
Rocca Calascio, un’esperienza mistica in Abruzzo
Un luogo fuori dal tempo, magico, spirituale. Per descrivere Rocca Calascio non bastano gli aggettivi. Bisogna andarci.
Gente in Viaggio ci è arrivata con una bella camminata, di un’oretta abbondante, immersi nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Colline e montagne brulle, rocce e paesaggi incontaminati a perdita d’occhio.
Lungo il sentiero che parte da Santo Stefano di Sessanio si arriva nel borgo più alto dell’Italia centrale e semi abbandonato, dove sorgono il Rifugio della Rocca (albergo e ristorante) e Da Clara (anch’esso hotel e ristorante). Salendo per le viette arroccate del borgo si scorge il castello medievale tanto amato da fotografi e cineasti. Rocca Calascio infatti è stato il set cinematografico di numerosi film, famoso soprattutto per “Ladyhawke” (con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer) e “Il nome della Rosa” (con Sean Connery), ma anche “Il viaggio della sposa” (di Sergio Rubini) e “L’orizzonte degli eventi” (con Valerio Mastrandrea).
L’atmosfera che si respira salendo verso la rocca è suggestiva, tutt’intorno non c’è nulla, solo rocce e prati. Consiglio: scarpe da ginnastica o da trekking, vestiti comodi perché il percorso è un pochino accidentato, in salita bisogna arrampicarsi tra le rocce.
Prima s’incontra la Chiesetta di Santa Maria della Pietà, a base ottagonale. Il tempietto, secondo la tradizione, fu edificato proprio lì dove gli abitanti di Rocca Calascio sconfissero un gruppo di banditi che razziava i loro averi.
Continuando sul sentiero verso la Rocca si notano delle piantine con attaccati piccoli foglietti scritti a mano: “Sono una specie protetta: non mi strappare!”. Questa è la tutela del territorio che ci piace!
Poco più in là, alzando gli occhi si scorge la Rocca, bella, fiera e affascinante si staglia verso il blu del cielo (e qualche nuvola che c’era, ma rendeva il tutto ancora più mistico). Quando si arriva alla chiesa di Santa Maria della Pietà lo sguardo si perde nel panorama. E qui iniziano le carrellate di fotografie, come quelle bellissime che Valerio Bellucci e Serenella Mancini hanno scattato per noi (la fotogallery in basso).
Da giungo a settembre, tutte le domeniche e i giorni festivi (e tutti i giorni di agosto) è possibile visitare il castello, gratuitamente, grazie alla passione di un gruppo di giovani volontari di “Nuova Acropoli” de L’Aquila che assistono i visitatori. E lo scenario da una delle fortificazioni più alte d’Italia è davvero suggestivo: dalle vette del Gran Sasso alla Maiella fino ai monti Sirente e Velino.
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