
Sardegna: a Sa Rocca Tunda il mio mare da bambino
Ero un bambino. Avevo 8 anni e al mare andavo soprattutto, se non quasi esclusivamente, con i miei nonni. Sì, erano loro che ci portavano al mare durante la settimana. I genitori impegnati con il proprio lavoro, non avevano il tempo. Tutto a vantaggio dei nonni che si godevano i loro amati nipotini. Non si aspettava altro che il suono della campanella dell’ultimo giorno di scuola, per poi tornare a casa e iniziare la meritata vacanza estiva. Ciò significava solo una cosa: mare!
L’unico problema era il temutissimo orario di partenza: 8 di mattina. Per noi due fratelli era inconcepibile alzarsi alle 7.30 fare colazione, mettersi il costume, prendere lo zaino del mare con pinne, occhiali, asciugamano, crema solare e posizionarsi fuori di casa per l’arrivo dei nonni. La classica domanda che ci facevamo era: cosa ci facciamo a quest’ora al mare? Non c’è nessuno.
Lasciata la strada provinciale, ci immettevamo in una fatta di sabbia, dove si doveva andare piano anche perché piena di buche, caratterizzata da una serie di piccole e medie casette in pietra ad un piano, abitate dagli stagionali e dalle loro famiglie. Ricordo i fili appesi tra due alberi all’esterno del giardino con i costumi del mare, i materassini dei bimbi pronti per essere utilizzati, il profumo del caffè mattutino e chi preparava il pranzo per poi trovarlo pronto per mezzogiorno una volta tornati a casa.
Dopo una piccola salitella, si arrivava a Sa Rocca Tunda, in provincia di Oristano. Che spettacolo! La cosa più bella era il mare piatto, calmo, come se fosse quasi petrolio. Un silenzio insolito per la spiaggia, fatta di rumori, di voci, di musica, di telefonini che suonano, di schiamazzi….un mare diverso, un mare d’altri tempi! E che mare! Un profumo unico, fatto anche dai profumi della macchia mediterranea sarda, il mirto, l’elicriso, profumi unici, caldi, intensi! La spiaggia era praticamente deserta, ad eccezione di un piccolo gruppo di suore vestite di bianco che facevano la loro passeggiata mattutina lungo il bagnasciuga, alzando leggermente la loro veste e abbronzandosi ai primi raggi mattutini.
Parcheggiata la macchina all’ombra, sotto un vecchio ed enorme albero, iniziavamo a portare tutte le nostre cose dentro casa: pentole, piatti di plastica, bicchieri, posate, buste della spesa colme con ogni ben di Dio, damigiane d’olio, pane sardo fatto in casa, cassette di frutta, dolci sardi alle mandorle e una bottiglia di buon vino rosso il Cannonau che accompagnava sempre le pietanze.
Sistemato tutto nel cucinino, la nonna iniziava la sua opera d’arte: preparava il pranzo. Che delizia! Certo non erano pranzi veloci e leggeri per essere al mare e per fare il bagno dovevi aspettare almeno tre ore. E guai se non mangiavi!
L’unico orario in cui nostro nonno si concedeva un bagno era il mattino presto. In tarda mattinata e nel pomeriggio, invece prendeva il sole. Aperto il cancello in legno, eravamo già sulla spiaggia! Piantato l’ombrellone e stesi gli asciugami (per modo di dire stesi…), la prima cosa era quella di andare a sentire la temperatura dell’acqua.
Che ridere i bagni col nonno! Il giorno precedente, ci aveva regalato un grande canotto di colore rosso. Era il momento perfetto per utilizzarlo. Mio fratello ed io eravamo preoccupati perché non avevamo una pompa per gonfiarlo, ma avevamo dimenticato che c’era il nonno! In pochi minuti il canotto era in acqua. Tutti e tre sul canotto a ridere, scherzare, schizzarci, farci i gavettoni d’acqua. Eravamo spensierati, felici ed allegri. Ogni tanto la nonna si affacciava dal balcone della casetta per controllare. Lei non era amante della spiaggia e del mare, ma adorava la vista da quel balcone. Se non ci si accorgeva della sua presenza, sbracciava le mani e sventolava un canovaccio bianco da cucina, sino a che noi non la salutavamo.
A mezzogiorno era l’ora del pranzo, in una grande tavola di legno, imbandita con tutte le portate la nonna iniziava a riempire i piatti (e che porzioni): spaghetti con bottarga di muggine e olio extravergine d’oliva sardo, polpette con sugo di pomodoro e piselli, insalata mista, gustosissime albicocche (dell’orto dei nonni) e i tipici e buonissimi dolcetti sardi alle mandorle! Che abbuffata! Per noi il pranzo era finito, mentre i nonni bevevano un buon caffè seduti questa volta sulla terrazza! Dalle 8 della mattina alle 14 (ora fine pranzo), la spiaggia aveva assunto tutto un altro aspetto, la magia della mattina era svanita.
Dopo pranzo mio fratello ed io aiutavamo la nonna a sistemare tutto mentre nonno andava a farsi un sonnellino! Dopo una lunga attesa tornavamo in spiaggia per un ultimo bagno prima di aiutare i nonni a ricaricare tutto in macchina e ripartire direzione casa!
I nonni avevano ragione: il mare la mattina presto ha tutto un altro sapore!

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