Batang Ai da Kuching, é un viaggio lungo ma ne vale veramente la pena.
La sera abbiamo incontrato il capo villaggio che ci ha offerto il vino di riso, abbiamo conosciuto lo sciamano, ci hanno spiegato come si svolge la vita nelle longhouse. In questi villaggi le antiche tradizioni si tramandano di generazione in generazione; le storie e le leggende arricchiscono di mistero questi luoghi già di per se cosi colmi di fascino. L’emozione più grande l’abbiamo provata al rientro in barca verso il villaggio, dopo aver fatto un bagno rigenerante alle cascate, in cima ad un albero, mamma orango e il suo piccolo, scrutavano attenti i nostri movimenti, il tempo di fare qualche foto e di osservare per qualche minuto quelle meravigliose creature e poi ci siamo allontanati subito per non disturbarli.
La tappa nel Borneo si conclude con la visita al centro di recupero degli orangutan di Smenggoh, a circa trenta minuti da Kuching. La nostra guida ci ha spiegato che uni degli scopi principali del centro é quello di sensibilizzare tutti alla protezione di questi splendidi primati.
Quarta tappa: Isole Perhentian
Per raggiungere questo paradiso sono partita da Kuching con un volo interno della compagnia Air Asia e sono atterrata all’aeroporto di Kota Baru, dall’aeroporto, dopo un’ora di auto, si arriva a Kuala Besut, da dove partono le barche veloci che in circa mezz’ora raggiungono le isole Perhentian. Le isole sono due, ho deciso di dormire quattro notti a Pulau Besar e tre notti a Pulau Kecil (la piccola). Se dovessi tornare scegliere Pulau Besar come base per tutte le notti, poiché grazie ai taxi boat é possibile spostarsi in modo semplice e veloce da un’isola all’altra e visitare tutte le spiagge.
La natura di questi luoghi continua a stupirmi…scoiattoli volanti, scimmie, varani, squaletti e tartarughe marine giganti, sabbia bianca e acque limpide.
Le spiagge che più ho amato sono state la spiaggia del PIR dove ho nuotato con le tartarughe; Turtle Beach e la splendida Mira Beach, spiaggia da cartolina che si trova sull’isola di Kecil.
Dopo l’ultima settimana di puro relax mi attende il volo interno della compagnia Scoot che mi riporta a Singapore, per poi salire sul volo intercontinentale verso l’Italia…
Arrivederci Malesia
Non dimenticate di:
- portare dei pantaloni lunghi e leggeri per entrare nei templi; la macchina fotografica con un cavalletto (anche di quelli piccoli) per fare delle foto notturne; la maschera, il boccaglio e una camera subacquea per ammirare e immortalare i meravigliosi fondali delle Perhentian;
- provare lo street food;
- salire al Marina Bay SkyPark di Singapore, sui Supertrees di Gardens by the Bay e perdervi tra le shophouse di Little India;
- scaricare l’app di Grab per spostarvi con facilità e in modo economico in Malesia;
- organizzare una visita alle Batu Caves vicino a Kuala Lumpur;
- passeggiare sul lungofiume di Kuching;
- dormire nella giungla del Borneo;
- nuotare con le tartarughe e gli squaletti alle Perhentian;
Acquisto più simpatico: t-shirt con stampa raffigurante il durian, the king of fruit.
Dove alloggiare
- Qloft Hotel 1929 Chinatown, Singapore
- Strand Hotel, Bencoleen Street, Singapore
- Ibis Hotel, Malacca
- Mov Hotel, Kuala Lumpur
- Astana Wings Hotel, Kuching, Sarawak, Borneo
- Nanga Sumpa Eco Lodge, Batang Ai, Sarawak, Borneo
- The Barat Perhentian isola di Besar
- Chomel Chalet, isola di Kecil, Perhentian
Come muoversi
- Voli intercontinentali: Emirates
- Voli domestici: Air Asia e Scoot Airlines