Al via la settimana nazionale della birra artigianale, fino al 9 marzo

“Ucciderei tutti i presenti in questa stanza per un sorso di dolce birra”. E come non essere d’accordo con Homer Simpson, metaforicamente parlando è ovvio, quando si è presi da quella voglia irrefrenabile di una bella birra ghiacciata? Meglio se artigianale!

Dal 3 e fino al 9 marzo si celebra in tutta Italia la Settimana della birra artigianale, una iniziativa di Cronache di Birra, che coinvolge con eventi e promozioni oltre 450 tra pub, beershop, associazioni offrendo visibilità ai prodotti dei microbirrifici e a tutte le realtà operanti nel settore.

Ma cos’è la birra artigianale?

Non esistono delle linee guida ufficiali che stabiliscono i confini della sua denominazione. L’espressione può essere considerata come l’opposto semantico di “birra industriale”, cioè dei prodotti delle multinazionali, che si trovano facilmente in tutti i bar e pub italiani.

Innanzitutto la birra artigianale non è pastorizzata, è prodotta senza l’utilizzo di conservanti e con ingredienti di prima scelta. Benché il risultato finale dipenda in larga misura dall’abilità del birraio, spesso il concetto di birra artigianale è correlato a quello di birra di qualità. Le scelte compiute in fase produttiva sono molto diverse da quelle dei grandi birrifici industriali e i motivi sono diversi:

  • Le multinazionali puntano a uniformare il gusto dei loro prodotti, al fine di livellare le aspettative dei consumatori e di raggiungere la più ampia fetta di utenti possibile.
  • Le birre industriali sono sempre filtrate e pastorizzate, in modo da garantire la massima conservazione del prodotto e annullare le eventuali variazioni di gusto rispetto al “modello” originale.
  • Le birre industriali spesso sono prodotte con additivi chimici, conservanti e con surrogati del malto d’orzo, come il riso e il mais, che permettono di contrarre i costi di produzione ma compromettono di gran lunga l’esperienza gustativa.

La diffusione dell’interesse per la birra artigianale muove proprio dal desiderio di rivalutare una bevanda che per lungo tempo è stata associata esclusivamente ai prodotti industriali dei grandi operatori del settore. In Italia è in atto una sorta di “rinascita” della birra di qualità, grazie alla presenza di oltre 600 produttori artigianali, molti dei quali sorti solo negli ultimi anni. Anche altri paesi europei stanno seguendo il processo che è iniziato negli Stati Uniti negli anni ’80 (nel 2003 si contavano negli USA ben 1.426 produttori artigianali). Oggi queste nazioni partecipano attivamente alla scena mondiale della birra artigianale, accanto a potenze dalla nobile tradizione come Belgio, Germania e Gran Bretagna.

Oltre a un’infinità di sconti e promozioni, si contano più di 250 eventi a tema, che vanno da serate di degustazione alla presentazione di nuove birre, da concorsi birrari a visite agli impianti di produzione, da menu speciali a incontri con i produttori. Il risultato è un brulicare di idee capaci di coprire l’intero territorio nazionale e di favorire la diffusione della cultura della birra artigianale in tutto il Paese. Sul sito della Settimana della Birra artigianale potete trovare la mappa con tutti i locali che aderiscono.

Non resta che brindare: cheers!

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Sara Sbaffi

Romana, classe 1982. Giornalista pubblicista dal 2009. Appassionata di viaggi ed enogastronomia. Collaboro con le Guide di Repubblica e il Trovaroma.

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