New York

New York, the Coney Island of my mind

“Rieccola lì la mia città perduta, avvolta nel freddo del suo mistero e delle sue promesse. Ma quella distanza non durava mai a lungo – come lo stacanovista era condannato a vivere nella pancia della città, io dovevo stare nella sua mente sballata”. (F. S. Fitzgerald)

Quanto è stato scritto ed è stato già detto su New York? Credo tutto, e forse anche di più. Perciò non vi dirò di salire sull’Empire State building e sul Top of the Rock o di passeggiare a Central park e vedere il Moma e il Guggheneim o di attraversare il ponte di Brooklyn al tramonto, perché questo lo farete di sicuro! Mi limito perciò a riportarvi i luoghi e le esperienze che più mi hanno colpita nei miei ripetuti viaggi nella città delle mille luci.

New York

Sul ferry che vi porta nell’America dei primi del Novecento

Ellis Island è una tappa a mio avviso obbligatoria se si viene a New York. Questa struttura/museo racconta le storie delle tante persone che emigrarono in America nei primi anni del Novecento e di cosa dovettero passare una volta giunti qui. È un luogo che consiglio a tutti di visitare, perché è forse uno dei posti che più ci restituisce la storia e le speranze di milioni di immigrati che sbarcarono qui.

Dopo aver completato il giro del museo fate una sosta all’American Family Immigration History Center. Per soli 2 $ potrete accedere all’immenso archivio digitale e vedere la lista dei passeggeri che arrivarono sulle navi al porto di New York tra il 1892 e il 1924. È possibile così trovare, attraverso una ricerca per cognome, gli eventuali parenti che sono approdati ad Ellis Island in quel periodo.

Un tuffo nel Greenwich Village con la beat generation

Il Village! Il posto più famoso di NY per la scena bohèmienne e la cultura alternativa di cui è stato teatro. Per tradizione è fucina di nuovi movimenti ed idee, a partire dalle avanguardie di inizio Novecento (si pensi ad Hopper e a Pollock) o ai beatnik (Kerouac, Ginsberg, Burroughs e Dylan) che negli anni 50 vivevano proprio in questo quartiere.

Se c‘è un posto che ancora oggi è identificativo dello spirito del Village sicuramente è il Caffè Wha?, il locale leggendario dove si esibirono grandi musicisti da Lou Reed, Dylan e Hendrix, passando per Marley e Cobain, e poi Springsteen, Cosby e molti altri. Che dire? Io non potevo che passare una serata qui, nel cuore del Greenwich per rivivere, da nostalgica quale sono, almeno quell’atmosfera che rimanda a un passato glorioso della storia della musica!

Altra tappa obbligatoria per gli amanti della musica: il negozio di dischi Rebel rebel, qui in pochi metri quadri sono accatastati migliaia di vinili e, se si ha un po’ di pazienza, non è difficile trovare delle chicche o delle limited edition.

Ascoltate “L’Urlo” di Ginsberg nell’East Village

Attaccato al Greenwich, l’East Village attirò a sé molti beatniks negli anni 60, divenendo l’Haight Asbury della costa est. L’unico piccolo pezzo verde del quartiere è il Tompkins Square Garden, in passato fulcro di tumulti e disordini. È qui che ogni anno si tiene l’Howl Fest!, giorni in cui si alternano reading, spettacoli teatrali e musica jazz, in ricordo della controcultura degli anni 50 il cui grido di protesta era ben racchiuso in uno dei miei libri preferiti, il manifesto di Ginsberg: Howl.

Col tempo tutto quel brulicare di idee e di avanguardia culturale che nacque nel Greenwich si spostò verso l’East Village e Soho. Oggi però si può respirare quest’aria soprattutto nei quartieri di  Williamsburg e DUMBO a Brooklyn.

L’Highline, una passeggiata sospesi su Manhattan

La lunga passeggiata, con vista su Manhattan, che scorre lungo una vecchia linea ferroviaria sopraelevata risalente al 1930. Qui vi circolavano i treni merci fino al 1980, per scaricare carni e altri prodotti nei magazzini del quartiere (che non a caso prende il nome di Meatpacking District). Oggi riadibita a spazio pubblico, è disseminata di giardini e diversi punti panoramici e i binari sono stati preservati, divenendo parte integrante della nuova architettura. Merita assolutamente una visita al tramonto, quando il sole scende sulla città per morire tra i suoi grattacieli.

Sunday morning ad Harlem

La domenica mattina non ci si può perdere una delle esperienze più belle da fare in città, recarsi ad Harlem ed assistere a una messa gospel. Ce ne sono in quasi ogni chiesa qui, perciò non è necessario fare file chilometriche per andare in quella più grande. Io ho girato un po’ ma poi mi sono fermata in una piccola chiesa, la Canaan Baptist Church of Christ. Ecco, questa è sicuramente una delle cose più emozionanti che abbia fatto a NY, il canto di queste donne e uomini ti rapisce, e anche se non sai una sola parola alla fine ti ritrovi a cantare e battere le mani insieme a loro.

Se vi trovate ad Harlem il brunch da Kitchenette e una visita alla Columbia University sono più che raccomandati!

Per gli amanti dei libri

Una tappa obbligatoria per ogni amante dei libri: la New York public library. Non è solo un edificio bellissimo, non solo organizza visite guidate gratuite, ma è davvero il posto dove io ho passato ore e ore, in cui sono tornata, il regno per tutti i book- addicted del mondo! Peccato che non sia riuscita a vedere la sua sala lettura, ancora in fase di restauro. Un motivo in più per tornare a NY.

Con Ferlinghetti a Coney Island

Il luna park più famoso del mondo è a Coney Island. Tra le mille attrazioni, potrete vedere ancora il Cyclone, la montagna russa più antica degli Usa, che risale al 1927 (ma restaurata tranquilli!). Certo l’ideale sarebbe vederla in primavera/estate visto che nei mesi invernali è tutto chiuso, ma si sa il mare d’inverno ha sempre quel fascino melanconico. E se proprio non puoi saltare sulle giostre in fondo puoi sempre fare un giro nel tuo luna park più intimo, come diceva Ferlinghetti, nella “Coney Island of the mind”.

 Chicche gastronomiche

  • Il pastrami di Kat’z delicatessen, luogo culto in cui venne girata una delle più famose scene del film”Harry ti presento Sally”. Sì, è proprio qui, tra un pastrami e un caffè, che Sally simulò l’orgasmo più famoso del cinema.
  • Prendere un thè in compagnia di Alice e del bianconiglio? A NY è possibile all’Alice’s Tea Cup. Una selezione di thè e dolci a dir poco deliziosa. L’arredamento e i dettagli fanno di questo posto un vero Paese delle meraviglie.
  • I cupcake di Magnolia backery. Questa pasticceria a due passi da Rockfeller Center è davvero degna della sua fama, i cupcake ma anche le torte e i mille dolci sono ottimi. Il prezzo un po’ meno. Ma del resto è la pasticceria preferita di Carry Bradshaw, non poteva che essere così.
  • Un angolo di Roma al Caffè della pace in Via della pace. Ecco, magari chi parte per un weekend o una settimana non avrà certo voglia di mangiare italiano, ma per me che sono stata 3 mesi a Philadelphia mangiando le cose più improbabili e grasse, questo posto è stato come un miraggio! Il proprietario e i camerieri sono tutti italiani e qui ho mangiato una vera carbonara come Dio comanda, che può reggere la concorrenza delle migliori trattorie romane! Il vino e i dolci poi chiudono in bellezza questo paradiso di sapori.
  • Ferdinando’s Focacceria: cucina italiana e pizza nel cuore, quello meno conosciuto, di Brooklyn. Più che per la cucina, che comunque ha standard abbastanza alti per essere in America,  è tutta l’atmosfera che qui è particolare. Sembra di immergersi nella serie tv “I Soprano”.
  • Colazione da Tiffany: Visti i prezzi esorbitanti di Tiffany, care donne, qui al massimo potrete guardare la vetrina da fuori con occhi sognanti, limitandovi a fare colazione con un caffè come Holly Golightly, perché è vero NY è un po’ come Tiffany, è un posto dove “non ti può accadere nulla di male”.

Brooklyn

Dulcis in fundo, lei. Ok, se mi chiedete cosa è per me NY, la risposta è Brooklyn! Amo questo posto e non è solo perché dal suo ponte si può ammirare la più strepitosa vista di Manhattan, ma anche per lo spirito che incarna.  Appena scesi dalla metro L che attraversa il ponte, dimenticate di essere a Manhattan perché qui non troverete nulla del suo caotico, sfavillante e imponente modo di essere, ma verrete colpiti da un fascino altrettanto forte.

Qui incontrerete solo gente che si prende la vita con comodo, che sorseggia caffè, legge giornali e si ritrova per un aperitivo nella mondana Williamsburg. Il quartiere forse più radical chic che abbia ami visto, eccezion fatta forse per il Pigneto e Monti a Roma. Un brulicare di locali e loft i cui affitti sono i più cari di tutta NY, anche più di Manhattan.

Ma Brooklyn sono anche i campetti di basket lungo la strada, i Garden Love animati da strani pupazzi e oggetti di ogni genere, le librerie di quartiere, i graffiti più belli della città; è passeggiare per i Brooklyn Heights o per DUMBO godendosi una vista mozzafiato di Manhattan, come se tutto il suo sfolgorante splendore e chiasso fosse troppo lontano da poterti intaccare. Brooklyn è un ponte che connette due lembi di terra dall’animo così diverso, è uno stile di vita, un modo di essere, è tutta la bellezza nella sua semplicità e quotidianità.

Ecco, per me Brooklyn è la serie di fotografie di Auggie, personaggio del film “Smoke”, basato su Il racconto di Natale di Auggie Wren di Paul Auster, che fotografava da anni lo stesso angolo fuori dalla sua tabaccheria a Brooklyn. E quando gli dicono che le sue foto sono tutte uguali, che in fondo è sempre lo stesso posto, lui risponde:

“Sono tutte uguali ma ognuna è differente dall’altra. Ci sono mattine di sole, mattine buie, ci sono luci estive e luci autunnali. Giorni feriali e fine settimana. C’è gente con l’impermeabile e le calosce e gente con la maglietta e i pantaloncini. Qualche volta la stessa gente, qualche volta differente. Qualche volta quelli differenti diventano uguali e la stessa gente scompare. La terra gira intorno al sole e ogni giorno, la luce del sole, colpisce la terra da un’angolazione differente.”

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Il sogno americano continua ad affascinare i viaggiatori di ogni età. Grattacieli protesi verso cieli sconfinati, parchi naturali mozzafiato e una natura sublime. Dalle luccicanti metropoli ai paesaggi desertici. Dalle spiagge della California, a quelle della Florida. Per non parlare dei paesi del profondo Sud, alla scoperta della vita rurale. O la Route 66, una strada diventata leggenda, la road trip per eccellenza. Le alture, le montagne rocciose, così come radure e grandi laghi impreziosiscono la scena paesaggistica di questi luoghi. Un grande paese da esplorare a bordo di un'automobile, con una passeggiate tra i suoi tessuti urbani, un tuffo tra le sue acqua oceaniche, un trekking tra le alte montagne e un hot dog da gustare sullo sfondo di New York. Impossibile dire di no a un viaggio negli USA: 50 stati così meravigliosamente diversi, pronti a lasciare a bocca aperta i viaggiatori di ogni tipo. Avventura, relax, natura, vita rurale, cultura. Gli USA sono un viaggio che non dimenticherai. Sei pronto? Leggi le storie di Genteinviaggio.it ed inizia ad assaporare anche tu il sogno americano.

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Roberta Alonzi

Traccio la rotta dei miei viaggi nel globo e nel web, al ritmo di un pezzo rock. Racconto storie, ne leggo altrettante, mi oriento con le stelle e osservo le relazioni umane ai tempi delle identità multiple e dei filtri Instagram.


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enzodib
enzodib
6 anni fa

Forse New York è proprio la città che, senza averla ancora visitata, mi affascina di più. Tutti i luoghi fuori dai principali giri turistici che hai descritto corrispondono all’idea di New York che sogno. Vorrei sapere, da dove è possibile ammirare il miglior skyline della grande mela?

Virginia Fiume
Virginia Fiume
7 anni fa

Ciao Roberta.
Parto tra una settimana e sto iniziando ad appuntarmi le tappe fondamentali. Questo tuo post è davvero prezioso: per esempio non avevo considerato Ellis Island.
Sono stata a New York 10 anni fa con la mia famiglia e ora sarà tutto diverso. Sicuramente voglio tornare alla libreria Strand. E poi ho letto di un’altra stupenda libreria a Brooklyn che mi sa che sta per chiudere. Si chiama Community Bookstore. Magari tu la conosci. Comunque condivido qui un link con video davvero bello http://www.illibraio.it/libreria-chiude-30-anni-video-328372/

Grazie ancora!

Virginia

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Diari americani: cosa vedere in sette ore a Washington DC - Gente in viaggio
7 anni fa

[…] New York, the Coney Island of my mind […]

Alex Zeta
Alex Zeta
7 anni fa

Con il fiato sospeso!!!
Wonderful!!!!

Giovanna Zazzaro
Giovanna Zazzaro
7 anni fa

Ragazzi dopo questa lettura io sono già a NY , entusiasmante anche questa rievocazione dei luoghi attraverso la musica, la poesia ed i libri.

Alessandra Barillà
Alessandra Barillà
7 anni fa

Sicuramente prenderò alcuni spunti per visitare alcuni posti che non ho ancora avuto modo di visitare!!!

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