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Itinerario archeologico nelle terre della Magna Grecia: on the road lungo la Calabria Ionica sulle tracce di Omero

Lontano dalla folla e dai villaggi turistici, lungo la SS106 tra spiagge desertiche, borghi suggestivi e siti archeologici che raccontano alcune delle colonie più fiorenti dei tempi d’oro della Magna Grecia potrai immergerti in una Calabria che davvero non ti aspetti.

Se non hai mai visitato questa regione, o se lo hai fatto solo andando nei posti più blasonati come Tropea, Scalea o Isola Capo Rizzuto dove il turismo di massa la fa da padrone e tradizioni, storia e autenticità sono un po’ messi da parte per favorire un turismo mediocre e poco attento al territorio questo articolo ti farà ricredere.

Si, perché la Calabria Ionica, soprattutto quella reggina e in parte quella catanzarese, sono un ecosistema incredibilmente unico e insolito che fatica a diventare meta turistica… anche perché un po’ non lo vuole essere. È proprio questa la sua ricchezza, custodire se stessi aprendosi solo a quella parte di mondo che ha curiosità sufficiente per superare qualche peripezia dovuta alle scarse infrastrutture e alla mancanza cronica di informazioni.

Arrivare in Calabria

In Calabria ci si può arrivare in tanti modi.

In treno, dalla dorsale tirrenica se si arriva da nord (Napoli, Roma, ecc) e da resto del meridione se si arriva dalla Basilicata o dalla Puglia. Le stesse direzioni devono prenderli i viaggiatori in automobile percorrendo l’autostrada A2 (ormai completata ed efficiente) se si arriva da Napoli/Salerno oppure la SS106 se si arriva dalla Basilicata. In questo caso, l’efficienza lascerà molto a desiderare ma paesaggisticamente parlando sarà un’esperienza magnifica. Che infatti ho intenzione di raccontare nei paragrafi successivi.

Invece, chi arriva dalla Sicilia non può che attraversare il mare in traghetto verso Villa San Giovanni o in aliscafo e catamarano verso Reggio Calabria.

Infine, in Calabria è possibile anche arrivare per vie aeree grazie ai tre scali aeroportuali presenti in regione: i piccoli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria e l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme. Èd è proprio da qui, proseguendo vista Mar Ionio, che parte idealmente il nostro tour per appassionati di turismo culturale e archeologia.

Prima tappa dell’itinerario: Badolato borgo

Vista del borgo di Badolato

Prima tappa da raggiungere una volta arrivati a Lamezia Terme è senza dubbio il suggestivo e multietnico borgo antico di Badolato. Come quasi tutti i comuni della fascia ionica calabrese, anche Badolato di caratterizza per la divisione tra il borgo e la marina. Il primo è caratterizzato da vicoli, edifici storici, qualche abitazione abbandonata e tanta tradizione. Il secondo, come è normale che sia, vive maggiormente il contatto con la Calabria e il “mondo moderno”. Forse è anche per questi motivi, oltre che per un’innata ospitalità tipica dei badolatesi, che il borgo si è trasformato in 3 decenni diventando a tutti gli effetti un melting pot di culture e popolazioni visto che è ormai stabilmente abitato non solo dai locals ma anche da curdi, africani, italiani e tanti cittadini scandinavi e del nord Europa che qui hanno deciso di costruire l’ambiente vicino alla terra e alla genuinità delle persone che probabilmente manca nei loro paesi di origine. Badolato ha tante cose da vedere, con lentezza, ma da qui gli appassionati di storia e archeologia in pochi chilometri possono raggiungere il magnifico Parco archeologico di Squillace dove sono custoditi i resti dell’antica città di Squillacium. Sarà poi difficile non fare una pausa bagno nella bellissima spiaggia di Caminìa o nella baietta di Copanello. E, perché no, fermarsi a Soverato per scoprire il sito archeologico subacqueo di Poliporto e le Grotticelle che testimoniano una presenza preistorica con affaccio sul mare blu.

Da Badolato verso l’interno la meta obbligatoria è la grande Certosa di Serra San Bruno, un luogo incredibile che custodisce secoli di storia. Qui tutto è monumentale: la Certosa, la Chiesa di Santa Maria e anche gli alberi, come “l’Abete delle fate” un albero plurisecolare alto circa 35 metri che si staglia nei verdi panorami di questa suggestiva zona di Calabria. Lungo il percorso per raggiungerla c’è la possibilità di fare un paio di deviazioni infilandosi tra i boschi delle Serre e imbattersi nei ruderi del Castello della Baronessa Scoppa.

Museo della Certosa di Serra San Bruno (Wikipedia)

Non lontano da questa zona, proseguendo verso sud, nell’entroterra, si raggiunge l’enorme sito boschivo e di archeologia industriale de La Ferdinandea. Qui, oltre ad un ambiente naturale straordinariamente verde e ricco di alberi monumentali e laghetti incantati, aveva sede il più importante sito di produzione siderurgia della penisola pre-unificazione del Regno d’Italia. Qui è possibile visitare infatti il Museo Delle Reali Ferriere Di Mongiana, le Ferrerie e il Parco siderurgico di Chiesa Vecchia (ormai in ruderi). Tutto attorno cascate incredibili, da non perdere le straordinarie Cascate sul Marmarico di Bivongi.

Spostandoci di nuovo in direzione della costa da qui, si incontrano territori straordinariamente ricchi di siti e testimonianze storiche per tutti i gusti! Bivongi, oltre che per le maestose cascate, è sede del Monastero Ortodosso di San Giovanni Theristis, ancora frequentanto dal clero Ortodosso. A vista da qui, in una collina poco lontano è possibile scrutare quel gioeillino bizantino che è la chiesetta Cattolica di Stilo. Un unicum nazionale. Ma è tutto il paese di Stilo a meritare una vista più che approfondita. La città che diede i natali al filosofo Tommaso Campanella è un pullulare di chiese, monasteri ed edifici risalenti a diverse epoche storiche ed in buono stato di conservazione, molti dei quali visitabili. L’atmosfera medievale che si respira tra i suoi vicoli è poi manifestata ogni anno durante lo storico Palio di Ribusa che si tiene nel mese di agosto proprio nel centro storico del paese.

Cattolica di Stilo (Wikipedia)

Arrivati di nuovo in costa, sulla mitica SS106, si giunge in un altro scrigno dei tesori archeologici della Calabria: il paese di Monasterace, l’antica Kaulon. Qui, sulle rive del Mar Ionio sorge il Museo Archeologico di Monasterace che custodisce soprattutto reperti dell’antica Grecia e il cui punto forte è il mosaico che rappresenta il cosiddetto Drago di Kaulon. Un’opera davvero bella ed in ottimo stato. A poche centinaia di metri dal museo, proprio sulla spiaggia, il sito archeologico con i suoi scavi è visitabile liberamente e perennemente minacciati dalla forza del mare. A sorvegliare il tutto un piccolo faro che divide la strada statale dall’area archeologica.

Seconda tappa del tour della Calabria Ionica: Gioiosa Ionica

Uno scorcio del Castello di Gioiosa Ionica (Wikimedia commons)

Proseguendo verso sud lungo la dorsale Ionica è un susseguirsi di piccoli paesi e spiagge enormi che formano un continuum di decine e decine di kilometri di sabbia chiara, ciottoli e azzurro ionico che non potrà che ispirare una sosta, anche solo per ammirare la vastità di queste distese sconfinate che hanno vissuto eventi incredibile nel corso dei millenni.

Lungo questo tragitto, da Monasterace a Gioiosa vi imbatterete nelle spiagge di Riace. Lì, da qualche parte, 2400 anni fa naufragò la nave che trasportava le mitiche statue dei Bronzi di Riace, oggi custodite al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Voltando lo sguardo dal mare verso l’entroterra, in pochi chilometri di dolci curve stradali raggiungerai il borgo di Riace che per tanti anni è stato il cuore pulsante dello spirito di ospitalità e accoglienza di tutta la costa ionica calabrese. Ancora oggi, mentre si scrive, sono decine le etnie che abitato questo piccolo e laborioso paese. Nelle campagne attorno non è raro incontrare ruderi di torri d’avvistamento medievale e chiesette bizantine. Ancora più in dentro, verso le salite dell’Aspromonte settentrionale suggestive cascate, percorsi naturalistici dal fascino incredibile.

Confinante con Gioiosa Ionica merita una visita approfondita e senza fretta la splendida Roccella Jonica, una perla, uno dei più bei (e ben tenuti) paesi della costa ionica calabrese, con i suoi vicoli, le sue spiagge e il suo Castello Caraffa che si staglia su tutto il centro abitato. Roccella è famosa per un celeberrimo festival jazz internazionale di fine estate e per la qualità della sua ospitalità turistica.

Spiaggia di Roccella Jonica con veduta del castello (Wikimedia Commons)

Il paese stesso di Gioiosa è uno scrigno inaspettato di tesori architettonici (palazzi storici e chiese) e culturali legati alla storia recente come ad esempio il grande murales “Quarto stato” dedicato a Rocco Gatto, agricoltore che negli anni ’70 si oppose alle angherie della ndrangheta locale. Il paese offre anche la possibilità di visitare la Villa romana del Naniglio, risalente al I secolo a. C. Molto belli la sua cisterna ipogea e alcuni mosaici ben conservati.

Siamo ormai nel cuore della Locride, un’area geografica che ha avuto un’importanza cruciale per tutto il Mediterraneo durante gli anni d’oro della Magna Grecia. Nei paesi della zona si susseguono piccole e grandi emergenze archeologiche risalenti all’Antica Grecia e anche al periodo romano. La storia di questi luoghi si sublima nei percorsi del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri e nel suo Parco Archeologico. Un’intera città antica con tante stratificazioni storiche tutte da scoprire ed esplorare per entrare in diretto contatto con la storia che ha reso grande la locride nel mondo antico.

Ma questa zona di Calabria vanta tante altre bellezze culturali che facilmente sorprenderanno gli occhi del viaggiatore curioso. Stra-consigliata è una capatina lenta e approfondita a Mammola, a pochi chilometri da Gioiosa Ionica. Qui è fondamentale un pasto a base di pesce stocco (stoccafisso) tipicità di zona e unicità di tutto il Sud Italia. Fondamentale anche la visita al sorprendente MUSABA. Il Parco della Fondazione Spatari/Maas interamente dedicato all’arte. Ettari ed ettari di parco con installazioni, opere murali, mosaici, murales, statuaria, arte sperimentale che vive tutto l’anno per i suoi visitatori, i suoi laboratori, le sue sperimentazioni. Artisti di tutto il mondo lo frequentano anche grazie alla presenza di una colorata foresteria. Non crederete ai vostri occhi!

arte moderna musaba calabria slow
Sala espositiva MUSABA

Guardando il mare, a coprirvi le spalle ci sarà la zona settentrionale Parco Nazionale d’Aspromonte che pullula di sentieri, siti naturalisti di assoluto valore, cascate, santuari, rifugi, laghi e laghetti. Se oltre ad archeologia e cultura volete fare un tuffo in natura, da questo punto in poi del nostro itinerario avrete l’imbarazzo della scelta.

Ultima visita, imprescindibile in questa zona, è lo splendido borgo di Gerace. Rimarrete incantati dalla sua cattedrale (visitabile e con un piccolo museo annesso), dalle sue piazze, dai suoi scorci, dalle porte di accesso al borgo e dai suoi scorci sul verde delle campagne che va a braccetto con il blu del Mar Ionio. Gerace è uno dei borghi più belli d’Italia e vanta numerosi riconoscimenti nazionali. Visitatelo e scoprirete perché.

Terza tappa greco-calabra: Bova Marina

Spiaggia Bova Marina dall'alto
Baia di Bova Marina

Lasciata la base di Gioiosa Ionica, il nostro itinerario continua in direzione del cosiddetto “Capo Sud”, la zona più a sud di tutta l’Italia peninsulare che coincide con l’Area Grecanica la cui “capitale” è Bova e la miglior base logistica dove alloggiare visitare la zona è sicuramente Bova Marina.

Ma prima di arrivare alcune deviazioni e alcune tappe sul percorso della mitica SS106 sono obbligatorie per qualunque viaggiatore curioso.

La prima cosa da fare è sfatare il mito della “Mamma” della ‘ndrangheta. È proprio da queste parti che storicamente le più tradizionali e pericolose famiglie criminali calabresi hanno residenza ed esercitano il loro potere su loschi affari di mezzo mondo. Ma questi sono anche i luoghi forse più belli e incredibilmente affascinanti del Parco Nazionale d’Aspromonte, e non deve essere di certo un pregiudizio generalizzante a farvi perdere un’escursione naturalistica nella Valle delle Grandi Pietre, tra cui Pietra Cappa che è il più grande monolite d’Europa. Un angolo meraviglioso di natura incontaminata che si trova proprio tra le montagne che dividono i paesi di Platì, Natile e San Luca. Davvero difficile da raggiungere a causa di strade impervie e dissestante, ma dall’enorme valore sacro e tradizionale, è il Santuario della Madonna di Polsi. Qui, l’essenza tutta della Calabria Ulteriore si esplica durante i festeggiamenti alla relativa Madonna che si tengono nei primi giorni di settembre.

Parco Nazionale d’Aspromonte, veduta su Pietra Cappa (Wikimedia commons)

Il percorso sarà costellato da fiumare, montagne con boschi sempre verdi, piccoli borghi abbandonati e tante, tante storie di ‘ndrangheta e anti-‘ndrangheta che ne rendono la visita davvero affascinante anche tramite l’incontro con la “Gente d’Aspromonte” (dal titolo del grande scrittore Corrado Alvaro la cui casa natale si trova proprio nel paese di San Luca). Lo stesso si può dire, una volta tornati dalle montagne al mare. Ogni paese di questa piccola fascia costiera ha storie macabre da raccontate e grandi “eroi” che sono rimasti nella memoria di tutti per aver combattuto contro chi vuole distruggere la bellezza di un territorio che affonda le sue radici in culture millenarie custodite da una natura staordinaria.

Ma mentre penserete a quanto sia complesso il sistema sociale calabrese non dimenticate di fare una sosta alla Villa Romana di Casignana il cui ingresso si trova esattamente lungo la SS106. Si tratta di una grandissima e magnifica testimonianza di quanto gli antichi romani amassero vivere in questa zona della penisola con le loro terme i loro splendidi mosaici e la vicinanza con il mare. La 106 ionica è stata costruita in larghissima parte lungo la stessa identica direttrice della strada che greci e romani percorrevano per collegare i vari centri dello ionio italico. Per questo motivo molti dei siti archeologici più rilevanti di tutta la Calabria meridionale si trovano proprio a bordo strada e, talvolta, proprio sotto la statale stessa come il caso della Domus Romana all’interno del Parco Archeologico Archeoderi che si trova all’ingresso del paese di Bova Marina. Questo sito immerso in un frutteto piantato a Bergamotto (agrume che di tutto il mondo a disposizione ha scelto il lembo di terra dello ionio reggino per crescere e prosperare) si percorre il sentiero che guida i visitatori all’interno del sito archeologico sotto la sopraelevata della strada statale. Vista la passione italica per il cemento armato, possiamo dire tranquillamente che è stato un miracolo il fatto che si sia deciso di elevare la strada statale di un paio di metri così da non distruggere il sito archeologico emerso proprio durante i cantieri di costruzione. Altrettanto miracoloso è il mosaico ritrovato tra le vecchie mura di questa Villa Romana in quanto racconta di una presenza davvero speciale: quella di un luogo di culto della religione ebraica le cui dimensioni portano gli archeologici e la comunità ebraica internazionale ad affermare che ad Archeoderi è stata ritrovata la seconda sinagoga più antica d’occidente, dopo quella ritrovata nell’enorme Parco archeologico di Ostia Antica.

Lungo la storia di viaggio che seguendo il nostro percorso vi permetterà di giungere a Bova Marina, però, consigliamo altre due “digressioni” da vivere in quel di Brancaleone. In particolare, il primo suggerimento è quello di virare verso il borgo di Staiti per poi fermarvi ad ammirare liberamente i ruderi molto ben conservati della Chiesa di Santa Maria de Tridetti, deviare verso il borgo abbandonato di Brancaleone e passeggiare tra le sue rovine panoramiche con vista Mar Ionio per poi fare una tappa all'”Ospedale delle tartarughe marine” proprio nel centro del paese. Si tratta di una piccola struttura per il recupero, la cura e il rilascio delle tartarughe Caretta Caretta che vengono ritrovate ferite sulle spiagge e nei mari a ridosso di Calabria e Sicilia. Un’eccellenza che grandi e piccoli devono visitare per alimentare un po’ la propria coscienza ambientale.

Famiglia in visita al centro di recupero di Brancaleone (Foto dal sito web CRTM)

A Bova Marina e dintorni c’è da immergersi completamente con l’atmosfera, la storia e la cultura magnogreca che qui (e in tutta l’Area grecanica) si manifesta non solo nei nomi delle strade ma nei modi di essere delle persone, nelle abitudini e nelle tradizioni ancestrali che spesso rimandano alla cultura non troppo lontana dell’antica Grecia. Una faccia, una razza direbbe qualcuno.

Il paese è un classico centro abitato della costa calabrese jonica, una spiaggia lunga chilometri e chilometri senza soluzione di continuità con alcuni punti panoramici davvero interessanti e suggestivi. Da non perdere il tramonto visto dalla cima di Capo San Giovanni d’Avalos (detto anche Rocca del Capo dai locals) che divide il centro abitato di Bova Marina dalla frazione di San Pasquale. Il paese offre la visita al classico Museo etnografico e alcuni scorci interessanti del palazzo del Municipio e del quartiere “burgu“. Le foci delle fiumare (ben 4 nel territorio comunale) ne caratterizzano la conformazione e percorrendo verso l’interno il letto di alcune di esse è possibile scoprire emergenze storiche e soprattutto alcuni canyon e piccole cascate. A Bova Marina, è necessario gustare i gelati e la pasticceria di molti dei bar del paese.

Ma soprattutto, Bova Marina è una perfetta base logistica per partire alla scoperta di alcuni dei gioielli più apprezzati e significativi dell’Area Grecanica della Calabria. Abbiamo l’imbarazzo della scelta ma una buona idea potrebbe essere iniziare un itinerario dal confinante Palizzi, paese dell’omonimo vino IGT. Qui negli ultimi anni un’offerta enogastronomica variegata ne sta caratterizzando lo sviluppo in ottica agro-turistica. Non sono poche infatti le aziende agricole, vitivinicole e i birrifici artigianali che stanno aprendo le loro porte ai visitatori proponendo prodotti locali di grande qualità. Imperdibile d’estate un salto sul “lungomare più corto d’Italia” per gustare una granita al bar da Melina e un buon pranzo di pesce dal mitico Enzo de L’ultima spiaggia (attenzione, qui la prenotazione è obbligatoria a pranzo).

Dalla marina puntiamo verso l’Aspromonte per raggiungere il centro storico di Palizzi. Un borgo estremamente suggestivo che si sviluppa attorno ad una rocca a strapiombo sul canyon di un torrente. In cima alla rocca si staglia un edificio signorile in perenne restauro. I vicoli e gli scorci del borgo valgono una visita. Se poi si ha la fortuna di poter chiacchierare con qualcuno non sarà difficile assaporare una straordinaria ospitalità, semplice ma travolgente. Da qui, con un po’ di fegato per le strade disastrate, si raggiunge anche la frazione di Petrapennata e ammirare scorci panoramici unici. Dal piccolo borgo, infine, è possibile prendere a piedi diversi sentieri che si snodano tra le bellezze senza fine del massiccio aspromontano.

Al confine opposto di Bova Marina troviamo Condofuri. Superata la maestosa (e mitica!) fiumara dell’Amendolea si trova questo centro abitato dalle spiagge enormi ma con davvero poco da segnalare. Ma è la sua fiumara, un tempo navigabile, che regala sorprese ad ogni pié sospinto. La si può percorrere camminando se si è in forma smagliante oppure la si può risalire in auto lungo strade in discreto stato ma dal grande valore panoramico. Prima tappa obbligata è il Castello Ruffo dell’Amendolea. Dei ruderi posizionati in una location incredibilmente panoramica a strapiombo sul letto della fiumara e con una vista strategica sulla costa da dove, tanti secoli fa, giungeva il pericolo dei mori. La sua vista panoramica è un vero e proprio invito al viaggio dell’Area grecanica e del Mar Ionio. A poche decine di metri dai ruderi del castello si trovano due chiesette antiche, ormai abbandonate, che meritano una visita.

Proseguendo verso l’interno si giunge al borgo antico di Condofuri che vale uno stop per le sue tante rocce monumentali e i suoi scorci aridi e incredibilmente semplici sulla natura aspromontana. Da qui partono anche tanti percorsi per gli amanti del trekking. Ultima tappa di questa piccola avventura condofuriota è l’incredibile borgo di Gallicianò. Uno dei più piccoli dell’area e della Calabria tutta; nel suo scrigno custodisce forse le caratteristiche più autentiche della grecità di questo angolo della nostra penisola. Qui le persone parlano ancora, davvero, l’antico idioma grecanico e lo si percepisce in ogni momento della vita quotidiana che viene sublimato da un pasto nella semplice trattoria del paese. Qui sono tanti i punti di interesse da non perdere tra cui chiese bizantine, piccoli musei, scorci sul borgo e sulla natura circostante. La difficile strada che lo connette al resto della civiltà può sembrare un ostacolo insuperabile ma vale davvero la pena fare uno sforzo per poi godere della bellezza di una delle chicche più sorprendenti di tutta la Calabria!

Ultima tappa della Bovesia, della bovesità nonché della grecità calabrese è Bova. Non Bova Marina, ma Bova. Non Bova superiore (nonostante i più la conoscono con questo appellativo) ma Bova, uno dei Borghi più belli d’Italia, porta d’accesso al Parco Nazionale d’Aspromonte, è aggrappato sul lato di un monte, supera i 900 metri sul livello del mare. Bova è una vedetta sul Mar Jonio, è uno scrigno che custodisce la cultura di una civiltà millenaria che si è mescolata da sempre con tante altre civiltà. La sua lingua e la sua storia sono raccontate in maniera in maniera magistrale nel Museo della lingua greco-calabra “Gerhald Rohlf” e non mancano testimonianze della presenza di una piccola giudecca. Ciliegina sulla torta, la visita ai ruderi del castello, la salita sarà un po’ ripida ma una volta giunti in cima godrete di uno dei più bei punti panoramici di tutta la Calabra.

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Foto tratta dal sito web del Sentiero cività contadina di Bova

Per recuperare le energie dovute alla lunga passeggiata tra i vicoli e la salita per il castello consigliamo un pasto a base di carne di maiale o uno “street food” ad alto tasso d’unto e di bontà: la lestopitta. Un pane fritto tradizionale che può essere mangiato “schittu“, cioè senza condimenti, oppure ripieno di parmigiana, peperoni ripieni, salsiccia o carne arrosto.

Ultima tappa del percorso: Reggio Calabria

Reggio Calabria
Reggio Calabria

Dopo un’immersione completa, senza compromessi nel territorio dell’Area Grecanica è ora di muovere verso la Reghium di ellenica memoria. Siamo a poco più di 40km da Bova Marina e ci affacciamo sullo Stretto di Messina ammirando la magnificenza della montagna/vulcano Etna che ha ispirato alcuni degli avvenimenti più epici dei racconti epici di Omero e non solo. Lo Stretto di Messina stupisce per il suo fascino paesaggistico davvero unico nel suo genere. A Reggio ogni appassionato di storia e archeologia non può non visitare il Museo Archeologico Nazionale e portare i propri omaggi alle due statue dei Bronzi di Riace. Unicum storico e artistico dal valore incommensurabile. Ma il grande museo è in tutta la sua vastità un’immersione nella storia di alcune delle colonie della Magra Grecia più importanti e grazie al suo nuovo allestimento consente una fruizione delle sale e dei reperti davvero apprezzabile.

Prima di arrivare a Reggio, però, consigliamo vivamente una tappa per scoprire lo splendido borgo di Pentedattilo, nome evidentemente greco che fa riferimento alla forma di “mano” della collina che sovrasta l’antico borgo; abbandonato a causa di alcune alluvioni e adesso in piena rinascita grazie all’opera di alcune persone illuminate che ne stanno valorizzando suggestioni e ambienti cogliendo le tante opportunità che il turismo lento e rurale offre a contesti così piccoli e irripetibili. Il borgo si trova a pochi chilometri dal centro di Melito Porto Salvo e non presenta particolari difficoltà per raggiungerlo.

Ma torniamo a Reggio. Gli appassionati di archeologica si appassioneranno facilmente anche alle gustose offerte enogastronomiche e di street food che il centro città mette a disposizione di chi ha un palato curioso e non vuole rinunciare ad alcune delle più buone gelaterie d’Italia e alle loro brioche e granite. Così come impegnativo e gradevole sarà scoprire come arancini e rustici non hanno nulla da invidiare ai corrispettivi dei dirimpettai siciliani. Mentre sul fronte storico-culturale il lungomare cittadino offre un paio di siti archeologici come Terme Romane e Mura greche, suggeriamo anche una visita alla Pinacoteca cittadina dove è custodita la storia dell’arte pittorica della città (dal XV al XX secolo) con alcuni pezzi di firme importanti come Antonello da Messina e Mattia Preti. Il centro storico della città è stato completamente raso al suolo dal maremoto seguito al terribile terremoto del 1908. Il suo fascino è quindi affidato non solo all’evidente bellezza paesaggistica dello stretto ma anche alla presenza di un’apprezzabile serie di ficus secolari che stupiscono come, se non più, di un monumento storico.

La città vanterebbe molti altri punti di interesse culturale, storico e archeologico ma purtroppo l’organizzazione dell’offerta e la fruizione dei suoi siti culturali non è all’altezza della storia plurimillenaria della città.

Nell’attesa di un generale miglioramento delle condizioni di fruibilità dei siti storico-culturali reggini salutiamo qui il lettore paziente che è giunto al termine di questo itinerario omerico all’insegna della scoperta della Magna Grecia e dei suoi gioielli che speriamo possa invitare davvero al viaggio in un territorio davvero “ulteriore” della penisola italica.

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La Calabria è la punta dello stivale d’Italia, stretta tra il turchese del Tirreno e le trasparenze del Mar Ionio. Un paradiso per gli amanti degli sport outdoor, grazie ai boschi incantati delle catene dell’Aspromonte e della Sila. La terra del mito, della Fata Morgana e dei Bronzi di Riace. Quella dei borghi dal ritmo lento, delle tradizioni  millenarie, dei festival musicali. La Calabria dai sapori decisi e piccanti, ma anche di quelli dolci e gentili. Divisa tra asprezze e dolcezze, è una destinazione dove convivono paesaggi vari e contrastanti. Intrisa di ricchezze, è il luogo ideale per una vacanza al mare, ma anche per una pausa in montagna, tra le bellezze di 4 Parchi Nazionali. Per un break di cultura, arte e  di enogastronomia. Qualunque sia la tua idea di vacanza, ciò che è certo è che ad accoglierti ci saranno sempre sorrisi sinceri e una terra di indole ospitale. Scoprila con Genteinviaggio!

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Alessio Neri

Appassionato di viaggi e comunicazione digitale, sono blogger dal 2004 e me ne vanto. Qui racconto le mie esperienze di viaggio ma non sono mai abbastanza!

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