day break hotel trieste spa

Day break hotel a Trieste, un’esperienza di benessere

Un’oasi nella città, nel centro che più centro non si può: largo Barriera. L’Hotel Victoria apre la sua elegante porta girevole verso un mondo fatto anche di libri, pure agli ospiti che passano di lì solo per qualche ora di giorno. Eh già, siamo abituati a pensare che negli hotel si vada a “pernottare” ed invece è possibile vivere l’ospitalità unica di un albergo di qualità anche solo di giorno ed è proprio una bella sorpresa regalataci da Day Break Hotels, portale specializzato nell’offrire ai propri clienti l’opportunità di vivere i propri sogni… di giorno! A Trieste i clienti sono particolarmente fortunati, infatti, possono usufruire (così come successo a noi) con un pacchetto completo della piccola ma deliziosa spa e dell’albergo interno, caratterizzato da una gamma cromatica calda e coordinata, che coinvolge ogni elemento: dalla brochure esplicativa agli arredi, al tovagliame, alle decorazioni natalizie di questo periodo.

Al quinto piano dell’edificio in stile eclettico dei primi del ‘900 mia madre e io veniamo accolte in una calda stanza dai toni chiari, vicina alla spa e alla piccola gym, composta da tre attrezzi adatti per qualche ora di esercizi. Un biglietto di benvenuto e un piatto di frutta fresca ci attende. Piccoli gesti che mettono ancor più a loro agio gli ospiti. La stanza si trova in una mansarda messa a nuovo con gusto. Le finestre si affacciano sui tetti della città, ma da lassù non si sente nemmeno un rumore delle automobili. Dopo qualche ora di relax trascorsa a guardare un po’ di tv e a leggere qualche libro appoggiato sulla mensola, andiamo nella spa tutta per noi. Bisogna però dedicare qualche attenzione in più a un altro aspetto che contraddistingue questo albergo, dove al primo piano si trova una vasta libreria dedicata soprattutto ad alcuni personaggi internazionali, che tra fine Ottocento e primi Novecento vissero a Trieste, come lo scrittore irlandese James Joyce o il console inglese Richard Francis Burton, ma anche a romanzi più recenti, tra cui “The nice and the good” della filosofa Iris Murdoch o “Una famiglia a caso” della giornalista Adrian Nicole LeBlanc o ad altri libri italiani editi per esempio da Sellerio.

Una pausa di benessere nel cuore di Trieste

Una porta in vetro ci separa dal corridoio. Una volta solcata, veniamo avvolte dai profumi gentili e dai colori caldi della spa. Collocata ugualmente in una mansarda, è un piccolo scrigno di benessere. A piedi nudi camminiamo esplorando ogni angolo. Ma prima di tutto notiamo che i piedi vanno igienizzati con una lancia micotica, mentre i led a terra rendono ancora più rilassante l’atmosfera. In mezzo alla stanza due chaise longue ergonomiche con un cuscinetto poggia testa morbidissimo ci aspettano per rilassarci tra una sauna e un bagno turco.

Ci si sente a proprio agio perché sembra di essere in un luogo fuori dal mondo, lontano dalla stessa città che invece è a un passo da noi. Nessuno potrà disturbarci in quell’ora e mezza, abbandonate a una storia che parla di tranquillità. Attorno a noi ci sono candele ovunque che potremmo accendere, ma siamo così attirate dall’acqua calda con le bollicine, che l’illuminazione è già perfetta così. Due tipi di idromassaggio sono a nostra disposizione in una vasca circolare leggermente rialzata che si affaccia verso tutta la stanza. Trenta minuti di relax, silenzio completo. Dalle tende che coprono le finestre si intravede anche da qui la città. Le luci ricordano che fuori la gente si muove, cammina, ma noi in quel mondo ci abbandoniamo in un’altra dimensione. Un po’ sparsi ovunque si possono trovare immersi nella sabbia di alcuni recipienti concavi in terracotta dei saponcini, bagni schiuma e creme per il corpo dal delicato profumo. E nel grazioso bagno arredato in stile primo Novecento, come tutto l’albergo, sono a disposizione una cesta in vimini per gli asciugamani usati e un phon.

Dopo l’idromassaggio è d’obbligo il bagno turco che presenta un mondo a sé. All’interno, avvolte dal vapore, percepiamo una lieve musica orientale, mentre viene diffusa una delicata fragranza al pino. Intanto i led incastonati mutano lentamente di colore componendo una cromoterapia, che si ripete anche nell’attigua doccia che può essere blu con la caduta di acqua fredda, una sorta di nebbia al profumo di menta, oppure arancione, accompagnata da una pioggerellina tiepida. Di fronte, una comoda sauna in legno per due persone, che raggiunge temperature elevate, ci attende. Dopo una doccia rinfrescante ci distendiamo sui lettini nel tepore assoluto. E dopo 15 minuti e l’ultima doccia, facciamo ancora un bagno nella vasca idromassaggio per poi riposare venti minuti sulle chaise longue, avvolte in morbidissimi accappatoi. È arrivato il momento di lasciare la spa, purtroppo. Qualche colpo di phon e ritorniamo nella nostra stanza per recuperare le borse. Ad attenderci poi nella hall Micaela che, con un sorriso molto gentile, ascolta le nostre sensazioni. È ora dunque di tornare a casa, ma consigliamo a tutti di farsi coccolare dall’Hotel Victoria almeno una volta nella vita, ne vale davvero la pena.

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Benedetta


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enzodib
enzodib
6 anni fa

Molto carino il racconto, anche se no amo questo tipo di esperienze. Mi piacerebbe molto visitare Trieste, hai qualche consiglio per passare qualche giorno e apprezzare al meglio questa città?

RosaDiLeva
RosaDiLeva
6 anni fa

Complimenti per il racconto di viaggio, trovo che sia un ottimo canale questo per raccontare e raccontarsi. Personalmente, oltre alle classiche recensione, assolutamente utilissime, trovo geniale creare una dimensione di racconti che possa descrivere una intera esperienza fatta soprattutto di emozioni. E’ come avere un digital operator che ti aiuti nella scelta…….

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