
Carnevale: regione che vai, dolci che trovi
L’Italia è il regno dei dolci di Carnevale. Ogni regione ha la sua specialità, a volte cambia anche solo il nome o un particolare nella ricetta, ma una cosa è certa: la loro bontà. È un periodo felice, quindi, per tutti i golosi che non riescono a resistere alle mille tentazioni gustose carnevalesche. Ecco un piccolo assaggio di alcuni dolci tipici.
Frappe
Partiamo dalle famose frappe. O bugie, o chiacchiere, ma anche cenci, fiocchi, maraviglias, crostoli, il nome dipende dalla regione in cui ci si trova. Fritte o al forno, mantengono quella forma allungata che sembra quasi un nodo, spolverate con zucchero a velo oppure nelle varianti di cioccolato, miele, mascarpone. La tradizione delle frappe probabilmente risale a quella delle “frictilia” nell’antica Roma, dove i dolci fritti nel grasso venivano preparati proprio durante il periodo dell’odierno carnevale.
Castagnole
Dette anche favette, presentano due varianti: una semplice e una con ripieno alla crema pasticciera o alla panna. Impastando uova, zucchero, farina e burro si formano delle palline che vengono fritte in olio bollente oppure cotte al forno. La ricetta è molto antica: è stato ritrovato nell’archivio di stato di Viterbo un manoscritto del Settecento in cui vengono tratteggiate ben quattro modalità per cucinare le castagnole.
Zeppole
Le modalità per preparare questi dolci squisiti variano a seconda delle zone d’Italia. Al meridione è un dolce tipico della festa di San Giuseppe ed è perciò detta zeppola di San Giuseppe, in altre zone è invece un dolce carnevalesco. In Campania, ma anche nel Lazio, generalmente sono i dolci legati alla festa del papà del 19 marzo. Anche la ricetta ha molte varianti. In Sicilia si utilizza farina, riso, miele d’arancio e zucchero a velo. Le zeppole, listelli di forma cilindrica lunghi circa 6-8 centimetri, vengono fritte nell’olio bollente e alla fine ricoperte di miele d’arancio e zucchero a velo con cannella. Nelle Marche invece sono un tipico dolce di carnevale e assumono la forma di ciambella e non sono mai accompagnate da crema.
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Cicerchiata
Diffusa soprattutto in Abruzzo, Marche e Molise, è simile agli struffoli napoletani che però sono un dolce tipicamente natalizio. Secondo l’Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo (ARSSA – Regione Abruzzo, 2004), l’origine della cicerchiata sarebbe da ricercarsi proprio in Abruzzo, nell’area del Sangro “grazie allo sviluppo dell’apicoltura che, ieri come oggi, rendeva disponibile miele di ottima qualità”. Il dolce è a base di pasta di farina, uova e zucchero, liquore o succo di limone. Da questa si ricavano palline di circa un centimetro di diametro che vengono fritte nell’olio d’oliva o nello strutto. Scolate, vengono mescolate con miele bollente e disposte “a mucchio”. Il miele raffreddandosi cementa le palline fra loro e dà solidità alla struttura. Ovviamente esistono varianti che aggiungono ingredienti diversi alla ricetta base.
Arancini
Tipici delle Marche, di Ancora in particolare. I succulenti arancini sono formati da una sfoglia simile a quella usata per la pasta all’uovo, sulla quale si distribuisce succo e buccia di arancia grattugiata. Poi la sfoglia viene arrotolata e tagliata a fette, in modo da ottenere delle girelle che poi vengono fritte e passate nel miele. Una variente è il limone al posto dell’arancia, e possono essere preparati anche in forno.
Bocconotti
Tipici dolci pugliesi, possono essere farciti in vari modi secondo le tradizioni che ancora oggi si tramandano di famiglia in famiglia: crema, cioccolato o anche marmellata. Di bocconotti ne esistono, in tutta Italia, centinaia di versioni, molte delle quali a base di confetture. Simili per forma e consistenza ai “muffin”. Il nome deriva dal fatto che sono piccoli abbastanza da poter essere mangiati in un solo boccone, magari accompagnati da un buon vino passito.