B&b casettazzurri viaggio a Reggio Calabria

Rotta verso sud, un viaggio tra Reggio Calabria e Scilla (parte 1)

Aver vinto uno dei content game di Gente in Viaggio mi ha dato la possibilità di visitare le splendide terre della Fata Morgana. Non smetterò mai di ringraziare Gente in Viaggio per questa incredibile opportunità. Il premio era molto ricco, prevedeva due notti nel B&B CasettAzzurri, nel cuore di Reggio Calabria, una degustazione di prodotti del territorio, presso il B&B Casa Vela, nello splendido borgo di Chianalea, a Scilla, i biglietti per il museo archeologico a Reggio (tutto per due persone), un e-book sul bergamotto e una stampa fotografica 30×30 su legno, realizzata da Legnogram.

Inutile dirlo, erano premi fantastici che non potevo lasciarmi sfuggire.

Su suggerimento di Michele, proprietario di CasettAzzurri, io e mio marito organizziamo il viaggio da venerdì 11 a domenica 13 settembre scorsi, per partecipare alla festa della Madonna della Consolazione, la più importante che si tiene a Reggio Calabria, ogni secondo fine settimana di settembre.

Da Roma, in un’ora d’aereo siamo a Reggio. Michele da subito ha dimostrato una grande disponibilità nei nostri confronti, venendoci a prendere all’aeroporto. Abbiamo l’impressione di conoscerlo da una vita. Durante il viaggio in macchina prendiamo presto confidenza. Si vede che è abituato a trattare con le persone. Forse sono state le sua esperienze all’estero a conferirgli la giusta attitudine per avere a che fare con i clienti e gestire un B&B. In 15 minuti siamo a CasettAzzurri.

Il B&B è molto accogliente, una vera casetta azzurra, anche se il nome, ci racconta Michele, deriva dalla nazionale di calcio italiana, gli Azzurri, che Michele e i suoi amici guardavano durante il mondiale del 2006, riuniti in quella che era stata la casa della nonna di Michele.

Michele Casetta Azzurri

In un’area della cucina, Michele ha la sua postazione di comando, da cui gestisce l’attività, accanto a chitarre, casse e il trofeo per il secondo posto al torneo di calcetto.

Non stanchi dal viaggio, usciamo in esplorazione della città. Siamo a un passo dal centro e dallo splendido lungomare Falcomatà, che ci godiamo al tramonto, tra sportivi che fanno spinning davanti allo Stretto di Messina, pescatori e chi passeggia come noi.

Il tramonto di fine estate sul lungo lungomare di Reggio è indubbiamente molto romantico.

Arriviamo al centro della città. I preparativi per la festa vengono ultimati nella piazza della basilica cattedrale SS Assunta in Cielo, ricostruita, insieme a tutta Reggio, dopo il terremoto del 1908.

Corso Garibaldi, la via principale, è animato da tantissime persone. Ammiriamo gli splendidi palazzi dei primi decenni del 900, come il Palazzo San Giorgio, sede del Comune, il Palazzo Foti, sede della Provincia, il Teatro Francesco Cilea che contiene una ricca pinacoteca. Lungo il Corso troviamo numerosi venditori di “mustazzola” i mostaccioli, biscotti fatti col miele. Buonissimi.

mostaccioli

Su consiglio di Michele ceniamo da Birri Basta, un pub/birreria che non ci lascia indifferenti. Alle 19:40 siamo i primi clienti. Con i Beatles in sottofondo, sfogliamo il menù birre più di una volta. 27 pagine di birre classificate per stato. Sono attratta da una birra che viene prodotta solo una volta l’anno: il 6 dicembre e invecchiata per 10 mesi prima dell’imbottigliamento, è la Samichlaus Helles, ma ha 14 gradi. Desisto e mi faccio consigliare dal cameriere.

birre

Alle 21 usciamo. L’aria è fresca e Messina brilla in fondo a via Cattolica dei Greci. Da ogni strada perpendicolare tra Corso Garibaldi e il lungomare ci si affaccia sullo Stretto.

Reggio

Altra dritta di Michele per concludere la serata: raggiungere l’eremo. Ci avviamo su una strada in salita, tra macellerie che arrostiscono carne sul marciapiede e un viavai di persone, sempre più intenso. Gruppi di scout, suore, giovani e vecchi, percorrono la via in salita e in discesa. Ad un bivio ci aggreghiamo a un gruppo di signore ed entriamo in una cappella molto piccola che espone l’effige della B.V. della Consolazione. 12 sedie di plastica sono tutto ciò che la chiesetta riesce a contenere. Due vecchi seduti su sedie simili all’esterno dell’ingresso, paiono i custodi della chiesa.

Proseguiamo verso la cima del colle, camminando in mezzo alla strada. I marciapiedi sono occupati dalle macchine parcheggiate. Con difficoltà avanziamo tra capannelli di tarantellari, motorini sgasanti e passeggini. Il fiume di gente ci trascina sempre più a fatica. Davanti all’insegna “Ortopedia e Faggiana” alcuni ballerini di tarantella. Tutti maschi, chiedo il perché, “Le donne non ballano per pudore” mi risponde un signore.

Non perdiamo il flusso di pellegrini chiassosi tra lo smog. Bancarelle grandissime di palloncini Masha e Orso lungo la via, mi ricordano che siamo nel 2015.

Le birre e la salita estenuante hanno preso le mie ultime forze. Trascino le gambe sui 59 gradini. Ce l’ho fatta. Entro nella grande chiesa moderna, ma il caldo e la folla riunita per la messa di mezzanotte mi fanno subito uscire. Da vera pellegrina, cerco un po’ d’acqua.

Reggio

Stanchi, c’incamminiamo sulla via del rientro, tra la folla, le macchine, i motorini e i passeggini. A metà strada incontriamo Michele che allegro si dirige all’eremo. Noi rientriamo, esausti.

Dormo come un sasso fino alle 4 del mattino. A svegliarmi è un rumore che somiglia ad un rullare di tamburi. Il ritmo è ripetitivo. Mi affaccio alla finestra, ma non vedo nulla. La mattina scoprirò di esser stata l’unica ad aver sentito quel rumore. Michele e mio marito mi guardano un po’ dubbiosi. “Non l’ho sognato” provo a convincerli. Quel ritmo resta per ora un mistero.

Dopo una colazione energetica con i cornetti caldi presi da Michele, c’immergiamo nuovamente nella folla che attende l’arrivo del quadro della Madonna della Consolazione, portato giù dalla chiesa dell’eremo. Ci avrà messo un bel po’ a percorrere la discesa, penso. Per fortuna non si vedono macchine né motorini in mezzo alla folla. Solo fedeli a piedi stamattina. Pare che tutta Reggio sia qui. Ovviamente, non possiamo mancare.

Reggio

Eccoci qui insieme a Michele.

Michele Casetta Azzurri

Seguiamo la consegna del quadro al Vescovo e alla città e ci accodiamo alla processione, fino alla cattedrale. Incontriamo alcuni amici di Michele e percorriamo una strada alternativa alla folla, per vedere altre bellezze di Reggio, non solo monumentali.

castello aragonese

Il castello denominato “Aragonese” è una fortezza ampliata dagli Aragonesi, sorta sulle antiche fortificazioni della città. La Chiesa degli Ottimati è la ricostruzione della chiesa probabilmente sorta nel X Secolo.

chiesa Reggio

Proseguiamo per uno spuntino, che sembra più un pranzo. Per fortuna nessuno di noi è attento alle calorie. Ci dirigiamo in una macelleria, per assaggiare le frittole: panino imbottito di carne di maiale bollita per tante ore nel suo stesso grasso, all’interno di un grosso calderone. La carne è poi condita col pepe nero. È così tenera che si scioglie in bocca.

foto 20

All’improvviso sento il suono di tamburi avvicinarsi. È lo stesso che mi aveva svegliata. Lascio il gruppo, pronta a svelare il mistero della notte passata. Ed eccoli i suonatori di tamburi che al ritmo quasi di una marcia, accompagnano il gigante e la gigantessa, due grandi statue in cartapesta che rappresentano il tiranno moro e la dama cristiana conquistata.

foto 21

Svelato il mistero, l’orologio ci ricorda che è tempo di lasciare la festa, per il momento. Ci avviamo alla stazione dei treni. Destinazione Scilla. Il caos e l’allegria della festa lasciano il posto alla tranquillità di un pittoresco borgo sul mare.

…a presto, con la seconda parte!

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Rotta verso sud, un viaggio tra Reggio Calabria e Scilla (parte 2) - Gente in viaggio
6 anni fa

[…] anche la prima parte del viaggio di […]

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Calabria senza parole - Gente in viaggio
7 anni fa

[…] verso sud, viaggio tra Reggio Calabria e Scilla, parte 1 e parte […]

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