
Vallarsa: La buona pianta e i suoi effetti medicinali
Il Museo etnografico di Vallarsa è quasi pieno, quando Andrea Lugli inizia la sua lezione del corso di fitoterapia per “A seminar la buona pianta”.
Tutte le studentesse, insieme all’unico studente, partecipano con estrema attenzione alle spiegazioni e all’analisi pianta per pianta, che Lugli porta avanti all’interno della bella location, sul fianco della vallata trentina. I bambini sono partiti con il pulmino alla volta del loro laboratorio di scoperta botanica, mentre le mamme sono impegnate nell’apprendere i segreti e gli effetti positivi della valeriana o del timo, giusto per fare due esempi, sul corpo umano.
Il fascino di questa disciplina sta probabilmente nella possibilità offerta ad ognuno di noi di poterci curare, o comunque, di poter usufruire degli effetti benefici delle innumerevoli piante che la natura ci porge; spesso proprio sotto il nostro naso.
Molte delle partecipanti mi raccontano proprio questo.
C’è chi ha un giardino e vuole usare al meglio i suoi frutti, non solo quelli commestibili. Chi porta avanti un’alimentazione molto attenta al corretto utilizzo di pietanze vegetali anche al fine di accrescere il proprio benessere e mantenersi in buona salute. C’è anche chi, da poco laureato in scienze naturali, vuole approfondire una disciplina che potrebbe offrirgli un’opportunità lavorativa nel prossimo futuro.
La fitoterapia, infatti, è ormai diventata una disciplina completamente affiancata alla medicina nella cura e nel trattamento di molti malesseri. La consapevolezza di questo rende la scoperta del mondo vegetale che ci circonda davvero interessante anche per quelli, come me, che non sono molto ferrati in materia.
Ho intervistato proprio il docente del corso, Andrea Lugli per schiarirmi le idee e saperne di più.