On the road negli Stati Uniti

On the road negli Stati Uniti: un viaggio emozionante tra storia, magia e mito

Pensi a un on the road negli States e la tua mente va subito alla mitica Route 66: dev’essere un percorso bellissimo, non vedo l’ora di farlo! Ma forse è un po’ scontato, sarà per questo che il mio ultimo viaggio su quattro ruote negli Stati Uniti, ha interessato tutt’altra zona: gli stati sud-orientali.

Il viaggio si contraddistingue per la sua particolarità sin dall’inizio, a cominciare dal periodo: fine gennaio. Non è il classico mese in cui, soprattutto noi italiani, partiamo per un fly & drive nel nuovo continente. Se poi ci aggiungi che è un inverno particolarmente freddo, dove ai TG mostrano le immagini della iguane congelate che cadono dagli alberi a Miami… beh, ho detto tutto! Proprio Miami è la prima meta di questo viaggio in totale libertà: nessun albergo prenotato per essere liberi di proseguire/fermarci a nostro piacimento. Decidiamo così di noleggiare subito l’auto in aeroporto e metterci in camino senza pernottare a Miami, tanto avremo tempo al ritorno. Date le previsioni meteo abbiamo optato per una Jeep.

USA on the road: si parte!

La prima tappa è già una sorpresa: Pensacola. Siamo sempre in Florida, ma nella Contea di Escambia, quasi al confine occidentale. La zona ci colpisce da subito per le sue meravigliose spiagge. Non a caso, uno dei suoi soprannomi è proprio “le spiagge più bianche del mondo”. Nella mente mi immagino già come debba essere durante l’estate: una sorta di Baywatch, col bagnasciuga popolato di giovani americani aitanti. Al momento, pur essendo domenica, è quasi un deserto, qualche persona porta a spasso il cane godendosi il clima mite. Ci fermiamo a pranzare in una sorta di palafitta sulla spiaggia, dove gustiamo dell’ottimo pesce. Nel pomeriggio proseguiamo il nostro giro, visitiamo il centro abitato, molto particolare, tante casette di legno che ti danno l’impressione di trovarti su un set cinematografico. Stiamo per lasciarci Pensacola alle spalle, quando rischiamo, nell’ordine, di farci arrestare per aver quasi varcato il confine della United States Naval Air Station, base del team di dimostrazione del volo Blue Angels (credo sia il corrispondente delle nostre Frecce Tricolori) e del National Naval Aviation Museum prima e di rimanere infossati con le ruote nelle dune di sabbia poi, Ma ne è valsa la pena per lo spettacolo del tramonto che è apparso davanti ai nostri occhi.

Tramonto

Si riparte, quindi, verso la prossima meta, forse la più significativa di questo viaggio: New Orleans. Dire che mi sono letteralmente innamorata di questa città è dire poco: la gente, la cultura, la cucina, non saprei da che parte cominciare. Forse dicendo che per prima cosa abbiamo fatto un giro al mercato locale, dove ci siamo immersi nei profumi e nello spirito della popolazione. Nostro malgrado scopriamo subito che tra i dolci tipici ci sono delle fantastiche praline al caramello. Decidiamo di comprarne alcune per il proseguo del viaggio, beh non arriveranno al giorno seguente. La musica, non c’è bisogno di dirlo, è il leit-motiv dei due fantastici giorni che trascorriamo qui. Per le strade, nei locali, staresti delle ore ad ascoltare questi bravissimi artisti.

Visto l’avvicinarsi del Carnevale, alle facciate di alcune case sono già esposti teschi e scheletri, peccato non poter essere qui durante questa festa.

Per cercare di calarci completamente nello spirito della città, ci rechiamo al cimitero di St. Louis, dove è sepolta Marie Laveau, considerata da molti la regina del voo-doo. Purtroppo si entra solamente accompagnati dalle guide presenti all’ingresso, per la modica cifra di 20$ a persona, decidiamo quindi di rinunciarci e ci avventuriamo per altri campi santi, dove alcune tombe sembravano veramente essere stati oggetto di strani riti. Suggestione? Realtà? Non saprei dirlo e devo dire che preferisco rimanere col dubbio. Molti sconsigliano di girare al di fuori dal centro città da soli e spesso si sente parlare di New Orleans come di una città pericolosa. Consapevole di ciò, vedevo gente losca e pericoli a ogni angolo, ma devo dire che non ci siamo mai sentiti realmente minacciati. Alla sera, dopo l’indigestione di praline, optiamo per una cena “light”, o almeno questa era l’intenzione, a base di ostriche gratinate (peccato che gli altri ingredienti principali siano burro fuso e formaggio), che eleggiamo all’unanimità come piatto simbolo della nostra vacanza.

Gita sul Mississipi e si riparte “con sorpresa”

Il giorno seguente si apre con una gita in battello sul fiume Mississippi. Mentre ammiriamo il paesaggio, ascoltiamo all’altoparlante una guida locale che ci racconta la storia di New Orleans e delle battaglie che si sono susseguite su quelle sponde. Momento clou è la visita del campo di battaglia di Chalmette nel Parco storico e riserva nazionale Jean Lafitte, dove un ranger prosegue il racconto con i dettagli dell’ultima battaglia avvenuta nel 1812.

Rientrati in porto, visitiamo la parte più “moderna” della città, approfittando per fare anche un po’ di shopping in un piccolo centro commerciale. In seguito, tappa al solito posto per un apericena a base di ostriche e via, incuranti delle previsioni meteo che danno una tempesta di neve in arrivo, ci rimettiamo in marcia. È già buio, ci sarà ghiaccio? Beh, tanto noi abbiamo la Jeep…

Dopo neanche due ore di tragitto, l’amara sorpresa. Giustamente, avendo preso la Jeep a Miami, dove, iguane a parte, non ghiaccia mai nulla, la macchina è dotata di gomme estive, anche un po’ usurate se vogliamo dirla tutta e ciliegina sulla torta, in America se le strade ghiacciano, non pensano minimamente a mettere il sale, chiudono direttamente le autostrade e tu non capisci dove devi andare e ti ritrovi a fare lo slalom tra i veicoli che slittano e i mezzi pesanti, il cui rimorchio è già finito fuori strada. Dulcis in fundo, tutti i motel delle catene più famose, già testate nei giorni precedenti sono al completo, così siamo costretti a proseguire nella vana speranza che non succeda nulla. Se pensate che stia esagerando, vi dico solo che quando ci siamo fermati per fare benzina, io non riuscivo ad aprire la porta da quanto era ghiacciata!

strade ghiacciate negli usa

A un certo punto come un miraggio vediamo in lontananza, in mezzo al nulla, la pubblicità di un motel dove pare esserci ancora disponibilità di camere. E chissà come mai… Per farla breve vi dico che col senno di poi, forse, avrei preferito dormire in macchina. Prezzi alle stelle, camere fatiscenti, abbiamo chiesto di cambiare la prima perché non c’era il riscaldamento e avevamo paura a infilarci sotto le coperte. Per fortuna viene giorno presto e, appena possibile, ripartiamo.

Nel pomeriggio arriviamo alla nostra terza tappa Houston. È superfluo dire che ci siamo fermati allo Space Center della NASA e per un attimo abbiamo dimenticato le “disavventure” terrene del giorno precedente per fare un salto nello spazio: un’emozione incredibile!

Terminato questo “viaggio nel viaggio”, ci rimettiamo in macchina, e dopo un breve giro per la città, proseguiamo con la tabella di marcia, destinazione Dallas.

Nella tarda mattinata del giorno seguente arriviamo nella mitica città dell’omonima serie TV, una piccola metropoli a misura d’uomo. Le cosa da vedere sono molte e il tempo poco, così decidiamo di concentrarci sulle due che riteniamo essere le principali. La Reunion Tower, dove saliamo all’ora del tramonto, tappa obbligatoria per ammirare la città dall’alto, mentre si accendono le luci della sera.

Lo Skyline di Dallas

Il giorno dopo, facciamo un salto indietro nel tempo e riviviamo uno degli avvenimenti più tragici della storia americana: l’uccisione di Kennedy al Sixth Floor Museum. Affacciarsi alla finestra dalla quale, si presume, gli abbiano sparato e camminare sul punto della strada dove è stato colpito, oltre a ripercorrere quegli attimi drammatici attraverso foto e filmati, è stato veramente toccante.

Dal Texas al Tennessee

Dallas ci è rimasta nel cuore, avremmo voluto non dover ripartire così presto, ma il tempo corre ed ecco che  ci troviamo a impostare il navigatore in direzione Memphis.

E se dico Memphis, non ho bisogno di aggiungere altro, vero? Al mattino presto ci rechiamo a Graceland la residenza di Elvis Presley e suo luogo di sepoltura. Per fortuna, arriviamo abbastanza presto, perché oltre alla casa, si possono visitare l’aereo privato e il museo, che raccoglie numerosi pezzi da collezione della sua vita privata e dei suoi abiti più belli. Le cose da leggere e da vedere sono tante, non abbiamo tempo per tutto, perché vogliamo visitare anche il centro di Memphis.

Mi spiace ripetermi, ma anche in questo caso, siamo rimasti affascinati. Una lunga strada piena di locali e gente per strada a bere e suonare. La versione jazz di viale Ceccarini a Riccione, ma molto più sofisticata. Già che eravamo lì, non potevamo non fare un salto al Coyote Ugly Saloon, dove sebbene non fosse la serata, per un attimo mi è sembrato di vedere le ragazze ballare sul bancone.

Dopo tante emozioni “si torna a casa”

Dopo questo turbinio di emozioni in luoghi quasi senza tempo, siamo costretti a prendere atto che il nostro viaggio sta volgendo al termine e ci tocca prendere la “strada di casa” per rientrare a Miami. Sulla via del ritorno ci fermiamo a Orlando, ma non per il Walt Disney World, bensì per un po’ di shopping in un mega outlet, in perfetto stile viaggiatrice profana…

Raggiungiamo Miami che ormai è sera inoltrata, il mattino seguente ci attende il volo che ci porterà in Jamaica per un po’ di meritato relax.

Insomma, dopo aver percorso quasi 5.000km in una settimana e aver attraversato sei stati, partiamo soddisfatti, ma con un rimpianto: non aver visitato Miami. Sappiamo, però, che sarà un ottimo pretesto per ritornare e visitare un’altra parte di questa meravigliosa parte di mondo.

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Il sogno americano continua ad affascinare i viaggiatori di ogni età. Grattacieli protesi verso cieli sconfinati, parchi naturali mozzafiato e una natura sublime. Dalle luccicanti metropoli ai paesaggi desertici. Dalle spiagge della California, a quelle della Florida. Per non parlare dei paesi del profondo Sud, alla scoperta della vita rurale. O la Route 66, una strada diventata leggenda, la road trip per eccellenza. Le alture, le montagne rocciose, così come radure e grandi laghi impreziosiscono la scena paesaggistica di questi luoghi. Un grande paese da esplorare a bordo di un'automobile, con una passeggiate tra i suoi tessuti urbani, un tuffo tra le sue acqua oceaniche, un trekking tra le alte montagne e un hot dog da gustare sullo sfondo di New York. Impossibile dire di no a un viaggio negli USA: 50 stati così meravigliosamente diversi, pronti a lasciare a bocca aperta i viaggiatori di ogni tipo. Avventura, relax, natura, vita rurale, cultura. Gli USA sono un viaggio che non dimenticherai. Sei pronto? Leggi le storie di Genteinviaggio.it ed inizia ad assaporare anche tu il sogno americano.

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La Vespa Tribeca

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Nata per viaggiare..Non lo dico tanto per dire, il mio segno zodiacale è il sagittario, il segno nomade dello zodiaco, fin da bambina ho avuto una forte passione per le lingue straniere e per le altre culture, tanto da studiarle fino alla laurea! Ho lavorato per 10 anni in alberghi, anche all'estero, ora faccio viaggiare le persone, ho un blog di viaggi e la valigia sempre pronta. Vi ho convinti che sono proprio nata per viaggiare?

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