
San Marino: una giornata nell’antica “Terra della Libertà”
Poco più di sessanta chilometri quadrati di placidi colli, dominati dall’erto Monte Titano, ospitano la più antica Repubblica del mondo ad oggi esistente: San Marino. Una piccola ma affascinante enclave della penisola italiana, che oltre diciassette secoli di storia hanno arricchito di vestigia e di un popolo generoso, ospitale e fiero della propria identità nazionale.
Incastonata tra Emilia-Romagna e Marche, a due passi dalle celebri spiagge adriatiche di Rimini e Riccione, San Marino è una meta che ha tanto da offrire tra mirabili edifici, capolavori artistici e molte altre peculiarità.
Diciassette secoli di storia
Le origini storiche dell’antica Repubblica sono un misto di leggenda e di tradizione cattolica.
Sul finire del III secolo d.C., due tagliapietre cristiani, Marino e Leo, fuggirono dalla natìa isola di Arbe (in Dalmazia) per scampare alla feroce persecuzione messa in atto dall’imperatore romano Diocleziano. Traversato l’Adriatico, giunsero alle pendici del Monte Titano, ove trovarono impiego nelle cave da cui era estratta la pietra per la costruzione delle mura di Ariminum (l’odierna Rimini).
Dopo alcuni anni, le loro strade si separarono. Leo intraprese vita spirituale sul vicino Monte Feliciano (ove sarebbe sorta l’odierna San Leo), mentre Marino, dopo alcuni anni di proselitismo cristiano ad Ariminum, si stabilì sul Titano.
Al tempo, la montagna era di proprietà di Felicissima, ricca domina romana. Il figlio di costei, Verissimo, non tollerava la presenza di Marino nei possedimenti di famiglia e minacciò di scacciarlo. Allora, il futuro Santo pregò Dio di fermare il giovane, che cadde immediatamente paralizzato nei movimenti e nella parola. Felicissima chiese perdono a Marino, offrendogli, in cambio della guarigione del figlio, la propria conversione e una terra ove creare una comunità cristiana. Verissimo riacquistò immediatamente piena salute, mentre sul Titano nasceva la piccola Repubblica: era il 301 d.C.

Sessantacinque anni dopo, nel 366, Marino, nel frattempo nominato diacono dal vescovo riminese Gaudenzio, morì, pronunciando – secondo la tradizione – la frase “Relinquo vos liberos ab utroque homine”: vi lascio liberi da entrambi gli uomini (cioè, dall’Imperatore e dal Papa).
La comunità del Titano conservò per sempre quelle parole nella mente, difendendo la propria libertà ad ogni costo. Fortificato il monte, nell’XI secolo la Repubblica di San Marino si proclamò libero comune e progressivamente acquistò una serie di vicini castelli, aumentando la propria estensione.
L’ordinamento repubblicano, che impediva a soggetti forti di prendere il potere, e la ridotta estensione territoriale persuasero molti Stati vicini che San Marino fosse una facile preda per le proprie conquiste. Non fu così. La fiera Repubblica difese la propria identità contro diversi soprusi (l’ultimo, il tentativo di annessione allo Stato Pontificio da parte del Cardinale Giulio Alberoni, fu scongiurato nel 1740) e la sua indipendenza fu dapprima riconosciuta da Napoleone Bonaparte, nel 1797, durante la Campagna d’Italia e successivamente ribadita al Congresso di Vienna del 1815.

A metà Ottocento, fu adottata l’odierna bandiera bianca e azzurra con al centro lo stemma nazionale. Su quest’ultimo, sotto uno scudo recante le tre rocche del Monte Titano, campeggia un candido drappo che reca l’eterno motto nazionale “Libertas”. Una libertà che ancora oggi, dopo diciassette secoli, è conservata con tenacia dal popolo sammarinese.
Popolo, quest’ultimo, contraddistintosi nei secoli per la propria grande generosità. Durante le guerre d’indipendenza italiane, molti volontari partirono dal Titano per unirsi ai patrioti che combattevano per l’unità d’Italia. Nel 1849, peraltro, la Repubblica diede ospitalità a Giuseppe Garibaldi e a circa duemila suoi militi, incalzati dalle truppe austriache.
In occasione della prima guerra mondiale, oltre a volontari, la Repubblica di San Marino inviò al fronte anche un ospedale da campo con personale medico-sanitario. Tra i feriti soccorsi, vi fu anche un giovane soldato statunitense che, in seguito, sarebbe divenuto uno dei più famosi scrittori del Novecento: Ernest Hemingway.
Ma lo slancio di generosità più straordinario degli abitanti di San Marino si verificò durante la seconda guerra mondiale: in occasione del passaggio del fronte, la Repubblica, rimasta neutrale, diede asilo a centomila sfollati italiani, pari a otto volte la popolazione sammarinese dell’epoca!
All’ombra del Monte Titano
Il primo elemento che si nota avvicinandosi al territorio della Repubblica, sia che si provenga dalla riviera adriatica, sia che si giunga dall’entroterra appenninico, è il Monte Titano.
Il lato orientale del massiccio è una ripidissima parete di roccia alta più di 700 metri, impossibile da risalire. Più dolce è, invece, la pendenza del lato occidentale, su cui poggia la Città di San Marino (qui chiamata semplicemente “Città”), capitale della Repubblica.
Quassù si può arrivare per strada, per l’appunto, solo da ovest. Ma, sull’altro versante, c’è un’alternativa altamente consigliata: una comoda e suggestiva funivia con partenza da Borgo Maggiore e con arrivo direttamente nel centro storico della capitale. Il biglietto di andata e ritorno costa 4,50 € e il servizio, attivo per gran parte della giornata, è condotto con corse effettuate ogni 15 minuti. L’ascesa (e la discesa) dura appena due minuti, ma regala una vista mozzafiato dal Monte Titano al mare.
Altro consiglio, per chi intende visitare i musei nazionali (Museo San Francesco e Museo di Stato) e i principali edifici di Stato situati nella città vecchia (Palazzo Pubblico e prime due torri), è di attivare la “TuttoSanMarino card”: con appena 7,50 € si può accedere a dette locations (tutte con ingresso a pagamento) nei dieci giorni successivi alla prima convalida.
Per le strade della capitale
Appena usciti dalla torretta che ospita il capolinea della funivia, ci si trova in pieno centro storico, in Contrada del Collegio.
Il primo impatto è quello di un borgo molto vivace. Si incrociano turisti da ogni parte del mondo, lungo stradine colme di bar, ristoranti e negozi che vendono di tutto. Non solo botteghe con souvenir; ci sono anche negozi di abbigliamento, pelletterie, orologerie, gioiellerie e bigiotterie, persino diversi negozi di armi.
Non dimentichiamo che San Marino non è Italia e che qui la legge del Belpaese non vige. Fare acquisti, per non pochi generi di merci, risulta piuttosto conveniente, anche perché l’antica Repubblica non applica l’IVA.
Ciò vale anche per le sigarette (ma, occhio, fumare fa male!): un pacchetto qui costa circa 30-40 centesimi in meno che in Italia, motivo per il quale non è raro vedere a San Marino italiani che escono dalle tabaccherie con buste colme di stecche di bionde.
Più salutari (e meno dispendiose) del tabagismo sono sicuramente la numismatica e la filatelia, i cui appassionati qui trovano parecchio materiale per le proprie collezioni. San Marino produce, infatti, monete e francobolli rari, molti dei quali si trovano in vendita in svariati esercizi.
Chi colleziona gli euro è bene che non nutra troppe speranze di raccogliere le monete sammarinesi con i resti erogatigli dai commercianti: la grande quantità di turisti da ogni parte del mondo rende assai più probabile ricevere monete italiane o di altri Paesi dell’Eurozona! Le monete sammarinesi sono coniate per lo più per i collezionisti e restano rilegate nelle apposite confezioni di plastica, tese a preservarne la lucentezza e ad evitare graffi.
Nel cuore della Repubblica
A due passi dal capolinea della funivia sorge Piazza della Libertà, contraddistinta da uno splendido panorama sul lato appenninico di San Marino, nonché dal Palazzo Pubblico.

Costruito sul finire dell’Ottocento, l’edificio fu inaugurato il 30 settembre 1894. Alla cerimonia intervenne Giosuè Carducci, che pronunciò un celebre discorso noto come “La libertà perpetua di San Marino”. In quel periodo, il poeta toscano scrisse anche un testo per l’inno nazionale sammarinese, che però, pur divenendo molto popolare tra i sammarinesi, non fu mai adottato. Il risultato è che oggi il bellissimo inno della Repubblica non possiede un testo ufficiale.
Coronato da merli guelfi e da una torre campanaria, il Palazzo Pubblico presenta una facciata in pietra arenaria, con tre ampie monofore e altrettante arcate a sesto acuto.
Sotto le arcate, nelle loro splendide uniformi verdi e rosse, prestano servizio le Guardie di Rocca.
In effetti, il Palazzo Pubblico è l’edificio ove si riuniscono sia il Consiglio Grande e Generale che il Congresso di Stato, rispettivamente il Parlamento (monocamerale) e il Governo della Repubblica. In più, dal suo balcone sono annunciati i Capi dello Stato: a San Marino sono due, vengono detti “Capitani Reggenti” e sono eletti dal Consiglio ogni sei mesi (1° aprile e 1° ottobre).
La visita del Palazzo Pubblico è altamente raccomandata. Interessante è, in particolare, la Sala del Consiglio Grande e Generale, ove si trovano gli scranni dei consiglieri (cioè, dei parlamentari) sammarinesi sotto “L’apparizione di San Marino al suo popolo” (1894) dell’artista Emilio Retrosi.
Nello Scalone d’Onore, invece, risalta un busto del presidente statunitense Abramo Lincoln, grande stimatore della Repubblica di San Marino, la quale, nel 1861, lo ricambiò conferendogli la cittadinanza onoraria.

Uscendo dal Palazzo Pubblico si nota una bianchissima statua: raffigura una guerriera che brandisce una bandiera e con in testa una corona con tre torri. È la “Statua della Libertà” di San Marino, la quale, pur infinitamente più piccola dell’omologa newyorkese, sintetizza alla perfezione l’indomita risolutezza del popolo del Titano a mantenere la propria indipendenza.
Scolpita in marmo di Carrara da Stefano Galletti nell’Ottocento, fu donata alla Repubblica dalla contessa tedesca Otilia Heyroth Wagener nel 1876.
La Basilica di San Marino

Dopo il fulcro della scena politica sammarinese, merita una visita anche il cuore della vita religiosa della Repubblica. In fondo a Piazza della Libertà, pertanto, saliamo in Contrada del Collegio e successivamente nel Piazzale Domus Plebis. Risalterà subito una mirabile architettura neoclassica, con sei colonne corinzie che reggono un frontone, sulla cui base è incisa la dedica “DIVO MARINO PATRONO ET LIBERTATIS AUCTORI SEN. P.Q.” (al divino Marino, patrono e portatore di libertà – Il Senato e il Popolo).
È la Basilica di San Marino, dedicata al Santo fondatore della Repubblica. Edificata nell’Ottocento in sostituzione di una precedente pieve, costituisce una concattedrale della Diocesi di San Marino-Montefeltro (la cui cattedrale principale è il Duomo di Pennabilli).
Nella Basilica, che custodisce il cranio e alcune reliquie di San Marino, due papi hanno pregato nelle epoche più recenti: Giovanni Paolo II (1982) e Benedetto XVI (2011).
Centro della cristianità sammarinese, rappresenta anche un luogo di grande importanza per la storia civile della Repubblica. Il 25 marzo 1906 vi si tenne l’Arengo (lo storico organo rappresentativo del popolo, che era composto dai capifamiglia sammarinesi) con cui si decise l’indizione del referendum che avrebbe portato all’elezione a suffragio universale (maschile; le donne qui votano dal 1959) del Consiglio Grande e Generale (fino ad allora composto da consiglieri scelti dai loro predecessori) e alla nascita della democrazia nella Repubblica.

Passeggiata tra le tre Torri
Il profilo del Monte Titano è quello di un ripido massiccio con tre vette. Su queste, come sentinelle a guardia dell’ultramillenaria libertà di San Marino, svettano tre torri, unite da una cinta muraria dotata di camminamento.
La prima torre, nota comunemente come Rocca o Guaita, è la più antica (X secolo) e la più imponente. Più propriamente si tratta di un fortilizio composto da due cinte murarie: una interna, che racchiude vari edifici (tra cui una cappella, una torre campanaria, un’altra torre detta “della Penna” e dei locali usati in passato come alloggiamenti per i militari e poi come carceri), e una esterna, rinforzata da altri torrioni.
Nel cortile della Guaita si trovano vari pezzi di artiglieria, tra cui due cannoni, dono del re d’Italia Vittorio Emanuele III, utilizzati (a salve) nei giorni di festa dalla Guardia di Rocca.

Usciti dalla Guaita, per raggiungere la torre successiva è necessario utilizzare il cosiddetto “Passo delle Streghe”, così chiamato perché, secondo una leggenda locale, nottetempo era luogo di riunione di fattucchiere.
Dopo pochi minuti di cammino si giunge alla seconda torre, detta Cesta (o Fratta). Costruita nel XIII secolo, è anch’essa formata da più cinte difensive. Oggi ospita il Museo delle armi antiche.
La Cesta sorge sul punto più alto della Repubblica di San Marino (755 m s.l.m.) ed offre un meraviglioso panorama che spazia dall’Appennino romagnolo al mare Adriatico. Addirittura, nelle più limpide mattine d’inverno si possono persino osservare le cime delle Alpi Bebie, lungo le coste della Croazia!

Assai più isolata, e raggiungibile tramite un percorso attraverso un bosco (che costituisce area protetta), è la terza torre, chiamata Montale. Si tratta, in questo caso, di una sola torre, non aperta al pubblico, di forma pentagonale. Fu edificata (tra il XIII e il XIV secolo) al fine di tenere sott’occhio il castello di Fiorentino, oggi in territorio sammarinese ma all’epoca di proprietà dei Malatesta, signori di Rimini e sovente in rotta con l’antica Repubblica.
Musei da visitare
San Marino offre una grande quantità di musei. Diciamo che l’intera Repubblica ne ospita tanti, ma qui si menzioneranno solo quelli (situati nella capitale) visitati da chi scrive.
Anzitutto, si citano i due principali musei nazionali: il Museo San Francesco, nell’omonima chiesa, che ospita una splendida pinacoteca di arte sacra rinascimentale; e il Museo di Stato, con opere archeologiche e artistiche e un’ampia collezione di monete sammarinesi.
Gli appassionati della pittura hanno a disposizione anche un altro museo statale: la Galleria d’arte moderna e contemporanea, con opere, fra gli altri, di Renato Guttuso, Mauro Chessa e Michele Cascella.
Infine, merita una visita anche il Museo delle curiosità, che ospita, in originale o riprodotte, centinaia di insolite stranezze, come ad es. l’uomo più alto e quello più tatuato del mondo, un orologio a naso e una trappola per pulci!

Tradizione balestriera
Quando si torna alla funivia, l’occhio cade su un profondo avvallamento racchiuso entro le mura della città vecchia. Trattasi di un’ex cava (da cui, in passato, fu estratta la pietra per il restauro del Palazzo Pubblico) trasformata in area per il tiro con la balestra. Non a caso, prende il nome di Cava dei Balestrieri.
La tradizione sammarinese, in proposito, è molto radicata. Temibile arma un tempo necessaria per la difesa della Repubblica, la balestra è oggi strumento sportivo della Federazione Balestrieri Sammarinesi. La Cava ospita, il 3 settembre di ogni anno, in occasione della festa del Patrono San Marino, il Palio delle balestre grandi, oltre ad una serie di altri eventi organizzati dalla federazione sammarinese o dalla Federazione Italiana Balestrieri, di cui è membro fondatore.
In quelle occasioni, lo scoccare dei verrettoni, dei quadrelli e dei bolzoni riecheggia sulla sommità del Titano per l’ennesima volta in diciassette secoli, sotto l’indomita bandiera bianco-azzurra che sancisce l’ultramillenaria indipendenza della piccola ma gloriosa Repubblica.
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