
Il mio primo volo: un aereo ricco di emozioni
Raccontare il mio primo volo non è poi così semplice in quanto come tutte le esperienze anche questa è fatta di emozioni, e se è vero che le emozioni sono la parte più sublime di noi e che noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, allora è il caos trasformare tutto questo in parole. Ma la scrittura, paradossalmente, riesce comunque ad affievolire tutta la confusione e a regalarci tra lettere, punteggiatura e versi un cocktail di emozioni.
Il mio primo volo a differenza di quello di tanti miei amici è arrivato tardi. Gli impegni universitari, le sfide che la vita mi ha posto, i ritmi assurdi e quel senso di responsabilità finanziaria che tanto colpevolizzavo in passato ma che ora rappresenta un punto di forza, a conti fatti hanno delineato il quadro perfetto per una esperienza unica.
E se vi dicessi che insieme al mio primo volo è decollato anche il mio amore? Ebbene sì, questa occasione ha segnato l’inizio anche di quel volo di vita che auguro a tutti voi.
Avevo 25 anni e tanta voglia di esplorare e conoscere. Grazie ai classici, disconnessi e poco affidabili lavoretti tipici italiani e alla mia caparbietà ero riuscita a mettere da parte delle risorse economiche. Questa volta però la mia destinazione non era tra i confini italiani.
Questa destinazione riempiva la cronologia del mio pc e i miei sogni ad occhi aperti già da molti anni, fin quando una mattina di aprile ero sul sito di Easy Jet a cercare il mio primo volo. Condividevo questa ricerca con due miei amici e, come in tutte le cose, condividere le emozioni del “preludio” con qualcuno dava vita ad un carico emozionale doppio, triplo… esagerato!!!
Inserisci una data, valuta le offerte, applica questo filtro alla ricerca, rimodifica la data, elimina un filtro e riapplicane un altro e alla fine tutto questo portò al fatidico urlo: i biglietti sono fatti, ora bisogna solo partire! Ad inizio giugno avrei finalmente assaporato l’ebrezza di sorvolare le nuvole.
I due mesi che seguirono furono segnati quotidianamente da un agglomerato di ansia, gioia, sfida e grinta che si annida dentro il mio stomaco e monopolizza i miei pensieri e dalla ricerca continua, tra guide e portali digitali, della giusta tabella di marcia. Il mio itinerario di quattro giorni nella mia meta europea era degno di un piano d’azione alla Matrix.
A maggio, ad accompagnare le emozioni del primo volo arrivò anche lui – quel ragazzo dagli occhi piccoli e profondi avrebbe reso il mio primo volo unico per sempre – conosciuto in un viaggio last minute in Abruzzo organizzato tra amici che volevano trascorrere il ponte del Primo Maggio nella spensieratezza di una giornata quasi estiva.
Nelle settimane che seguirono fu un boom emozionale senza pari, ero in un limbo tra il “follemente persa” e l'”eccitata per il viaggio”.

Il mio essere logorroica aumentava in relazione all’avvicinarsi del volo e il non più tanto sconosciuto uomo dagli occhi piccoli e profondi aveva intuito quel senso di ansia da primo decollo. In realtà, proprio la sua sensibilità nel dare voce ai miei silenzi fece di lui l’essenza del mio tutto.
Il fatidico giorno di giugno era arrivato, la valigia era pronta, i biglietti erano tra le mie mani e un cocktail di emozioni era con me.
“Ti lascio un consiglio, quando stai per decollare guarda le hostess con il loro volto tranquillo; se non lo sono loro perché mai dovresti essere agitata tu?”, mi consigliò il mio lui.
“E se vedo agitate anche loro?”, ribattei.
“E allora so`cacchi seri! Ma per fortuna hanno sempre il giusto sorriso.”, concluse lui.
Un po’ mi sarebbe mancato il suo humor durante il viaggio e dopotutto non sarebbe stato male stringere la sua mano invece di fossilizzarmi come una stalker sulle hostess.
Due sere prima del decollo arriva la ciliegina sulla torta che ha reso perfetto il mio volo: il mio uomo aveva preso l’ultimo biglietto disponibile e in poco tempo mi ritrovai seduta accanto a lui in aereo, a stringere la sua mano e a guardare i suoi occhi, a mio avviso molto più belli di quelli di qualsiasi hostess.
Sulla pista grigia dell’aeroporto di Roma, irrigidita sulla mia poltrona, persa nella morsa di un stretta di mano, finalmente le ruote dell’apparecchio lasciarono l’asfalto e il mio primo volo ebbe inizio.
Le circa quattro ore che seguirono furono scandite dalla visione stupenda del bellissimo panorama, dalla voglia di voler toccare quelle nuvole che sembravano di zucchero filato, dal senso di onnipotenza nel sorvolare le meraviglie del mondo e dalla gioia di farlo con la persona che amo.


Forse vi starete chiedendo dove ci condusse questo volo? Nella bellissima e affascinante Dublino, ma questa è un’altra storia…
A presto!
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