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Esperienze rurali a Ragusa: overdose di formaggi

Il caldo si fa sentire in questa prima metà di maggio. Non sarebbe potuto essere altrimenti in queste zone all’estremo sud della Sicilia. In Italia più a Sud del Val di Noto c’è davvero poco se escludiamo qualche isola come Lampedusa e Pantelleria. Qui il caldo è cocente, le tradizioni vive e vegete e i sapori di campagna sono la norma!

Nel nostro tour #Sicilying organizzato per il progetto Pro Agri un capitolo a se va dedicato al cibo. Ma attenzione, quello che ci è successo non è stato semplicemente “mangiare”. Abbiamo vissuto vere e proprie esperienze legate al cibo, all’incontro con un territorio e alle persone che lo vivono attorno ad un tavolo: degustando, scoprendo, imparando…

Ed ecco i posti in cui ho avuto la straordinaria possibilità di assaporare i veri sapori di campagna del Val di Noto che, fa bene ricordarlo, dal 2002 è un Patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Ufficialmente per il suo tesoro di architettura tardo barocca, ma secondo me anche il cibo della zona deve aver giocato un ruolo determinante in questa scelta. Provare per credere!

Food experience? No, overdose di formaggi!

Salumeria Barocco – Nel cuore pulsante di Ibla si trova questa piccola bottega presidio Slow Food ricca di sapori autentici locali. Abbiamo la grande fortuna di poter godere di una degustazione di diversi formaggi locali. Dagli “ubriachi” al Nero d’Avola, ai più tradizionali pecorini, alle commistioni tra latticini e pistacchio al mitico Ragusano DOP di cui deciderò di acquistare anche un souvenir da portare a casa. La bottega è piccola ma molto fornita di prodotti di ogni genere e per ogni palato, davvero!

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Degustazione di formaggi

La Masseria – Il signor Giovanni Cascone ce lo racconta con grande semplicità ed orgoglio. La sua “La Masseria” è frutto del lavoro e della sapienza dei bisnonni, dei nonni, dei suoi padri e già adesso lo è delle sue figlie. Davvero un luogo di famiglia dove si vende e si mangia solo quello che si produce. E ce n’è di roba!

Appena arrivati in questa bella struttura sulla Strada Provinciale 25, a pochi chilometri da Marina di Ragusa, capiamo subito che questa sarà una delle visite più interessanti del nostro tour #Sicilying. Le mucche fanno capolino da un recinto dietro la struttura principale e sarà una delle figlie del signor Giovanni a farcele conoscere bene. Infatti a La Masseria è possibile, prima di sedersi a tavola, conoscere in maniera consapevole quello che si mangia. Il giro di presentazione inizia dal retro della struttura dove una mucca è in dolce attesa in un recinto ben tenuto e un po’ in disparte rispetto alle altre sue compagne. Un po’ più in là, in uno spazio a loro dedicato, ci sono invece due vitellini nati da poco in fase di svezzamento. Sulla sinistra invece c’è una parte dell’allevamento in cui i capi di bestiame, non avendo spazi sufficienti per andare al pascolo, vengono nutriti con molta attenzione e la nostra guida entra nel dettaglio, spiegandoci anche la differenza dei formaggi derivata dalla tipologia di fieno di cui si nutre il bestiame. Ma in realtà ad attirare la mia attenzione è lui: Robinson. Il re del recinto. L’unico toro del gregge. Il signore de La Masseria, colui che decide di sua esclusiva spontanea volontà quando e come darsi da fare per incrementare il numero dei capi di bestiame presenti. Sì, perché qui non c’è alcun processo di fecondazione in vitro. Anche il processo riproduttivo viene mantenuto in maniera naturale.

Dopo gli animali si passa al video. Il giro alla scoperta delle produzioni di questo bell’agriturismo ci fa soffermare di fronte ad uno schermo dal quale ci viene raccontata l’affascinante storia de La Masseria, che durante la Seconda Guerra Mondiale era il Posto di Blocco 452 (ecco cos’era quella stele commemorativa installata proprio vicino al parcheggio…). Proprio in questo luogo un drappello di soldati italiani resistettero fino alla fine ad uno sbarco di truppe americane, quando ormai la guerra per il regime italiano iniziò a prendere la brutta piega che lo portò alla sconfitta.

Il fascino della storia si ritrova anche nelle aree più produttive dell’agriturismo, dove il signor Giovanni ci mostra in loco il processo di lavorazione delle provole e delle ricotte visto poco prima in video. Devo dire che dal vivo è tutta un’altra cosa! Sarà forse per gli assaggi in presa diretta? Chi lo sa! Di certo quando vedi fare con mani sapienti quello che mangi ti senti davvero in buone mani e non vedi l’ora di fare il tuo meglio per onorare così tanta maestria.

La stessa che troviamo in cucina dove le donne dell’agriturismo appallottolano arancini di ricotta, impastano e arrotolano le tipicissime scacce e dove gli odori prendono la forma di un crick che apre lo stomaco alla fame più gustosa! Una piccola, e forse insignificante, soddisfazione è quella di scoprire che nel dietro le quinte, in cucina, una donna mia concittadina (che mi riconosce immediatamente dall’accento) dà un contributo determinante al successo dell’offerta culinaria di questo luogo.

Dopo il giro alla scoperta de La Masseria giunge il momento della degustazione. Le portate si susseguono e la sensazione scaturita dall’aver visto nascere tanti dei cibi che degustiamo è unica e ti fa sentire davvero al sicuro. Ricottina calda, scacce, Ragusano DOC, l’arancino alla ricotta, due paste fatte in casa eccezionali (quella condita alla norma su tutte!) e due bianco mangiare (dolce tipico della zona) ci allietano la serata così come le piacevoli chiacchiere con Valentina e Nicoletta Cascone, i due Giuseppe, il signor Gianni e la moglie Cettina che chiudono il cerchio in una bella serata dedicata ad odori, sapori e persone genuine!

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la famiglia cascone e i membri del blog tour #Sicilying al completo
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Alessio Neri

Appassionato di viaggi e comunicazione digitale, sono blogger dal 2004 e me ne vanto. Qui racconto le mie esperienze di viaggio ma non sono mai abbastanza!

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