
La magia della Sartiglia: le fasi
Dopo aver descritto i personaggi e gli artefici della Sartiglia, vediamo ora quali sono le fasi, i momenti cardine e come essa si svolge!
Le fasi che caratterizzano la Sartiglia sono principalmente sei:
- la Candelora
- il Bando
- la Vestizione
- la Corsa alla Stella
- la Corsa alle Pariglie
- la Svestizione
La Candelora
Si svolge il 2 Febbraio, giorno in cui vengono benedette le candele ed i ceri e dove il più grande di essi, addobbato con fiori, nastri e rasi verrà consegnato a Su Componidori. È in questo contesto che la città di Oristano scopre e conosce l’identità de Su Componidori, sino ad allora segreta. Vi è da dire che questo avveniva in passato. Ai giorni nostri, indirettamente Su Componidori è già conosciuto già da qualche mese prima….questo per motivi logistici, organizzativi e preparativi! Il Presidente del Gremio, i soci e la confraternita si recano così in chiesa, dove avviene la benedizione del cero. Alla conclusione della cerimonia il Presidente si reca presso la casa del Componidori prescelto portando la candela benedetta di San Giovanni nel caso del Componidori della domenica e la candela di San Giuseppe per quello del martedì.
I due ceri sono addobbati con i colori delle bandiere dei due Gremi: il cero che riporta i fiocchi rossi è quello dei contadini, mentre quello dei falegnami riporta i fiocchi rosa ed azzurro. Normalmente la Santa Messa inizia alle ore 7 del mattino, mentre la consegna dei ceri avviene all’incirca verso le ore 12. La consegna dei ceri è accompagnata con la musica dei tamburini e dei trombettieri e da preghiere, litanie al santo protettore della corporazione “Santu Giuanni t’assistada”, per l’investitura del Componidori del Gremio dei Contadini, e l’invocazione di “Santu Giuseppi t’assistada” e per il Gremio dei Falegnami. Un cero benedetto sarà poi consegna anche a Su Segundu e Su Terzu. La Candelora richiama a se, tantissimi fedeli, curiosi oltreché tutte le persone, i cavalieri e le autorità coinvolte. La giornata poi proseguirà con feste, celebrazioni, canti, balli e cene!
Il Bando
Forse la fase più “storica” della Sartiglia. Storica nel senso che per secoli, lungo la storia, l’attività svolta dai banditori era l’unica forma di avviso alle popolazioni di paesi e città. Sono i primogeniti dei moderni megafoni che avvisano la popolazione ad esempio della mancanza di acqua corrente causa lavori, oppure di manifestazioni in genere (tale uso esiste ancora nei piccoli paesini della Sardegna).
È questo il ruolo che da tempi remoti, sino ad oggi, svolge il Banditore a cavallo: quello di avvisare la popolazione di Oristano della corsa alla stella. Il Banditore, figura mitica, con i suoi bianchi capelli, il suo rosso vestito medioevale ornato di parti dorate, il suo rosso cappello con piuma bianca annessa, su un bellissimo cavallo bianco e con pergamena sulla mano invita cavalieri, pubblico e popolazione a recarsi ad assistere e partecipare alla Sartiglia, indicando giorni ed orari della stessa. Inoltre comunica che tutti i cavalieri saranno sottoposti all’autorità de Su Mastru Componidori per tutto il periodo della corsa.
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La Vestizione
È il più sacro, racchiuso e intimo momento di tutta la Sartiglia. Sacro perché l’uomo diventa Componidori, capo corsa, semidio. Racchiuso ed intimo perché non è accessibile a tutti. Per poter assistere alla vestizione bisogna avere un pass o comunque fare parte di una delle due corporazioni dei Gremi, o della Pro Loco oppure fare parte dei tamburini o trombettieri, o essere un giornalista autorizzato. È da qui che la Sartiglia prende il via. Se nelle fasi precedenti si entrava nel “clima” della manifestazione, con la Vestizione si entra nel cuore pulsante di essa.
La Vestizione avviene fuori dal centro città, in due sedi designate e distinte: una per la Vestizione de Su Componidori per la Domenica e l’altra per la Vestiizone del martedì di carnevale.
Ruolo centrale e di primo piano è svolto da coloro che vestiranno il capocorsa: le Massaieddas. Esperte ragazze e signore che vestite con coloratissimi e bellissimi costumi sardi della tradizione oristanese con le loro precise e chirurgiche mani vestono il cavaliere che diventerà Su Componidori.
Su un piccolo palco in legno allestito per l’occasione, al centro di esso viene posta una piccola sedia dove il cavaliere indossa i vestiti de Su Componidori appartenenti al Gremio: pantaloni di pelle, camicia bianco candida di lino a cui sono legati due fiocchi-nastri rossi o rosa del colore di appartenenza del Gremio, cintura di pelle, coietto (giacca di pelle che si allunga sul davanti, tipica della tradizione artigiana passata) ed infine la maschera legata con fazzoletti di seta.
Il cavaliere diventa Su Componidori! È questo il culmine di tutta la vestizione, il momento magico e più sentito: la pelle dei tamburi vibra, lo squillo delle trombe è altissimo; sono loro che accompagnano tutta la cerimonia!
Relativamente alla maschera, bisogna dire che ve ne sono due, con caratteristiche differenti: quella del Gremio dei Contadini è di color terra, a differenza di quella del Gremio dei Falegnami che è color cera.
La vestizione si conclude con un velo bianco ricamato che viene posto sul capo de Su Componidori e da un cilindro di colore nero messo sopra il velo.
La folla che invade la sede, si fa largo perché entra il fedele amico de Su Componidori: il suo cavallo, accompagnato da un artiere si avvicina al palco in legno. La vestizione avviene sul palco poiché, come tradizione vuole, Su Componidori non potrà più toccare terra sino alla fine della corsa.
Ricevuta “sa pippia de maju”, un doppio mazzo di viole e mammole, innestato su un lungo fascio di pervinca strettamente legato da un panno verde, consegnato nelle mani de Su Componidori direttamente dal presidente del Gremio, esce da cavallo e benedice la folla ed i presenti con ampi segni di croce.
La Corsa alla Stella
Dopo aver benedetto la folla, Su Componidori con i cavalieri al seguito, si reca nel centro storico di Oristano, in via Duomo dove si disputerà la corsa alla stella. Intanto, le tribune sono gremite di turisti, persone, amanti della Sartiglia e acclamano a gran voce con applausi l’arrivo de Su Componidori e dei cavalieri. Egli benedice la folla ed aprirà la gara! I cavalieri sono divisi in gruppi di tre, chiamati Pariglie ed anch’essi dopo Su componidori, Su Segundu e Su Terzu scenderanno per la corsa alla stella.
Rullo di tamburi, squillo delle trombe, Su Componidori a tutta velocità percorre la strada che parte da Piazza Mannu sino ad arrivare in via Duomo dove, con un bastone color bianco chiamato Su Stoccu, deve infilzare la stella. Ogni stella che viene presa, viene accolta con gioia e felicità: è segno di buon auspicio per il futuro! Quando ciò avviene, il presidente del Gremio appunta una stella d’argento sul petto del cavaliere che riesce ad infilzare una stella. La difficoltà è duplice: riuscire a tenere le redini del cavallo con una mano e con l’altra tenere la spada e cercare di infilzare la stella, ad elevata velocità.
Il cavaliere che riesce a infilzare una stella sia la Domenica che il Martedì della Sartiglia riceve in premio una stella d’oro e tutti gli onori del caso.
All’incirca i cavalieri che partecipano alla corsa sono 130! Immaginatevi che spettacolo: adrenalina, musica, folklore, tradizione, cultura e storia si intrecciano in questa manifestazione.
La Corsa alle Pariglie
Conclusasi la Sartiglia, e benedetta la folla con “sa pippia de maju”, il corteo dei cavalieri si sposta in via Mazzini per dare inizio alla Pariglia.
Divisi in gruppi di tre, gli esperti cavallerizzi si esibiscono in audaci, spericolate e spettacolari acrobazie lanciandosi al galoppo sui propri cavalli. Un’accurata giuria premia i più bravi assegnando loro un punteggio in base alla difficoltà ed alla durata delle evoluzioni ed ai loro costumi.
La velocità è alta, le difficoltà sono elevate ed il pubblico viene coinvolto in questo spettacolo, vivendolo con trepidazione, col fiato sospeso! Tutti pronti a scattare una foto ricordo di questi spettacolari gesti tecnici! Sono innumerevoli le figure che i tre cavallerizzi riescono ad eseguire e che vengono provate, studiate e riprovate lungo tutto l’arco dell’anno: tre su tre, tre su tre con centrale girato, verticale, verticale volante, ponte e piramide, tutti e tre i cavalieri in piedi, con il centrale girato con spalle al senso di marcia o in verticale o ancora con cavaliere centrale in posizione verticale o orizzontale o in piedi.
La corsa alle pariglie si chiude con l’ultimo passaggio de Su Componidori che accompagnato dai suoi due aiutanti, a gran galoppo, riverso con la schiena sul suo cavallo, benedice con ampie croci la folla con “sa pippia de maju“.
La Svestizione
Al termine della benedizione, Su Componidori si avvicina, sempre in groppa al suo fedele cavallo, al palco in legno, e facendo ancora una volta attenzione affinché non venga infranto il tabù della terra, smonta da cavallo direttamente sul tavolo, dove avverrà la svestizione. Le Massaieddas, tolto il cilindro e il velo, sciolgono le fettucce che per l’intera giornata hanno stretto la magica maschera. Levata la maschera cessa Su Componidori e il volto dell’uomo riappare ai numerosi presenti che salutano e plaudono all’impresa del cavaliere. Ma, non finisce qui: la festa continua con brindisi, festeggiamenti e cene per ringraziare ed augurare prosperità e vita!!!
Dimenticavo…..il lunedì si svolge la Sartiglia dei piccoli, ossia la Sartigliedda che segue tutti i riti e le metodologie della Sartiglia! PS: Attrus annus mellus!!!!, ossia “Il prossimo anno sarà meglio!!!”
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Anche in questa tradizione sarda sacro e profano si mischiano. Su componidori è come una divinità, il suo volto inespressivo non presenta caratteri maschili, nè femminili, e in più benedice la folla con il doppio mazzo di viole, mammole e pervinca.
Si avverte un qualcosa di magico nell’osservare su componidori.