
Il museo è mobile
Che siate comodamente seduti sul divano di casa, in fila alla Posta o sdraiati al sole, grazie a specifiche applicazioni interattive potrete consultare gallerie d’arte, musei ed esposizioni. E non solo. I musei entrano così nei nostri smartphone. Anche il settore della cultura ha scelto di seguire la tendenza delle app: semplici da usare, versatili, utili non solo per la comunicazione dei prodotti culturali, ma anche per la didattica, il marketing e l’engagement (di questo avevamo parlato nell’intervista alle creatrici di Sveglia Museo).
Già sul finire dello scorso anno Google Art Project ha presentato Open Gallery, con cui si possono realizzare applicazioni per Android in grado di dare informazioni chiare e di guidare visitatori e curiosi fra le opere esposte, creando esposizioni online e raccontando storie. Alcune realtà italiane hanno cominciato a usufruire di questo servizio: GAM, Palazzo Madama e Museo d’Arte Orientale di Torino, Emergence Festival di Giardini Naxos, MA*GA di Gallarate, Museo irpino e Museo Carlo Zauli.
Il mobile si sta imponendo nell’offerta museale internazionale, spesso abbinando la cultura a dinamiche tipiche della gamification. Dalle app più specifiche come quelle del MoMA, Guggenheim, Louvre e National Gallery, per citarne alcune, a quelle più generaliste come Arounder Touch, una delle migliori per fare visite virtuali in posti diversi in tutto il mondo, compresi il Museo D’Orsay a Parigi, il museo di Van Gogh e tanti altri, o iMuseum utile quando si viaggia, per sapere quali poli museali si possono visitare nei dintorni, con tutte le informazioni per raggiungerli, giorni e orari d’apertura, prezzi, opere da vedere. Poi c’è ArtGuru Ambassador con una vocazione più social, che non solo fornisce informazioni sulle opere ma le riconosce anche. Gli utenti potranno condividere nei social network la loro esperienza, indicando l’opera che stanno ammirando e dove si trovano. Inoltre, potranno segnalare quelle più apprezzate, e queste preferenze influenzeranno a lungo andare i risultati delle ricerche che possono essere effettuate nell’app.
E in Italia? Qualcosa si sta muovendo. Torino è la città che ha fatto da aprifila. A partire dal MAO il museo d’arte orientale che con la sua app propone diversi percorsi di visita adattabili a qualsiasi richiesta: dell’arte orientale vi colpiscono soprattutto gli accostamenti cromatici? Esplorate il museo con “Colori d’Oriente”. Avete poco tempo a disposizione? Con “Il MAO in mezz’ora” anche il visitatore più frettoloso può scoprire le opere più significative di ogni regione e periodo storico. Al contrario, cercate un’ispirazione quasi mistica? Il tour “Mantra mode: on” vi guiderà attraverso le diverse posizioni dello yoga per farvi ritrovare la pace interiore. Volete, invece, farvi sorprendere? “Creature, animali e strane posizioni” è il percorso che fa per voi. Sempre nel capoluogo piemontese il Museo Nazionale del Cinema, ha ottenuto la scorsa estate il “Museum Innovation Award” alMuseumNext , la più grande conferenza mondiale in materia di innovazione per i musei, grazie a un progetto articolato che prevede connettività WiFi gratuita, Mobile Tagging per accedere a informazione aggiuntive, curiosità e aneddoti, grazie all’app Microsoft TAG, didascalie digitali e virtualità aumentata, permettendo di ottenere un effetto immersivo multisensoriale.
Pochi giorni fa, poi, è stata presentata a Milano MuseoscienzApp – Il museo in tasca, un’applicazione gratuita, in italiano e inglese, per visitare il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Permette di seguire percorsi di visita tematici, aiuta i visitatori a orientarsi all’interno del museo, veicola contenuti speciali, che possono essere scaricati e consultati in qualsiasi momento, oltre ad offrire un calendario aggiornato con tutte le attività in programma.
A Roma il museo nazionale delle arti del XXI secolo, il MAXXI, ha creato MaXXI App che consente ai visitatori di personalizzare il proprio tour e navigando tra le schede delle opere, il visitatore potrà lasciare commenti e impressioni, condividendo in tempo reale la sua esperienza con gli altri navigatori. Anche gli Uffizi a Firenze hanno lo propria applicazione e se ne potrebbero citare molti altri.
App vs Guide cartacee
Ma ciò che rende un’app diversa da una semplice guida cartacea sono le informazioni personalizzabili e l’implementazione di dispositivi all’interno delle sale espositive che interagiscono in tempo reale con i vari devices fornendo contenuti multimediali, immagini e approfondimenti. Parliamo di iBeacon, un nuovo sistema di interazione contestuale tramite geolocalizzazione. In inglese beacon significa faro, appunto. Tramite il bluetooh e il Gps si possono lasciare commenti sull’opera e scoprire cosa hanno pensato gli altri visitatori. Si possono mettere anche dei “bookmark”, segnalibri, per rivedere e navigare a casa quel contenuto, utile soprattuto per migliorare la propria esperienza post-visita. La guida interattiva conoscendo la posizione del visitatore e avendo la sua profilazione raccomanda attrazioni che si trovano nelle vicinanze rilevanti per il turista secondo la fascia d’età, i suoi interessi e la lingua madre. E consente, ad esempio, di vedere dove si trova la toilette (questa è la funzione meno culturale).
I Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza sono il primo museo italiano, e uno dei primi 5 in Europa, a utilizzare la tecnologia iBeacon per iOS. IMApp di Ultraviolet mette il visitatore al centro del museo e presenta il grande vantaggio per il polo culturale stesso che non deve sostenere spese di gestione e manutenzione dell’hardware delle audio guide tradizionali. Ogni beacon può essere aggiornato e modificati in modo semplice e in tempo reale.
Per musei, gallerie e spazi pubblici, questo è lo sviluppo più importante legato allo smartphone. E’ il pezzo mancante del puzzle che cambierà il modo in cui i dispositivi mobili vengono utilizzati in spazi pubblici, e legittima la loro presenza piuttosto che percepirli come una distrazione. L’integrazione dell’esperienza fisica e digitale nella visita di un museo è destinata a cambiare il modo di visitare un museo.