Oltre le Colonne d’Ercole

Uno dei ricordi che conservo della scuola media è la mia insegnante di italiano, grande appassionata della figura di Ulisse. Ricordo che rimasi molto colpita dal canto XXVI dell’Inferno di Dante, in cui è descritta la traversata del re di Itaca oltre le Colonne d’Ercole. Così, dopo oltre 20 anni, non rimasi indifferente di fronte alla mappa dell’itinerario “Dolce Mediterraneo” di Costa Crociere: undici giorni, partendo da Savona, per arrivare a Lisbona, attraversando lo Stretto di Gibilterra, con interessanti tappe intermedie. Ho ricevuto molte critiche dopo la prenotazione; “la crociera è una vacanza per vecchi”, “in crociera ci si annoia”, “le navi da crociera sono mostri inquinanti”. In ogni caso, decisi di valutare di persona la veridicità di queste affermazioni.

Mi imbarcai in un freddo lunedì di novembre da Savona, a bordo della nave Costa Favolosa. La mia cabina si trovava sul ponte 1; si trattava di una cabina esterna di circa 19 metri quadri, provvista di oblò. La prima impressione fu positiva, ben arredata e luminosa, con un bagno piccolo, ma funzionale. Dopo la prima notte di navigazione, la nave attraccò al porto di Marsiglia alle 9.00 del mattino. A bordo venivano offerte numerose escursioni: tour panoramici, visite in Provenza, ad Avignone, in Camargue, persino una giornata in barca alla scoperta dei calanchi (i fiordi di Marsiglia). Tuttavia, io decisi di scendere in autonomia. Ero interessata a scovare le sculture di Bruno Catalano: vere e proprie magie di bronzo, che sembrano sfidare la forza di gravità. Esse sono portatrici di un messaggio molto profondo, di nostalgia di chi lascia la propria casa per avventurarsi nel mondo. Dopo una passeggiata tra le bancarelle del mercato del pesce, l’aria gelida mi costrinse a rientrare sulla nave, dove mi concessi una sauna rilassante al centro benessere situato al ponte 12.

Il giorno successivo, la nave fece rotta verso sud. Inizialmente ero intimorita dai giorni di navigazione per paura di annoiarmi, così avevo portato con me alcuni libri per passare il tempo. Con mia grande sorpresa, non ci fu mai il tempo di annoiarsi, non solo per i numerosi appuntamenti in palestra o presso il centro benessere, ma anche per le interessanti attività organizzate. Partecipai ad un tour guidato della nave, che mi condusse negli angoli destinati all’equipaggio, come le cucine ed i camerini del teatro. Ciò che mi colpì maggiormente fu la grande attenzione che la compagnia riserva all’ambiente, supportando il programma Operation Oceans Alive, volto alla salvaguardia degli ecosistemi marini. Nel ponte inferiore, situato sotto il livello dell’acqua, ebbi la possibilità di vedere grossi macchinari per la gestione dei rifiuti, soggetta a regolamenti severi. Questa esperienza mi permise di sfatare uno dei luoghi comuni sulle navi da crociera, viste come mostri inquinanti. In realtà notai una grande attenzioni per le tematiche ambientali; basti pensare che la compagnia ha vietato l’utilizzo di stoviglie e cannucce in plastica e si impegna costantemente a sensibilizzare la clientela contro lo spreco di cibo.

L’indomani Malaga mi accolse con un sole splendente. Per l’occasione mi affidai ad un’escursione guidata di Costa, alla scoperta delle tradizioni dell’Andalusia. La prima tappa fu Gibralfaro: fortezza costruita nel XIV secolo dal Califfo di Granada. Il complesso ospita dei giardini, una torre di 17 metri ed un museo di storia militare. Sicuramente la vista offerta dalle sue mura è impagabile: è possibile infatti vedere l’intera città, il mare di Alborán ed, in lontananza, le coste marocchine. L’escursione proseguì al Museo de Arte Flamenco, dove, in compagnia di un ottimo vino locale, ammirai la bellezza di questo spettacolo affascinante e passionale.

Malaga

Dopo una deliziosa cena presso il ristorante della nave, mi posizionai a prua. L’intento era quello di vedere il momento dell’attraversamento dello Stretto di Gibilterra. La tarda ora mi permise di osservare solo le luci lontane, nel buio delle coste iberiche e marocchine, ma l’immaginazione mi permise di vedere il luogo oltre il quale Platone collocava Atlantide e Dante il monte del Purgatorio.

La mattina seguente sperimentai realmente la tempesta di cui fu vittima Ulisse, poiché la nave si trovava in balia di una perturbazione atlantica. Fortunatamente, le acque si placarono appena la nave raggiunse la foce del Tago, il fiume su cui si affaccia Lisbona. Notai con piacere che la posizione d’attracco era molto comoda per raggiungere le principali attrazioni della città. A soli 5 minuti si trovava Piazza del Commercio, luogo in cui mi recai per due mattine consecutive per una tazza di caffè con ottimi pastéis de nata. Dopo aver gironzolato fra le vie strette della città, mi diressi verso ovest per ammirare il Monastero dos Jeronimos, una meravigliosa opera architettonica in stile gotico.  Un luogo da non visitare di fretta, poiché anche gli esterni meritano attenzione. Oltre ai suoi giardini, si può infatti vedere una fontana con singolari giochi d’acqua. Di fronte, si trova un pratico sottopassaggio che permette di ammirare da vicino il Monumento alle Scoperte, una gigantesca caravella in pietra a ridosso del fiume. Esso, sebbene si tratti di un’opera recente, simboleggia uno dei momenti più antichi della storia portoghese, cioè l’epoca delle grandi scoperte oltreoceano. Volgendo lo sguardo verso l’orizzonte, si può vedere il Ponte 25 de Abril, che è in grado di trasportare chi lo osserva a San Francisco; esso infatti è stato costruito, negli anni ’60, dall’American Bridge Company, la stessa compagnia del Golden Gate Bridge; ne consegue che i due ponti sono molto simili tra loro. Successivamente, mi sono diretta verso la Torre di Belém, la celeberrima torre fortificata di Lisbona. Alla sera, approfittando di un’escursione di Costa, sono stata al Café Luso, locale in pietra, con tavoli finemente apparecchiati. La cucina è a dir poco squisita, ma la caratteristica di questo luogo sono state le esibizioni di fado di cinque cantanti dalla voce profonda e trascinante. Non a caso il motto del locale è “dove la tradizione è tradotta in esperienza per i sensi”. 

L’indomani, scesi dalla nave con la cartina in mano, decisa a dedicare la giornata ad un percorso consigliato dalla guida Lonely Planet, alla scoperta dell’Alfama, il quartiere più antico della città. L’obiettivo era quello di partire da Piazza del Commercio fino a raggiungere il Castelo de São Jorge ed il Miradouro da Senhora do Monte, con una deviazione al mercato della Ladra, dove pare si possano trovare dei tesori nascosti. Tuttavia, una volta giunta al Miradouro de Santa Luzia ed aver ammirato il meraviglioso panorama con il mare color zaffiro, incorniciato dalle Bougainville fucsia, decisi di gettare la cartina e perdermi tra le vie di quel quartiere così caldo ed accogliente, ricordandomi che non c’è cosa più bella per un viaggiatore di camminare lentamente tra le strade di un luogo sconosciuto, senza un itinerario fissato, senza liste prestabilite, solo girandolando ed assaporando ogni colore, ogni profumo, ogni suono di una lingua sconosciuta. 

Lisbona

La tappa successiva, affacciata sull’Oceano Atlantico, fu Cadice. La città è stata fondata dai fenici nell’anno 1100 a.C. e pare che sia uno degli insediamenti più antichi d’Europa. Al mio arrivo le condizioni atmosferiche non erano le migliori, il vento era molto forte e l’oceano increspato. Mi concessi una breve passeggiata fino alla Cattedrale, costruzione risalente alla prima metà dell’800, in stile barocco/neoclassico. Nei pressi, un luogo interessante da scoprire è la casa di Obispo, in cui si trovano testimonianze della vasta eredità di questa città: dalla cultura fenicia, romana ed araba. 

Cadice

Dopo una rigenerante ora di yoga, mi preparai per una serata molto particolare: la cena al ristorante Samsara di Costa Favolosa. Un’esperienza sensoriale ricca di sorprese, dove la cucina mediterranea abbraccia i sapori esotici dell’Oceano Pacifico, in un trionfo di profumi e sapori. Un vero viaggio intorno al mondo stando seduti a tavola. Il menù è piuttosto ristretto, ma di grande qualità. Grazie a questa cena, ho potuto assaporare frittelle alla polpa di granchio con insalata di frutta tropicale, una piccantissima zuppa hawaiana di pesce, un filetto di manzo con salsa al tamarindo ed okra fritto e, come dessert, una mousse al cioccolato bianco con cuore di papaia.

Ristorante Samsara su Costa Favolosa

All’alba, la nave attraccò per l’ultima tappa a Barcellona. Avendo già visitato più volte la città, ho approfittato di questa occasione per recarmi in un luogo a cui non avevo mai dedicato del tempo: la Boqueria, il mercato più famoso e variopinto della città, in cui si può trovare frutta, verdura, carne, pesce e Tapas. Nonostante oggi sia molto frequentato dai turisti, una passeggiata tra le sue bancarelle, sorseggiando un succo di frutta appena spremuta, resta un’esperienza autentica.

Barcellona

Possiedo dei ricordi molto piacevoli di questa crociera, ho visitato luoghi meravigliosi, ascoltato le melodie di tre lingue diverse, gustato sapori mai provati e vissuto l’emozione di aver attraversato lo stretto di Gibilterra, verso l’oceano ceruleo. Non nego di aver trovato anche lati negativi, sicuramente il tempo dedicato ad ogni tappa non è sufficiente per la visita completa di una città, è quindi necessario focalizzarsi anticipatamente su un singolo aspetto da visitare. Tuttavia è un’esperienza che ripeterei, molto lontana dai luoghi comuni di chi non conosce questo mondo.

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Dove dormire a Lisbona
Ilaria Friggi

Ilaria Friggi

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