
Parigi: immersi tra le ninfee di Monet
Scoprire posti mai visti in una città conosciuta credo sia il più grande regalo che delle persone possano farsi. Salutare con il cuore ricolmo di calore e passione i vecchi amici per incontrarne di nuovi, per ritrovare anche ciò che conoscevamo in qualcosa da scoprire. Questo è stato il mantra per il mio viaggio a Parigi, al grido di “torniamo a viaggiare, torniamo a vivere”.
Inutile dire che la magia di passeggiare nei quartieri più antichi, ammirando l’architettura maestosa, i balconi in ferro battuto che si mostrano come meravigliose opere d’arte senza costi, rimane ciò che maggiormente apprezzo della città. E per quanto mi muova per il mondo, la Ville Lumière ed io avremo sempre un rapporto magico. Passeggiare e ammirare la città stessa che parla, che vive, che si presenta a te con mille colori differenti, come un quadro impressionista di Monet.
Ed è proprio di lui che voglio parlarvi, anzi, di alcune sue opere in un particolare museo: Musée de l’Orangerie. Non ne avete mai sentito parlare? Ve lo descrivo con immensa gioia!
Piccola presentazione
All’interno dei bellissimi Jardin de Tuileries, vicino all’ingresso di Place de la Concorde, c’è un piccolo museo poco visitato che racchiude in sé tantissime opere che riflettono la magia dell’arte impressionista e post impressionista.

Il suo nome non è casuale, fa infatti riferimento all’idea per cui nacque l’edificio nel 1852: un grande spazio per contenere alberi d’arance! Un fine naturalista presto soppiantato da esigenze storiche che hanno fatto della struttura un alloggio per soldati, un pronto soccorso, ma anche stage per eventi patriottici e solo nel 1921, finalmente, un museo. Oggi l’edificio ospita alcuni degli autori impressionisti e post impressionisti di maggior pregio come Cézanne, Renoir e Modigliani, ed è spesso sede di particolari mostre temporanee di artisti emergenti. Vi consiglio di iniziare proprio dal piano inferiore per godere dell’arte di questi meravigliosi autori. Ma questo museo ha un protagonista in particolare che merita uno spazio per sé: Monet.
L’idea di infinito di Monet
Il primo piano è palcoscenico del genio di Monet, che ha voluto portare un pezzo dei suoi giardini di Giverny al centro di Parigi. In seguito alla fine della Prima Guerra Mondiale, l’artista donò al proprio paese alcune sue opere come simbolo di pace.
Ma Monet era molto legato ad ogni sua opera. Le ninfee, in particolare, erano uno dei suoi soggetti preferiti per i suoi cicli: riusciva a cogliere l’anima differente dei suoi protagonisti in base alla stagione, all’ora del giorno, al mondo stesso. Le ninfee si presentano sempre diverse, come se Monet volesse raccontare parti sempre nuove di una grande e infinita storia. Ed è così che aveva immaginato l’esposizione della sua arte, senza fine. Fece ridisegnare e riprogettare le stanze che avrebbero ospitato i suoi pannelli decorativi delle ninfee: due, collegate tra loro, che richiamavano il simbolo dell’infinito.

Come entri nelle sale sei immerso tra i colori del blu, del verde, e delle varie tonalità dei petali di ninfea. Potresti rimanere per ore, sentendoti parte di quella magia. Arrivi a sentire la passione, l’amore, l’impegno e la dedizione che l’autore ha messo in ogni singola, veloce, pennellata. Come se la natura lì raccontata andasse oltre le cornici e le mura stesse, e diventasse un universo fatto d’arte, un tutto senza fine, come desiderava Monet.
Piccoli consigli per la visita
In questo momento storico è richiesta la prenotazione, ma il museo è (purtroppo) poco frequentato, quindi potrebbero permettervi di fare il ticket direttamente in loco.
Vi consiglio di andare nel periodo primaverile o estivo, così da godervi pienamente anche la visita dei giardini: un vastissimo spazio ricco di verde e di fiori in cui abbandonare per un attimo l’idea della metropoli. Ci sono anche numerosi chioschi, alcuni giochi e una splendida ruota panoramica, per ammirare la vista della città dall’alto.

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