giardini iblei chiesa dei cappuccini

Ragusa Ibla, un patrimonio dell’Unesco dove sentirsi a casa

Eravamo io, Margherita di The Crowded Planet, Stefania e Serena. Non 4 amici al bar ma due blogger e due persone che lavorano per la web company Sicilying, il market place di esperienze turistiche che vi abbiamo presentato un po’ di tempo fa e che ha permesso a due ragazzi di Stromboli di poter vivere un’esperienza fantastica sull’Etna.

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Da sinistra: Serena, Alessio, Stefania e Margherita

Ma torniamo a noi. Siamo a Ragusa per #Sicilying. Nostra mission è quella di scoprire l’offerta rurale di questa zona della Sicilia in cui ancora non ero mai stato (mea culpa, lo so) e francamente non avevo ancora ben capito cosa mi stavo perdendo. Adesso lo so.

Ragusa è una cittadina molto tranquilla circondata dai “monti” Iblei. Che poi a chiamarli monti in realtà si esagera, visto che si tratta di particolarissime colline tondeggianti ricoperte da macchia mediterranea che è segnata in verticale da muretti a secco mentre in orizzontale il terreno risulta diviso da antiche formazioni a gradino, che all’occhio amplificano il colore grigio della pietra calcarea di queste zone. Il verde non è preponderante.

Li vedo i Monti Iblei. Ce li ho davanti agli occhi mentre scrivo queste righe direttamente dallo splendido terrazzino del B&B Vista sugli Iblei che ci ha ospitato in questa prima tappa del nostro tour. Il cinguettio degli uccelli che sfrecciano davanti ai miei occhi all’interno di questo quadretto unico, stride con il rumore della tastiera del mio mac che freneticamente mi accompagna nella stesura di questo post ma, davvero, non saprei quante volte ho desiderato poter lavorare in un contesto del genere!

Ma torniamo a noi. Dicevamo di Ragusa Ibla.

Il centro storico di questa cittadina visto da lontano sembra un presepe. Arroccato in cima e ai lati di una collinetta non nasconde la sua natura calcarea nei colori delle sue abitazioni storiche e un po’ diroccate che, a colpo d’occhio, colpiscono subito me e Margherita tanto da dover costringere Stefania a fermarsi per scendere a scattare qualche foto panoramica. Rivedere in serata Ibla dalla stessa prospettiva ha ancora più fascino e la similitudine con un villaggio da presepe diventa davvero reale.

Patrimonio dell’Unesco insieme a tutto il Val di Noto, ecco perché

Arrivati in centro le pendenze che sembrano notevoli a guardarle da fuori si riducono molto, mentre il barocco dell’architettura di molte costruzioni storiche, soprattutto le chiese, diventa il leit motiv della nostra passeggiata. L’imponenza delle facciate e la suggestione delle linee architettoniche, tipiche di questo stile, colpiscono immediatamente il visitatore come me che si lascia affascinare dalle sensazioni dei paesaggi urbani ben curati.

Ai Giardini Iblei veniamo immediatamente fermati da un gentilissimo signore anziano che ci racconta, con un italiano misto al dialetto siculo, le attrazioni che non possiamo proprio perderci all’interno di questo giardino che una volta era il cortile di una dimora nobiliare. Delle due chiese presenti, ce ne consiglia in particolare una, quella dove si trova la “Cupola du babbu”. Così la chiama perché, a quanto pare, fa “fessi” i visitatori grazie alla particolare prospettiva dell’affresco che inganna l’occhio umano di chi, dall’ingresso della chiesa, ne percorre il corridoio centrale ammirando i tetti in legno affrescati. In effetti posso confermare che l’illusione funziona. Non esiste alcuna cupola sull’altare ma gli affreschi sulle tavole in legno ingannano perché non strutturati in cerchi concentrici. Quando ci arrivi sotto te ne accorgi, ma prima sembra davvero di essere sovrastati da una cupola.

L’abbiamo girata in lungo e in largo Ibla. Con la luce del sole e illuminata da quella artificiale della sera, al nostro ritorno dalla splendida esperienza a La Masseria, di cui vi racconterò in un altro post.

Eravamo in centro, dunque. Il corso principale è una strada corta e molto signorile sormontata dal Duomo, dedicato a San Giorgio, che con la sua struttura Barocca si impone maestoso su tutta Ibla. Una singolare caratteristica di questo elemento architettonico è che si pone in maniera non frontale rispetto alla piazza, quasi come se chi l’ha progettato volesse lasciare uno spiraglio di apertura all’occhio del visitatore.

Un centro storico dove sentirsi veramente a casa

Tutta la piazza e il corso principali sono costellati da negozi e botteghe di prodotti tipici locali. Neanche noi potevamo fare a meno di fermarci a degustare le bontà della zona in una bottega, la Salumeria Barocco, presidio Slow Food dove mi innamoro del formaggio Ragusano DOC (l’unico vero formaggio tipico della zona) di cui acquisto anche un souvenir da portare a casa. Nel pomeriggio sotto il sole cocente e sconvolti dal caldo estivo che questo splendido maggio ci sta regalando, una tappa obbligata è il gelataio storico della piazza. I suoi gusti sono rinomati perché molto originali e legati alle produzioni tipiche locali.

Per me che uso il nocciola come metro di misura per la qualità di ogni gelateria del mondo, poterlo mescolare con un gusto al Moscato e una cioccolata speziata e con scorzette d’arancia è davvero un’esperienza notevole. Peccato essere stato “redarguito” per aver provato a mescolare il gusto Moscato con il gusto della ricotta, ma pazienza. Questo gelato artigianale è senza dubbio uno dei più buoni che abbia assaggiato nell’ultimo anno.

Il centro storico si segnala per altre notevoli chicche come il Circolo di conversazione, un edificio signorile ancora oggi utilizzato dalle elite del luogo per “conversare”, e alcune location in cui sono state girate alcune scene del Commissario Montalbano, la fortunata serie televisiva basata sulla serie di romanzi scritti da Camilleri.

Il resto del centro città è costituito da stradine che costeggiano di volta in volta piccole abitazioni colorate da recenti ristrutturazioni e piccoli edifici che ancora conservano delle incredibili decorazioni barocche sui balconi che si meritano un sacco di foto!

La pace e la serenità offerta da questa prima tappa ragusana, accompagnate, dai sapori davvero genuini delle produzioni rurali di questa zona della Sicilia – personalmente una di quelle che meno conoscevo di tutta l’isola – mi ha fatto davvero sentire a casa.

Ma il tour di #Sicilying continua e la prossima tappa promette di essere almeno altrettanto bella!

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Alessio Neri

Appassionato di viaggi e comunicazione digitale, sono blogger dal 2004 e me ne vanto. Qui racconto le mie esperienze di viaggio ma non sono mai abbastanza!


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Sette giorni a Oriente, della Sicilia - Gente in viaggio
7 anni fa

[…] Ragusa con alloggio a Noto, splendida fuori e anche dentro, in particolare ai tavolini del suo b&b, che ci sveglia al sapor di mpanatigghi, sfatando il mito della colazione dolce che mette d’accordo carnivori e vegetariani. La città, invece – Ragusa – merita una doppia visita: una in diurna per vedere strade e monumenti e una in notturna, quando vista da lontano è un gran presepe scintillante di lucette. A Donnafugata poi, ancor più attraenti del castello sono gli asini al suo esterno, dietro il recinto di una fattoria a bordo strada. Dolcissimi e solitari perché, parola di allevatore,… Leggi il resto »

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