Memorie di una giornata a Villa Adriana

In un banale martedi di fine ottobre si svela ai miei occhi la magnifica Villa Adriana. A lungo avevo sognato questo momento, alimentato dalla lettura dell’indimenticabile romanzo di Marguerite Yourcenar “Memorie di Adriano e dal desiderio a lungo coltivato. Arriviamo con un pullman della Cotral nell’omonima frazione di Tivoli in provincia di Roma, chiediamo indicazioni:

“Scusi per Villa Adriana?”

“Intendi La villa?”

Adriano l’imperatore viaggiatore

Di questo si tratta non di una villa ma della Villa. Dalla fermata del pullman Cotral c’è da percorrere un km e mezzo a piedi prima di giungere a questo immenso sito archeologico (130 ettari) patrimonio Unesco.  All’ingresso facciamo i biglietti e prendiamo l’audioguida (costo totale in due una ventina di euro) prima di immergerci nel grande parco.

L’Imperatore Adriano chiamato dai suoi contemporanei “il Greco” (o l’Ellenico?) per la sua ammirazione per la cultura ellenica fu senz’altro un imperatore viaggiatore. Innanzitutto nacque in Spagna nei pressi dell’attuale Siviglia, venne adottato dall’imperatore Traiano che poté passargli il titolo solo in seguito al matrimonio di Adriano con una sua lontana nipote, Sabina.  Adriano trascorse più della metà del suo regno (terminato dopo 21 anni alla sua morte nel 138) visitando l’impero in lungo e in largo.

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La propensione per i viaggi e il matrimonio con Sabina saranno alla base della genesi di quel capolavoro che è Villa Adrina. La villa sorge infatti su terreni appartenenti a Sabina e sulla sua villa repubblicana, inoltre rappresenterà il buen retiro dell’imperatore dove egli volle riprodurre tutto ciò che di più straordinario aveva potuto ammirare durante i suoi viaggi.

A differenza dei suoi predecessori Adriano non intendeva restare nell’urbe e predilisse percio’ questo angolo verde e rigoglioso della campagna romana ricco di acqua e natura sui monti Tiburtini a poca distanza dalla città di Tibur (l’attuale Tivoli).

Un parco immenso

Occorre camminare per un dolce declivio almeno una decina di minuti prima di raggiungere il primo maestoso ambiente che visiteremo: il Pecile. Chiamato come l’agorà di Atene, questo lunghissimo porticato ancora oggi così ben conservato doveva essere in antichità un vero giardino. Era considerato il ginnasium della villa ovvero lo spazio dedicato agli esercizi fisici e al nuoto grazie alla grande piscina centrale. Tutt’intorno la campagna pittoresca e silenziosa. Il caos di Roma è decisamente lontano.

A destra del Pecile vediamo una lunga fila di piccoli archi e cellette; sono le cento camerelle, probabilmente gli alloggi degli schiavi.

La cosa impressionante è che l’intera struttura è costruita su due livelli: uno interrato riservato ai passaggi dei carri a agli approvvigionamenti e uno sopraelevato esclusivamente pedonale, riservato all’élite che la abitava e naturalmente all’imperatore. Altro che ZTL!

All’interno del complesso ci sono almeno tre strutture termali di cui una riservata all’imperatore e alla sua corte. In fondo alla via che attraversa il retro degli impianti termali ci appare in tutto il suo splendore il Canopo. I viaggi di Adriano ritornano anche in questo pregiatissimo angolo di villa il cui nome è preso in prestito da un braccio del Nilo. Qui Adriano fece ergere statue raffiguranti animali esotici come i coccodrilli.

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Proprio in Egitto mori Antinoo il giovanotto greco che per anni fu il favorito di Adriano. Pertanto alcuni storici hanno visto nel Canopo una rievocazione del viaggio di Adriano in Egitto.

La visita alla villa dura l’intera giornata e comprende la scoperta di Roccabruna, forse una torre astronomica con vista mozzafiato, e di un’area residenziale in cui si snodano ambienti dai nomi evocativi e a volte ingannevoli. Sto parlando della zona della vila riservata alla residenza imperiale dell’Imperatore. Nonostante siano trascorsi millenni si possono ancora ammirare i colori dei pregiatissimi marmi che la adornavano. Camminiamo sopra il porticato sotterraneo forse usato da Adriano per passeggiare nelle ore più calde dell’estate, che si trova in quella che gli archeologi chiamarono “piazza d’oro”, tanto rimasero colpiti dal valore dei reperti che vi ritrovarono.

Il palazzo di Adriano in sé risulta difficilmente interpretabile ma lo stupore continua nel vedere i graffiti fatti dai visitatori illustri come il Piranesi. Infatti nei secoli la villa fu meta obbligata del Grand Tour tra le altre cose.  Il cortile delle Biblioteche e la sala dei filosofi sono nomi suggestivi dati a strutture di cui si ipotizzano diverse destinazioni d’uso. Forse più che di biblioteche si trattava di triclini estivi.

Anche la caserma dei vigili risulta essere un’errata interpretazione; infatti studi successivi hanno escluso si potesse trattare di una caserma per i vigili avvallando l’ipotesi che vi fosse invece una caserma dei pretoriani. Gli stessi che probabilmente alloggiavano negli Hospitalia. È ancora possibile riconoscere gli spazi per i tre letti e il grande mosaico centrale a mo’ di tappeto presente in questi vani che forse erano anche un po’ degli ostelli per ospiti, di un certo rango ovviamente.

A causa dei lavori in corso non possiamo entrare nel teatro marittimo. Immaginiamo perô l’Imperatore nella pace del suo rifugio nel’isola artificiale. Lo vediamo tuffarsi nella piscina isolato dal caos della corte, dei problemi di un impero e di palazzo, intento a contemplare la bellezza degli studi e dell’arte che tanto amava.

Quella a Villa Adriana è stata una giornata emozionante e soprattutto bella e si capisce in che modo Adriano come ci racconta la Yourcenar “si sentisse responsabile della bellezza del mondo“.

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Giusi Carai

Giusi Carai

Curiosa da morire, sogno di lavorare abbastanza per potere al più presto abbandonare tutto e vivere il resto della vita in viaggio per il mondo. Nell'attesa esploro il più possibile la mia isola e l'Europa e quando qualcosa mi piace ve la racconto :)

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