
Siena, il Palio e la Contrada della Tartuca
Innamorati di una delle regioni d’Italia, la Toscana, secondo noi, fra le più belle e non avendo mai visitato la città del Palio, decidiamo di recarci a Siena. Il nostro desiderio più grande sarebbe quello di vedere anche il Palio, ma per motivi di lavoro, non riusciamo, così torneremo a casa prima del 16 Agosto. Però controllo su internet la possibilità di visitare una Contrada (in tutto ve ne sono 17). Mando così svariate email ed alla fine fra tutte riusciamo a trovare un accordo con la Contrada della Tartuca. La visita sarà guidata, vedremo l’Oratorio (la chiesa della Contrada), il museo con all’interno foto, cimeli, bandiere, costumi, drappi vinti lungo gli anni.
Atterriamo a Pisa, ci rechiamo in treno a Siena dopo aver fatto scalo a Firenze. Dalla stazione di Siena attraversiamo la strada e ci troviamo all’interno di un grande centro commerciale. La stazione e il centro storico, non sono allo stesso livello, da qui si gode di una vista meravigliosa. Dopo 5 minuti a piedi intravediamo la porta della città, Porta Camollia, costruita attorno al 1600 circa, attraverso cui si accede alla città vecchia e che si trova nel territorio della Contrada dell’Istrice. La Porta ha la particolarità di avere le due facciate (quella interna e quella esterna) differenti. Quella esterna è caratterizzata dalla presenza di un colore bianco, non presente nella facciata interna, e di avere il simbolo della città. La facciata interna invece, è di un colore uniforme marron/arancio .
Continuiamo la nostra passeggiata per arrivare al b&b e giungiamo in via Banchi di Sopra, dove si trova la sede e dove nacque la famosa banca Monte dei Paschi. La piazza rettangolare è molto bella, caratterizzata dalla statua di Sallustio Bandini al centro e da tre palazzi: dietro la statua Palazzo Salimbeni (sede centrale della banca, purtroppo non visitabile), Palazzo Tantucci alla sinistra, e a destra Palazzo Spannocchi. Wow! Sembra di essere tornati indietro nel tempo e di vivere nel 1600-1700. Sembra che il tempo non sia passato. Mentre scattavamo alcune foto della piazza scambiamo due parole con un gentilissimo signore senese. Scopriamo così da cosa deriva il nome della Banca: nata nel 1624: dal fatto che a garanzia delle sue operazioni economiche ebbe le rendite dei pascoli, che a quel tempo in dialetto maremmano si chiamavano paschi e che appartenevano allo Stato. Poco più avanti, imbocchiamo via della Città. Una delle più eleganti, caratterizzata da palazzi medioevali. Anticamente conosciuta e chiamata via Galgaria, ciò dovuto al fatto che si trattava di una strada dove erano presenti molte botteghe di artigiani come calzolai e cuoiai. Arriviamo al nostro b&b, molto carino, accogliente, camera arredata con gusto e stile senese che si affaccia sulla via principale. Lasciamo le nostre cose, e dopo una chiacchierata con il padrone di casa, molto gentile e cortese, ci rechiamo all’appuntamento con la nostra guida.
Girato l’angolo notiamo una piccola fontanella (del 1951), da cui sgorga dell’acqua, utilizzata per i battesimi dei bimbi in Contrada. Ogni Contrada ha una sua fontanina. Il rito del battesimo contradaiolo è molto sentito. Il nuovo nato, inizia così a fare parte della Contrada. Il giorno prefissato per lo svolgimento dei battesimi, il priore recita una formula ad hoc per ciascun bimbo, gli viene bagnata la fronte con l’acqua della fontanella, messa al collo la bandiera della Contrada di appartenenza e donato un attestato dell’avvenuto battesimo.
Ecco la nostra guida tartuchina che ci accompagnerà in questo tour. Iniziamo dall’Oratorio. Ogni Contrada ne ha uno suo, dedicato ad un Santo. In questo caso a Sant’ Antonio da Padova, che viene festeggiato il 13 giugno. Sapendo ben poco, se non quasi nulla, sulla storia delle Contrade e del Palio, ci racconta un po’ di storia mentre noi osserviamo la bellezza e ciò che è contenuto all’interno di esso. Innanzitutto le Contrade nascono dalle vecchie Compagnie Militari, in questo caso compagnia Porta all’Arco e Sant’Agata. L’Oratorio non era già presente, ma fu costruito nel XVII secolo dagli stessi tartuchini. La nostra guida, ci fa presente, che qualsiasi lavoro riguardante la Contrada viene fatto dagli stessi contradaioli. A Siena vi sono 17 Contrade, ma solo 10 di loro corrono il Palio (in realtà sono due: uno il 2 Luglio in onore della Madonna di Provenzano, e l’altro ad Agosto, Palio dell’Assunta).
Le 10 Contrade che correranno il Palio vengono scelte tramite un sistema che permette la loro rotazione. Il Palio viene vissuto tutto l’anno, è un gioco di amicizie, di favori. A partire dalla scelta del proprio barbaresco, ossia il cavaliere che salirà in groppa al suo barbero (cavallo). Il Barbaresco, e non fantino, è un vero e proprio mercenario che viene pagato per correre al Palio. La scelta del Barbaresco è fondamentale. Mentre la scelta del barbero è a sorte. Tutti i barbareschi con i loro tradizionali costumi si trovano di fronte a Palazzo Pubblico e con un sistema di palline vengono estratti a sorte i cavalli. I Barbareschi sono dotati oltre che dei loro vestiti, anche di un nerbo. Il nerbo è un bastone creato dal tendine di bue essiccato che serve per un duplice motivi: aizzare il proprio cavallo ad andare il più veloce possibile ed anche come “arma” contro gli altri Barbareschi. Non è la prima volta che gli stessi si danno delle nerbate o che si vedano degli elmetti “nerbati”.
Curiosità che non sapevamo è che anche se il Barbaresco cade da cavallo ed il suo cavallo arriva primo vince ugualmente, basta che però il cavallo abbia in testa la sua bardatura.
Continuiamo la nostra visita passando al Museo. La struttura è stata recentemente ristrutturata e sistemata. È molto ampia, contenente una miriade di cimeli, fotografie e costumi d’epoca, nerbi, elmetti, i drappelli vinti lungo gli anni. La nostra visita si conclude dopo due orette intense di storia, fatti, avvenimenti e curiosità. È stata una fantastica esperienza. Appena usciti dal Museo, ci siamo recati presso un piccolo negozietto che vende oggetti delle Contrade per comprare un souvenir della Tartuca.
Il giorno successivo visita alla bellissima piazza del Campo, con il suo Palazzo Pubblico sede del Comune ed alla torre del Mangia (alta 88 metri), così chiamata dal suo custode soprannominato Mangiaguadagni. Si dice che spendeva tutto ciò che guadagnava in cibo. Comprati i biglietti cumulativi (Torre del Mangia e musei comunali), iniziamo la nostra scalinata. Ci sono un totale di 400 stretti gradini, ma la vista dall’altro è indescrivibile. Si domina tutta piazza del Campo. La torre fu costruita attorno al 1330, con una funzione di torre civica. La giornata è tersa, quindi la vista dall’alto dona ancora di più. Dopo aver mangiato un panino, seduti in Piazza del Campo è ora di rientrare a Pisa per prendere l’aereo e tornare a casa.