Roma e il Campidoglio: tra storia e leggenda

Tra i celebri e mitici sette colli di Roma, il più importante – anche se il più piccolo – fu il Campidoglio, vero e proprio cuore pulsante dell’Urbe! Si racconta infatti che proprio sulle sue due alture, il Capitolium e l’Arx, separate da un avvallamento (corrispondente alla piazza michelangiolesca), sorsero alcuni villaggi abitati prima dai Greci giunti insieme ad Eracle (Ercole) e poi dagli stessi discendenti dei Troiani che accompagnarono Enea nella sua fuga da Troia!

Il ruolo centrale del Campidoglio nella storia cittadina crebbe notevolmente durante i secoli: è qui infatti che i romani, già all’inizio della Repubblica, costruirono alcuni dei loro più importanti monumenti, a tal punto che furono poi più volte restaurati anche durante la fase imperriale. Qualche esempio? Tre importantissimi luoghi di culto: il principale era ovviamente il Tempio di Giove Capitolino venerato insieme alle altre due divinità della triade capitolina, Giunone e Minerva; a cui si aggiunse poi il Tempio di Giunone Moneta, il cui appellativo è riferito alla specifica qualità di ammonitrice della divinità e il Tempio di Veiove, divinità corrispettiva giovanile ed infera di Giove. Ma non finisce qui.

Fu infatti sul Campidoglio che venne edificato un altro edificio fondamentale per l’amministrazione cittadina, il Tabularium e cioè l’Archivio di Stato, così chiamato perché è qui che venivano conservate le tabulae di bronzo con le leggi e gli atti ufficiali dello stato romano!

Cosa successe al Campidoglio con la caduta dell’Impero romano? Durante il Medioevo, il Campidoglio confermò di fatto tutta la sua importanza, venendo nuovamente scelta come sede dell’amministrazione cittadina: l’antico Tabularium fu infatti inglobato e trasformato nella nuova sede del Senato cittadino, Palazzo Senatorio. Verso la metà del 1400, fu invece costruito Palazzo dei Conservatori, sede della magistratura elettiva, il cui compito era amministrare la città. Ma la sistemazione più significativa si ebbe certamente nel Cinquecento quando papa Paolo III Farnese affidò a Michelangelo Buonarroti il compito di ridisegnare completamente piazza del Campidoglio che fu completamente ruotata in modo da guardare al “nuovo” centro di potere, la Basilica di San Pietro, e non più al Foro Romano. Michelangelo per fare ciò dovette ridisegnare e riprogettare i due palazzi qui presenti e per amore di simmetria, ne fece costruire un terzo, Palazzo Nuovo, proprio di fronte a Palazzo dei Conservatori: con le loro facciate specularmente identiche, diventarono così perfette quinte scenografiche!

Completa l’elegante sistemazione michelangiolesca la realizzazione della cordonata, la grande scalinata di accesso al colle che deve il proprio nome ai larghi elementi trasversali in pietra che la costituiscono, detti appunto “cordoni”.

A livello decorativo, Michelangelo decise di posizionare proprio al centro della piazza la statua equestre di Marco Aurelio in bronzo dorato (l’originale è oggi custodita nei Musei Capitolini, mentre quella in piazza è una copia), rendendola fulcro dell’intero complesso. Michelangiolesca fu inoltre l’idea della pavimentazione: uno articolato spazio ovale con disegno a stella, che però fu realizzato realmente solo nel 1940! Questo perché Michelangelo morì prima di poter vedere concluso questo suo immenso capolavoro architettonico.

Raccontano tutto questo glorioso passato cittadino del Campidoglio, non solo le sue presenze architettoniche, ma anche e soprattutto quelle decorative, come per esempio le due statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, in cima alla cordonata o ancora la statua di Cola di Rienzo, realizzata da Girolamo Masini nel 1887 accanto al luogo in cui il tribuno fu giustiziato!

Allietano inoltre la visita le numerose fontane presenti in tutta la piazza, tra cui quelle sulla facciata di Palazzo Senatorio, con le monumentali statue dei fiumi Nilo e Tevere e, dentro la grande nicchia centrale, quella con la dea Roma. La più celebre però è la statua di Marforio, protagonista insieme a Pasquino del gruppo delle cosiddette Statue Parlanti che tanto hanno sollevato il malcontento popolare contro i potenti del passato grazie ai loro irriverenti cartelli satirici!

Le più curiose però sono le due fontanelle ai piedi della cordonata: due leoni in basalto nero, che provengono forse dal Tempio di Iside e Serapide nel Campo Marzio, e che nel XVII secolo sembra abbiano raggiunto il massimo della loro popolarità. Come mai? Perché durante specialissimi festeggiamenti cittadini, invece della consueta acqua gettavano l’una vino bianco e l’altra vino rosso!

Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale

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