
Mamma e viaggio: si può fare
Descrivere le emozioni che invadono ogni parte del corpo, della mente e dell’anima quando due stanghette rosa compaiono sul test di gravidanza, è difficile. Ma posso raccontare, al contrario, qual è stato il – non dico secondo – ma almeno terzo o quarto pensiero che è giunto subito dopo: come faccio a continuare a viaggiare? Non pensavo a chissà quali viaggi oltreoceano, ma a vacanze in Europa o anche in giro per l’Italia, brevi weekend con cane annesso. Quelli che di solito con il mio compagno si facevano spesso nell’arco dell’anno.
Bene, ho scoperto che si può fare tutto, con un po’ di attenzione in più, ma si può. A meno di un mese di vita il bimbo si è fatto il primo viaggetto in macchina Roma-Avezzano. Due orette scarse, in cui ha dormito, pianto e ciucciato dal seno nella piazzola di sosta dell’autogrill. Dopo questo primo approccio allo spostamento, abbiamo capito che non era così tragico, l’importante è calibrare i suoi tempi pappa-gioco-nanna. Così a meno di 2 mesi abbiamo fatto un giro sul lago di Bracciano, a Trevignano con pranzo al ristorante, che era un altro di quei pensieri che mi affliggevano in gravidanza: ma andremo a cena fuori con un pargolino urlante al seguito? Sì, quando allattavo al seno la comodità di farlo mangiare ovunque ci consentiva facili spostamenti (poi ruttino e ninne, oppure se piangeva qualche coccola lontano dalla sala dove le persone potrebbero infastidirsi). Quando ha cominciato lo svezzamento mi sono attrezzata con un thermos, mi portavo la pappina appresso già bella calda, magari arrivavamo nei posti un pochino prima degli altri così lui mangiava in santa pace (senza distrazioni, che se ha persone intorno che gli parlano non mangia più), poi giocava un pochino a tavola con noi (gli portavamo i sonaglietti o i libricini da stropicciare che adorava) e poi solitamente si addormentava, anche in mezzo al rumore.
Certo, quando un dentino è in procinto di spuntare e lui è abbastanza infastidito evitiamo di portarlo a pranzo al ristorante o troppo lontano da casa. Quindi le uscite si organizzano molto a ridosso dell’evento, programmare cose con molto anticipo è quasi impossibile. Però quest’estate, il piccolo avrà un anno, andremo nel Salento (racconterò qui ovviamente la vacanza, gli errori che faremo e i consigli). E dopo le vacanze estive faremo il battesimo del volo, prenderà il suo primo aereo.
Oggi è la mia prima festa della mamma, da quel giorno in cui sono spuntate quelle due stanghette sul test di gravidanza è passato più di un anno, tutto è cambiato, io sono cambiata e ho imparato varie cose importanti. Una su tutte: molte persone ti diranno quello che non puoi più fare, spesso consigli non richiesti. Non dargli retta. Non è vero che non si può più uscire da casa, che devi sacrificare ciò che ti piace fare. Se tu stai bene, il bambino sta bene. Mi piace pensare che Leonardo sarà abituato a viaggiare. Non ricorderà quel viaggio perché era troppo piccolo? Ok, ma sarà stata un’esperienza formativa per lui. Viaggiare con un neonato è possibile, fattibile e bellissimo, c’è bisogno di un po’ d’organizzazione in più sia nella scelta della meta (più baby friendly), sia nel bagaglio, sia negli spostamenti. E poi vedere i suoi occhi curiosi che scrutano ogni dettaglio non ha prezzo.
Auguri mamme e future mamme!