
Diario di una passeggiata fotografica al Lago Trasimeno
“Verso l’ora del tramonto, quando le colline si coprono d’ombra e d’una nebbiolina azzurrognola e il lago diventa uno specchio d’oro pallido, passeggiavamo lungo le sponde folte di canne del Trasimeno”
Così, nel 1911, la scrittrice britannica Olave Muriel Potter, in viaggio attraverso l’Italia insieme all’artista giapponese Yoshio Markino, descriveva nel suo “A little pilgrimage in Italy” (approfondisci) il suo approccio con il Lago Trasimeno.
E, in effetti, quello che è il quarto lago più esteso d’Italia ha ammaliato generazioni di artisti per l’incantevole veduta che offre al visitatore.
Incastonato tra le verdi colline dell’Umbria settentrionale, in provincia di Perugia, a due passi dal confine con la Toscana, il Trasimeno si presenta come una placida distesa d’acqua punteggiata dalle sue tre isole e dai cannicci che si addensano lungo gran parte delle sponde.
Ideale sia per chi ama l’arte e la natura, sia per chi aspira a quiete e relax, sia per chi non disdegna lo sport e il divertimento, il Lago mostra una serie di molteplici sfaccettature che lo rendono un affascinante microcosmo tutto da scoprire.
La sua posizione, al centro dello Stivale, lo rende decisamente a portata di mano per buona parte degli italiani: circa due ore e mezza di auto da Roma, neanche due ore da Firenze, sfruttando l’Autostrada del Sole ed uscendo al casello Valdichiana, per poi immettersi nel raccordo autostradale Perugia-Bettolle, in direzione del capoluogo umbro.

Romanticismo e tragedia
Il primo impatto che si coglie scorgendo il Lago Trasimeno è quello di trovarsi in un paradiso per pittori romantici e per amanti della fotografia paesaggistica.
L’azzurro delle acque possiede una tale luminanza che Lord Byron, nel IV canto del “Childe Harold’s Pilgrimage” (approfondisci), lo definì “uno specchio argenteo”. Era il 1817, quando il celebre scrittore britannico osservò il Lago dalla riva settentrionale, presso Tuoro, uno dei cinque comuni bagnati dal Trasimeno.
Eppure proprio quella riva, oggi tanto placida quanto incantevole, fu teatro di una delle più cruente battaglie combattute sul suolo italiano. Nel nebbioso mattino del 24 giugno del 217 a.C., nel pieno della seconda guerra punica, quattro legioni romane, sotto il comando del console Gaio Flaminio, inviate a intercettare le forze cartaginesi di Annibale che avevano invaso l’Italia, furono da queste annientate. Quindicimila romani furono uccisi e il luogo dello scontro prese un eloquente nome che mantiene tutt’ora: Sanguineto.
La contrapposizione tra romanticismo e tragedia è offerta dal Trasimeno persino nell’origine del proprio nome.
I più pragmatici faranno notare come sia assai probabile come il toponimo derivi dal monte che delimita il Lago a nord, anticamente chiamato Imenum.
Ma un’antichissima leggenda etrusca narra che il figlio del mitico dio Tirreno, di nome Trasimeno, transitando lungo le sponde del Lago rimase folgorato dal canto della bellissima ninfa Agilla, che lì abitava. Raggiuntala, tra i due sbocciò l’amore, coronato con il matrimonio. Ma, proprio il giorno seguente alle nozze, Trasimeno annegò durante un bagno, sotto gli occhi di Agilla, che da allora non smise di cercarlo, fino all’ultimo dei suoi giorni. Si dice che l’anima della ninfa viva tutt’oggi nel Lago, che prese il nome del suo amato, e il suo lamento si oda nelle notti d’estate, come il sibilo prodotto dal vento che s’infrange sulle fronde degli alberi e sulle canne lacustri.

Isole e merletti
Se si parla di Trasimeno, il pensiero non può che andare alle sue isole.
Il Lago ne ha addirittura tre: a nord, separate da meno di cinquecento metri d’acqua, emergono l’Isola Minore e l’Isola Maggiore; quest’ultima, nonostante il nome, non è la più vasta, primato che spetta all’Isola Polvese, a sud.
La Maggiore è, tuttavia, l’unica stabilmente abitata, da una piccola comunità di pescatori e merlettaie. Quest’ultima attività ha reso, specie in passato, l’Isola assai celebre, tanto che nel suo centro abitato è presente un museo dedicato al merletto.
L’Isola Maggiore è raggiungibile tutto l’anno con traghetti di linea, che la collegano a Tuoro, Passignano e Castiglione del Lago.
L’Isola Polvese, di proprietà della Provincia di Perugia, ospita un interessante parco didattico-scientifico, ove, a fianco dell’ambiente naturale, sono condotte coltivazioni biologiche a scopo di ricerca e di sperimentazione.
Anche la Polvese è servita da una linea di traghetti con partenza da San Feliciano, lungo la sponda meridionale.
E l’Isola Minore? Fu abitata fino al Quattrocento, finché la popolazione locale non si trasferì sulla terraferma. Da allora, salvo qualche eremita nei secoli seguenti, l’uomo non vi si è più insediato stabilmente ed oggi l’isola è regno dei cormorani, che vi hanno creato una nutrita colonia.

Rocche e castelli
Osservando il Lago da una delle alture che lo sovrastano, si coglie come la presenza umana in queste aree sia radicata da millenni. In particolare, si è consolidata nell’epoca medievale, dato che il bacino del Trasimeno letteralmente brulica di castelli.
La riva occidentale è dominata dalla mole di Castiglione del Lago, adagiato su un promontorio che un tempo era la quarta isola del Lago. In seguito, la striscia d’acqua che la separava dalla terraferma finì interrata, ma l’aspetto di inespugnabile borgo medievale cintato è tutt’oggi intatto: la severa Rocca del Leone svetta sul colle ben visibile pressoché dal resto del Lago, testimoniando il glorioso passato di capitale del feudo pontificio dei marchesi Della Corgna.
Lungo la sponda opposta sorge invece Passignano sul Trasimeno, che a propria volta offre, nel proprio centro storico, un’antichissima rocca di origine longobarda, nonché, nel territorio comunale, l’imponente Castello Borgia, edificato a fine Seicento da un ramo della potente famiglia romana.
Procedendo verso sud si giunge nel comune di Magione. Il centro abitato, che non si affaccia direttamente sul Lago, si contraddistingue per l’elegante Castello dei Cavalieri di Malta, edificato tra il XII e il XVI secolo. Teatro, nel 1502, della celebre “Congiura della Magione” contro Cesare Borgia, il maniero è oggi visitabile solo in parte e solo su richiesta. Costituisce, infatti, residenza estiva del Gran Maestro dell’Ordine di Malta, la cui presenza (solitamente in settembre) è segnalata dal vessillo dell’antico ordine cavalleresco innalzato sulla torre più alta.
Nel medesimo comune, a fianco della strada litoranea tra Monte del Lago e San Feliciano, giacciono le rovine del Castello di Zocco (XIII secolo).
Procedendo lungo la sponda meridionale del Lago, si giunge nel comune di Panicale: qui, sulla sommità di un’erta altura, si delinea l’antico Castello di Montalera (X secolo), appartenuto, tra gli altri, al celebre condottiero Braccio Baglioni, signore di Perugia.
Invece, lungo l’opposta sponda nord, a Borghetto, nel comune di Tuoro, è ancora visibile una delle torri del castello eretto dai perugini nel XIV secolo.
Neanche le isole mancano di ospitare manieri.
Nell’Isola Polvese sorge la splendida rocca quattrocentesca edificata per difendere gli isolani e i monaci olivetani, pure del cui monastero, dedicato a San Secondo, sono visibili le rovine.
All’Isola Maggiore si trova, invece, il Castello Guglielmi (o Castello Isabella), di epoca, tuttavia, molto più recente: fu fatto costruire sul finire dell’Ottocento dal marchese (e senatore) Giacinto Guglielmi e da questi dedicato alla moglie. Si dice che sia stata la figlia della coppia, Elena, ad insegnare alle donne isolane la citata arte del merletto.

Arte e folklore
Gli amanti dell’arte possono qui rinvenire molteplici opere, soprattutto rinascimentali e barocche, per lo più ospitate negli edifici storici e nelle chiese.
Tra gli altri, si segnalano gli affreschi cinquecenteschi di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio, presso il Palazzo Ducale della Corgna a Castiglione del Lago, oltre alla celebre “Madonna con la rosa” del coevo Giovanni Battista Caporali, presso la Cappella dell’Ospedale della medesima località.
Ma il luogo più singolare e suggestivo è il Parco del Sole, a Punta Navaccia, nel comune di Tuoro. Su un vasto prato d’erba s’innalzano ventisette statue in pietra serena, realizzate tra il 1985 e il 1989 in un laboratorio locale, sulla base di progetti di scultori contemporanei di fama internazionale (solo per citarne alcuni: Giò Pomodoro, Kengiro Azuma, Cordelia von den Steinen e Yoshin Ogata).

Un popolo di pescatori
Ciò che accomuna quasi tutti i centri costieri sono le darsene. Non tralasciamo, infatti, che qui è il Lago che scandisce la vita delle genti locali. A partire dall’economia.
La pesca è ancora molto importante e lo testimonia la flotta di variopinte barchette attraccate ai moli. Al mattino, è frequente osservare i pescatori rientrare a riva, dopo una notte trascorsa sulle placide acque argentee, con reti cariche di persici, carpe, tinche, lucci e anguille. La pesca, peraltro, è condotta nel rispetto degli equilibri naturali, garantendo la rigenerazione dell’ittiofauna locale.
Chi ama immergersi nella vita dei pescatori del Trasimeno non può perdersi San Feliciano, nel comune di Magione, lungo la sponda sudorientale, ove è persino presente un museo dedicato alla pesca.
Popolo, quello dei pescatori del Trasimeno, contraddistintosi per la propria generosità in molteplici occasioni. La più celebre si registrò nella notte tra il 19 e il 20 giugno 1944, quando un gruppo di pescatori dell’Isola Maggiore, guidati dal parroco locale, il passignanese don Ottavio Posta, traghettò ventidue ebrei lì confinati al molo di Sant’Arcangelo (lungo la sponda sud del Lago), salvandoli dalla deportazione nei lager nazisti. Don Ottavio fu decorato postumo nel 2009 con la medaglia d’oro al merito civile e, due anni dopo, lo Stato d’Israele lo riconobbe “Giusto fra le nazioni”, includendone il nome nell’apposito memoriale dello Yad Vashem a Gerusalemme.

Turismo e sport
Inevitabilmente, però, è il turismo che è divenuto, nel corso del Novecento, la primaria risorsa economica del Trasimeno.
Hotel, campeggi, ristoranti e acquapark pullulano lungo tutte le sponde del Lago.
Dal canto proprio, la balneazione è consentita in una quindicina di località poste sulle due isole più grandi, nonché presso Torricella, Monte del Lago, Passignano, Tuoro e Castiglione del Lago. Trattandosi di un bacino dall’ecosistema assai vitale, le acque del Trasimeno sono oggetto di un continuo monitoraggio teso a prevenire il proliferare di alghe produttrici di tossine. Ad oggi, tuttavia, i dati ARPA (l’agenzia regionale per la protezione ambientale) classificano le acque del Trasimeno come di qualità “eccellente”. Sintomo di salute, unitamente al fatto che, dopo circa un ventennio di crisi idrica, nel 2014 il Lago ha toccato lo zero idrometrico.
La salubrità delle acque permette di praticare una serie di sport acquatici.
Anzitutto, il Trasimeno è un paradiso per la canoa. Da oltre un decennio, nel mese di giugno, il Canoa Club di Perugia organizza la manifestazione amatoriale nota come “Trasilonga”, che si snoda attraverso un percorso di circa venticinque chilometri, tra Monte del Lago, le isole e Passignano.
Le brezze che lambiscono la superficie del Trasimeno per gran parte dell’anno consentono, poi, il kitesurf e la vela, mentre un altro sport acquatico qui sempre più praticato è il SUP (stand up paddle).
Il vento è, tuttavia, prezioso anche per chi preferisce restare sulla terraferma: ogni primavera, si tiene a Castiglione del Lago il festival internazionale “Coloriamo i cieli”, con la presenza di centinaia di aquiloni e di mongolfiere.
In effetti, anche la terraferma permette attività interessanti: passeggiate a piedi o a cavallo e una serie di percorsi ciclabili.
Oltre a itinerari più brevi, gli amanti del pedale possono cimentarsi tutto l’anno nel periplo del Lago, in un percorso non facile (circa settanta chilometri), ma di grande fascino.
Per i podisti, invece, a marzo si tiene a Castiglione del Lago la “Strasimeno”, ultramaratona di cinquattotto chilometri (per chi è meno allenato, sono previsti tracciati più brevi) di rilevanza internazionale.

Fauna, tramonti ed eremiti
Il Lago Trasimeno, le sue aree costiere e le sue isole sono inclusi nell’omonimo Parco regionale, creato nel 1995 al fine di proteggere il valore naturalistico, storico e artistico del suo bacino.
Notevole è la varietà faunistica: pesci, anfibi, tartarughe, nonché una grande quantità di uccelli acquatici che consente un’attività molto apprezzata dagli amanti della natura come il birdwatching. Uno dei luoghi più suggestivi è, in proposito, l’oasi naturalistica “La Valle”, tra San Feliciano e San Savino (comune di Magione), realizzata in un luogo di transito, svernamento e nidificazione di decine di specie di uccelli.
Se poi – come si è detto all’inizio dell’articolo – il Lago mostra una vena romantica che ha affascinato generazioni di artisti, le locations per attività come la pittura o la fotografia non mancano.
Incantevoli sono le albe e i tramonti, così come affascinanti sono le sponde lacustri, ricoperte ora da canneti ora da boscaglie delimitate da spiaggette renose o coperte da ciottoli levigati. Non a caso, nel 1871, la scrittrice britannica Frances Minto Elliot, nel suo “Diary of an idle woman in Italy” (approfondisci), così descriveva le sponde del Lago:
“La spiaggia è solitaria, straordinariamente amabile e dolce. Mentre procedevamo attraverso un bosco che assomigliava ad un parco, pensai che non avevo mai visto paesaggio più bello in Italia”.
In generale, il Trasimeno possiede non pochi ameni angoli di pace, che deliziano gli occhi e rigenerano lo spirito. Non a caso, nelle epoche passate, fu frequente dimora di asceti ed eremiti. Lo stesso San Francesco, nel 1211, di ritorno da Cortona, trascorse un periodo di romitaggio all’Isola Maggiore: il luogo in cui dimorò il Santo assisano è oggi chiamato “Scoglio di San Francesco” ed ospita una cappellina e una statua in legno a lui dedicate.

Folklore lacustre
Chi ama le tradizioni ha qui l’imbarazzo della scelta. I comuni del Trasimeno sono, infatti, estremamente attivi nell’organizzazione di manifestazioni che valorizzino la ricchezza culturale della loro terra.
A Tuoro, nel mese di giugno, la battaglia del Trasimeno è rievocata con la manifestazione che prende il nome di “Hannibalica”. Associazioni culturali (precisamente la “Legio Prima Taurus” e la “Suadela“) ricostruiscono fedelmente gli accampamenti dei due contingenti, per poi simulare lo scontro con decine di comparse in costume.
La medesima località celebra ad agosto il Ferragosto toreggiano, con i rioni cittadini che si cimentano in giochi ispirati all’epoca della battaglia.
Alla leggenda di Agilla e Trasimeno è stato intitolato, a Castiglione del Lago, un gruppo folkloristico finalizzato a tener vive le tradizioni della gente lacustre e che compie tournée anche all’estero. Tra luglio e agosto, peraltro, la stessa cittadina ospita l’annuale Rassegna internazionale del folklore, con l’intervento di gruppi da ogni parte del mondo.
Sempre in luglio si tiene a Passignano il Palio delle Barche. Ispirata alla lunga lotta tra le potenti famiglie perugine dei Baglioni e degli Oddi, la rievocazione pone di fronte i quattro rioni cittadini, in una gara che si svolge in parte sul Lago e in parte sulla terraferma.
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