
Cortes Apertas a Mamoiada: Mamuthones e Issohadores
Come non cogliere l’invito e recarsi a Mamoiada per la manifestazione Autunno in Barbagia? Dopo aver letto con gusto il post apparso qualche giorno fa sulla community di Gente in Viaggio, ho deciso di visitare questo paesino nel cuore della Sardegna. Il clima e la temperatura sono ottimi, ideali, per essere a novembre (proprio questi giorni ricorre l’estate di San Martino).
Giorni prima mi informo attraverso internet sul programma della giornata di domenica 8 Novembre. Mostre, cortes apertas, ottimo cibo, ottimo vino ed infine la sfilata dei Mamuthones e Issohadores nel pomeriggio. Bisogna andare! Ho sempre sentito parlare, visto in televisione la sfilata, la danza dei mamuthones e issohadores, ma mai dal vivo. La prima loro sfilata avviene il giorno 17 Gennaio (Sant’Antonio Abate), ed è in questa data che inizia il carnevale.
Zaino in spalla, macchina fotografica al collo, si parte in direzione Mamoiada. Come sempre, si sa che la partenza è al mattino presto, per evitare poi di rimanere imbottigliati nel traffico. Si imbocca la SS131 in direzione di Nuoro, si segue la strada per Lanusei e si prende lo svincolo per il paese di Mamoiada (Mamujada come scritto all’ingresso del paese). Siamo in provincia di Nuoro, in Barbagia. Zona dedita all’agricoltura e alla pastorizia.
Qualche camino già sbuffa, poco più avanti un ristorante con un immenso giardino, predispone un’infinità di porceddi (maialetti) che saranno pronti per pranzo, le bancarelle iniziano a esporre le loro specialità: dolci tipici della zona, il torrone, la miriade di varietà di pane (carasau, guttiau, spianada), le patate, le castagne, le noci, le mandorle, i liquori, ma non solo. Le maschere dei mamuthones, i coltelli sardi (sa leppa), la tipica fede sarda (l’anello), che spettacolo!
La macchina organizzativa messa in piedi è perfetta! I ragazzi addetti ti forniscono di mappa della città con tutti gli appuntamenti del giorno, le mostre da visitare e l’elenco delle cortes apertas. Qui troviamo anche un banchetto, dove con 5 euro, si può prendere un bicchiere per fare degli assaggi durante tutta la giornata.
Partiamo da via Nuoro, dove abbiamo parcheggiato, e iniziamo a visitare le cortes apertas ed il paese. All’ingresso troviamo subito una gigante maschera di un mamuthones. Proprio di fronte, si trova la cantina Puggioni, oggi visitabile per l’occasione. Passiamo dalla zona imbottigliamento-produzione, alla zona delle botti dove invecchia il vino. All’ultimo piano è possibile fare anche una piccola degustazione.
Le persone sono tutte molto ospitali, ti offrono degli assaggi e ti invitano ad entrare. Raggiungiamo piazza San Sebastiano, dove si trova il monumento in ricordo ai caduti nella seconda guerra mondiale. Qui la strada si dirama in due direzioni. Noi proseguiamo verso il centro del paese, in direzione corso Vitorio Emmanuele III. Entrambe le scelte portano a numerose cortes. Intanto l’afflusso delle persone aumenta. Famiglie che sono venute da Assemini (provincia di Cagliari), signore da Sassari che sono venute in pullman, ragazzi dalla Toscana. Negli ultimi anni il richiamo al paese di Mamoiada è andato sempre in crescendo. Il Corso (così come lo chiamano i Mamoiadini), è un bel viale, con bar e case che hanno i loro balconcini decorati e con tanti fiori. Da qui si diramano una serie di viuzze caratterizzate dalle tipiche casette barbaricine. Dopo aver comprato dei buonissimi dolcetti e bevuto un caffè, arriviamo in piazza Santa Croce. È proprio qui, che si svolge, alle ore 11, la vestizione narrata del costume mamoiadino. Infatti, vi è un palco, con un tipico tappeto sardo, un leggio, un tavolo ed una sedia. Una signora distinta, mostra e poggia sulla sedia i tipici costumi (sia da donna che da uomo) della tradizione. Sul palco, poi, salgono una giovane ragazza ed un giovane ragazzo che saranno i due modelli per la vestizione. Arriva anche una ragazza, la voce narrante, che spiega come sono i vestiti e come si indossano, man mano che i due modelli si vestono. Bellissimi costumi, bellissimo colori, bellissimi i dettagli, come i gioielli che servono a chiudere il collo della camicia, oppure i colori delle asole della giacca maschile, o anche le rifiniture del vestito femminile. Conclusa la vestizione con un forte applauso meritato, visitiamo la Chiesa di Santa Croce, che si trova alle nostre spalle. Qui al centro del pavimento, i ragazzi dell’Azione Cattolica, hanno formato e disegnato l’isola della Sardegna con la tecnica della sabbia. Al centro dell’isola, vi è la scritta Mamoiada. Proseguiamo la nostra passeggiata, entriamo e visitiamo i negozi di maschere: tutte rigorosamente intagliate e fatte a mano da artigiani esperti! Arriviamo al Museo delle Maschere Meditteranee che si trova quasi alla fine del Corso. Qui si trova la mostra fotografica intitolata“Sguardi forestieri”. Si tratta di una rassegna fotografica (in bianco ed in nero), di fotografi che hanno immortalato il paese, le persone, i modi di vivere, i riti religiosi, il carnevale di Mamoiada tra gli anni 50 e gli anni 80-90.
Prima di pranzo, ci rechiamo presso l’ufficio informazioni, dove chiediamo conferma dell’orario della sfilata dei Mamuthones e Issohadores. La vestizione avviene alle 15.30 presso la ProLoco in via Sardegna, da dove poi partirà la sfilata stessa che proseguirà poi nel Corso. È ora di mangiare: culurgiones con sugo di pomodoro, maialetto e un buon bicchiere di vino. Per digerire facciamo una passeggiata fra le vie del paese, e quasi per caso, finiamo in una cortes spagnola…leggo un cartello che indica la cortse. Seguiamo la strada e la cortese è proprio abbellita in tema spagnolo. Entriamo per curiosità, anche se non è tanto consigliato dato che si svolge proprio oggi l’ultimo gran premio di Moto Gp, all’interno preparano sangria, tortillas con e senza cipolla. Ma la curiosità è che vi è una televisione che sta trasmettendo il gp. Ci fermiamo a guardarlo! Tutte le persone sono pro Valentino. Mi chiedo come mai ci sia una cortes spagnola e Mamoiada, scopro così che una signora spagnola ha sposato un signore di Mamoiada.
Il Gran Premio è finito, Vale è arrivato solo 4° e Lorenzo ha vinto il motomondiale. È quasi ora della sfilata, il momento più atteso. Ci rechiamo in Via Sardegna, da dove inizierà la sfilata. La gente, intanto, continua a mangiare dolci, seadas, pane, maialetto, formaggio e bere Cannonau!
Troviamo un posticino in un angolino, pensiamo sia un’ottima postazione per vedere la sfilata. Alle ore 16,00 si inizia a sentire il suono dei campanacci che portano sulle spalle i Mamuthones. I campanacci sulle spalle, assieme a delle campane che si trovano sul petto si chiamano Sa Carriga (il peso può raggiungere anche 30 kili). L’abbigliamento è composto da una maschera scura (nera), un fazzoletto anch’esso scuro per coprire il capo, il berretto sardo; l’abito in velluto, la pelliccia di pecora e le scarpe in pelle.
A seguire gli Issohadores vestiti anch’essi con il berretto sardo nero, il fazzoletto bianco e maschera bianca. Hanno poi una giacca-corpetto rossa, camicia bianca, cinta e sopraccalze neri. In mano tengono una lunga corda, chiamata, soha, fatta di giunco.
La sfilata comprende 12 Mamuthones 3d 8 Issohadores. A ritmi alternati, i Mamuthones fanno suonare i loro campanacci e campanelle dando dei colpi di spalla ruotando il corpo a destra e a sinistra a ritmi cadenzati. Mentre i Issohadores cercano di catturarli con la loro lunga corda. Non solo cercano di catturare i Mamuthones ma anche le persone tra il pubblico e le persone che sono affacciate ai balconi per assistere a questa danza. Ogni tanto, si riposano ed allora ne approfittiamo per scattare alcune foto. È una sfilata bellissima, particolare, ma molto suggestiva. La popolazione, i turisti, in silenzio che guardano con entusiasmo, quasi increduli, attoniti. La sfilata si conclude in Piazza San Sebastiano, dove scattiamo ancora qualche foto ricordo. Ormai sono quasi le 18:00 il sole è tramontato ed è ora di tornare a casa, dopo questa bellissima domenica passata a Mamoiada.
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