capodanno outdoor in islanda

Capodanno insolito: trekking tra paesaggi lunari, ghiacciai e cascate in Islanda

Il Capodanno è ormai alle porte e mentre siamo alle prese con i preparativi per salutare in maniera adeguata il 2019 e festeggiare l’inizio dell’anno nuovo, cercando di indovinare quali mete avrà in serbo per noi, è quasi inevitabile che la mente si soffermi qualche momento su quello precedente, soprattutto se è stato particolare ed emozionante.

Il mio capodanno 2019 è stato a tutti gli effetti particolare, dal momento in cui ho cominciato a programmarlo, ed è stato veramente un last minute, se non last second, in quanto fino all’incirca due settimane prima della partenza, non pensavo minimamente che sarei volata in Islanda.

Come nasce un capodanno insolito con un gruppo di sconosciuti

Quando mi sono decisa a prenotare avevo ben chiaro in mente che non avrei passato un altro capodanno seduta a tavola a mangiare cotechino e lenticchie, ma certo non avrei mai pensato che avrei iniziato l’anno facendo trekking

Ma andiamo per ordine. Come anticipato, decido che per Capodanno avrei fatto le valigie, in questo caso meglio dire lo zaino, ma sono da sola. Beh, mi dico, al giorno d’oggi non è un problema, cerco su internet, ci sarà qualche gruppo adatto a me. Interrogo Google ed ecco che appare lei: l’Aurora Boreale. Non so voi, ma io ho sempre desiderato vederla! Clicco e… oh no, il gruppo risulta al completo, ma dicono di provare a scrivere lo stesso, così faccio ed ecco che in pochi giorni confermano il mio posto nel gruppo. Prenoto l’aereo (senza pensare troppo al prezzo perché altrimenti avrei pensato di andarci a piedi…) e via, parto per una settimana di passeggiate e trekking in Islanda a caccia dell’Aurora Boreale assieme a un gruppo di sconosciuti!

L’inizio dell’anno tra trekking illuminati dall’Aurora boreale

È stata una settimana veramente emozionante, ho stretto nuove amicizie e visto paesaggi spettacolari, nonostante il periodo non fosse quello più indicato per recarsi nella terra dei ghiacci.

Le pochissime ore di luce e il vento (più che il freddo) hanno reso  a volte difficili gli spostamenti, ma il primo giorno dell’anno il tempo è stato abbastanza clemente e abbiamo potuto prendere parte a un bellissimo trekking, a tratti impegnativo a causa del suolo un po’ scivoloso, ma sicuramente alla portata di tutti.

Quindi, come dicevo, dopo aver salutato il 2019 nel migliore dei modi con l’emozione per aver visto finalmente l’Aurora (sebbene l’intensità non fosse elevata come quelle che si vedono in tv, il cielo stellato e quella striscia verde che piano piano appare e illumina l’orizzonte, rimarrà per sempre nel mio cuore), tutti gasati e con qualche goccia di spritz che ancora gira nelle vene, ma che almeno non ci fa temere il freddo, ci alziamo all’alba e ci mettiamo in marcia.  

Quando sei in Islanda, sai che devi svegliarti il prima possibile e sfruttare più che puoi le ore di luce a disposizione quindi, nonostante fosse il 01° Gennaio, alle 10:00 del mattino circa partiamo (eh sì, in inverno l’alba islandese è a quell’ora) direzione Skaftafell, nel Parco Nazionale di Vatnajökull, una delle aree più visitate del Paese.

Si lascia la macchina al parcheggio, nelle cui vicinanze c’è anche il centro visitatori e un’area ristoro e si parte per una camminata di circa 45 minuti (quasi 2 km). È ovvio che se lo fai a gennaio, devi considerare un po’ più di tempo a causa del ghiaccio e del freddo, ma quando arrivi a destinazione, ti dimentichi tutto. Ecco che come per magia ti si apre davanti agli occhi lei, Svartifoss, la cascata nera. La cascata è relativamente imponente, il salto è di circa 12 metri e la portata d’acqua abbastanza abbondante, ma credo che il vero spettacolo è dato dal contesto in cui è inserita, ovvero una cornice fatta di colonne di basalto nero, per la loro origine vulcanica.

Da qui, per evitare di affollare troppo lo stesso sentiero, è consigliabile seguire i consigli dei guardaparco e procedere su un percorso alternativo per il rientro al centro visitatori, cosa che ci consente di giungere fino a Sjónarsker, da cui si ammira un’incredibile panorama su Skeiðarársandur, una vasta distesa di sabbia formata dai detriti che portati fino a lì da un fiume glaciale. Molto utile consultare la piastra di orientamento posta in loco che permette di capire quali sono gli highlights attorno a noi.

Ma non c’è tempo da perdere e dopo questa breve tappa, ci rimettiamo in marcia per tornare alle auto e procedere verso la seconda destinazione della giornata, la laguna di Jökulsarlon.

E qui si cambia completamente paesaggio perché se prima abbiamo camminato tra “lande desolate” e paesaggi lunari, qui lo sguardo si trova a vagare su un’immensa distesa di ghiaccio e iceberg. Enormi cubetti di ghiaccio ti accolgono con le loro forme disposte in modo casuale, ma che se guardate nel loro insieme sembrano essere l’opera di un artista stravagante.

Il paesaggio che si presenta ai nostri occhi cambia di giorno in giorno poiché questi blocchi ghiacciati sono destinati a raggiungere l’Atlantico, in un percorso che può durare anche diversi anni, fatto di scioglimenti e ricongelamenti. Se sentite un tonfo, non spaventatevi non è qualcuno che è finito in acqua provando un selfie estremo, bensì un pezzo che si è staccato.

Ma ormai sono le 16:00 e il giorno si sta spegnendo, decidiamo quindi di proseguire il nostro cammino verso il prossimo hotel e di tornare qui la mattina seguente per godere di una luce migliore.

Ed ecco il risultato: un cielo azzurro striato di rosa che riflette i suoi colori in questi imponenti blocchi di ghiaccio. Direi proprio che ne è valsa la pena!

Io a Jökulsarlon
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Nata per viaggiare..Non lo dico tanto per dire, il mio segno zodiacale è il sagittario, il segno nomade dello zodiaco, fin da bambina ho avuto una forte passione per le lingue straniere e per le altre culture, tanto da studiarle fino alla laurea! Ho lavorato per 10 anni in alberghi, anche all'estero, ora faccio viaggiare le persone, ho un blog di viaggi e la valigia sempre pronta. Vi ho convinti che sono proprio nata per viaggiare?

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