
Borghi più belli del Veneto: la mia esperienza di viaggio nel paese medievale di Montagnana
Quando pensi di visitare il Veneto, la mente corre immediatamente ai must see di questa regione che sono Venezia e Verona. Questo è il primo pensiero che viene in mente a chiunque – credo – non solo perché parliamo di due città magnifiche che tutti al mondo dovrebbero vedere almeno una volta nella vita, ma anche perché chi arriva in Veneto con l’aereo molto probabilmente atterrerà nell’aeroporto di una di queste due città.
Questa breve storia di viaggio non tocca però né la Serenissima né la città in cui Shakespeare ha ambientato il suo Romeo e Giulietta. Pur non essendo passato dalle attrazioni principali ho trascorso uno splendido weekend in un Veneto insolito e sorprendente di cui, prima di questa occasione, non conoscevo l’esistenza.
Grazie all’associazione Visit Montagnana, un gruppo di professionisti impegnati seriamente nella promozione turistica del proprio territorio, ho avuto l’opportunità di conoscere uno dei borghi più belli d’Italia che si trova a cavallo tra le provincie di Verona e Padova ma a poche decine di chilometri da Ferrara, Mantova e Vicenza. Un punto di passaggio strategico che gioca questo ruolo sin da tempi antichi e sarà bello scoprirlo sotto le sue tante sfaccettature durante un weekend di viaggio lento e di esplorazione tra storia, cultura e Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop che a Montagnana ha il suo quartier generale.
Montagnana di sera: tra portici, piazze e mura medievali
Nel borgo di Montagnana ci sono arrivato un venerdì sera primaverile intorno alla mezzanotte. Roberto, dello staff di Visit Montagnana, mi ha recuperato all’Aeroporto Catullo di Verona e c’è stato da subito feeling, così dalla rottura del ghiaccio alle battute è stato un attimo. Dall’aeroporto a Montagnana ci sono voluti circa 45 minuti di tragitto in auto, il viaggio è stato tranquillo. Non ho avuto la possibilità di ammirare il paesaggio, dato il buio, ma sapevo ci sarebbe stata poi occasione nei giorni successivi.
L’arrivo nel paese è da subito di impatto perché non si possono non notare le imponenti mura che cingono interamente il centro del paese. Dunque, giunto al mio alloggio presso Le Cà de Boron, sistemato il mio minuscolo bagaglio, non mi sono trattenuto dal mettere il naso fuori per esplorare da solo il borgo, cercando di farmi ispirare dal suo fascino notturno. Devo dire che ci ho messo poco a lasciarmi andare. La mia camera era davvero a due passi dalla piazza principale, Piazza Vittorio Emanuele II, che mi ha stregato grazie ai suoi palazzi storici ben illuminati e alla Cattedrale che fa bella mostra di sé con la sua imponente facciata posizionata “di fianco” rispetto al resto della piazza. La guida turistica dell’associazione Murabilia, il giorno dopo ci spiegherà che viene spesso paragonata ad una nave che entra in porto proprio per la sua particolare collocazione rispetto al resto della piazza.
Viaggiare lentamente alla scoperta di borghi autentici vuol dire anche ficcare il naso, curiosare in giro senza una meta. Camminare alla scoperta di piccoli dettagli e curiosità che nessuna guida ti segnala ma che quando le scovi ti offrono in un attimo il senso di tutto il tuo viaggio. Devo dire che a Montagnana di spunti così ce ne sono un sacco, te ne accorgi subito quando, attraversata la piazza, inizi a camminare sotto i portici. Uno dopo l’altro sembrano non cessare mai. Alcuni sono più decorati altri un po’ più spartani mentre ogni tanto senti vociare e risa provenire da uno dei tanti localini carini che si trovano in giro per il centro storico.
La prima passeggiata in notturna è andata un po’ a caso, ho intravisto tanti scorci che mi sono ripromesso di “verificare” alla luce del sole il giorno dopo. Giunto fino alle mura di cinta non ho potuto che rimanere ancora più stupito. Un conto è attraversarle velocemente a bordo di un’automobile, un altro conto è vedersele spuntare così, maestose, dietro un angolo da sotto un portico.
Bellissime, foto di rito obbligatorie e poi mi tuffo dentro uno dei localini con tanta gente fuori. Prezzi dei drink più che abbordabili (uno Jagermeister 2,50€), gente che si diverte tranquilla, 2 amari e poi via a dormire. Il giorno dopo mi aspettava una tabella di marcia notevole alla scoperta di questo suggestivo borgo veneto.
Cultura da vedere a Montagnana tra Medioevo e Rinascimento
Il borgo è un piccolo grande concentrato di storia e di storie. Il punto da cui iniziare una visita culturale di Montagnana è sicuramente di fronte al centro informazioni turistiche dal quale si dipanano più percorsi. La nostra guida turistica, membro dell’associazione Murabilia, è simpatica e molto preparata. Da subito ci cala nel contesto storico in cui la maestosità di Montagnana nasce e si sviluppa nel corso dei secoli. Non possono che essere le mura di cinta del paese, l’inizio del nostro tour cittadino. Parliamo di un incredibile monumento di origine medievale, lungo quasi 2 chilometri e giunto a noi pressocché intatto! Montagnana è una delle poche città medievali in Europa che può vantare una cinta muraria con queste caratteristiche!
Le mura risalgono al XIV secolo e sono costituite prevalentemente in trachite. In alcuni tratti vicino al Mastio di Ezzelino è possibile vedere anche la stratificazione dei diversi materiali utilizzati nel corso della loro costruzione. Le mura sono cinte da quello che potrebbe essere considerato un giardino pubblico ma che, chi ama l’epoca medievale, non avrà difficoltà ad identificare (a ragione) come un antico fossato. Dove noi passeggiamo, scattiamo fotografie e ascoltiamo i racconti della nostra guida, un tempo era pieno di acqua portata fin qui tramite un sistema di canalizzazione che dal vicino fiume Adige trasportava l’acqua, che non solo proteggeva il borgo ma alimentava anche i mulini che in zona lavoravano a pieno ritmo.
Non approfondiremo la sua conoscenza, ma proprio di fronte a Porta Padova dove noi incominciamo il nostro giro, si trova la splendida Villa Pisani firmata dal celeberrimo Palladio.
Dopo aver rotto il ghiaccio con la storia del paese entriamo al Mastio di Ezzelino o Torre di Ezzelino. Si tratta della torre, appunto, più alta di tutta la cinta muraria, parliamo di circa 40 metri di altezza dalla cui cima la vista è davvero speciale. In un solo colpo d’occhio si può ammirare tutto lo skyline del paese con il campanile di San Francesco e la struttura della Cattedrale che spiccano tra i tetti spioventi e le torri che si susseguono una dopo l’altra attorno al centro storico.
Oltre il Mastio di Ezzelino un’altra attrazione importante da visitare è il Castello di San Zeno che si trova proprio di fianco alla torre. La collezione di macchine da tortura medievali è notevole e farebbe impazzire tutti gli appassionati del genere.
Da Porta Padova fino a Piazza Vittorio Emanuele sono due passi. Ma questa volta vedere la piazza in pieno giorno mi dà una sensazione che, se possibile, è ancora più forte della sera prima. Se ti poni al centro, di fronte alla statua sei completamente circondato da edifici da un fascino storico davvero impattante. Di fronte, proprio dietro la statua, si staglia la facciata della Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Si tratta di una chiesa imponente, magnifica al suo interno. La sua navata è ricca di quadri risalenti al rinascimento e in particolare ai lati dell’ingresso sono stati ritrovati di recente due meravigliosi affreschi attribuiti al Giorgione uno dei più importanti pittori della storia di Venezia. Davvero belli sono anche l’altare e le cappelle laterali.
Dopo il sacro, passiamo al “profano”. O meglio, grazie alla nostra guida riusciamo ad entrare in uno dei tanti edifici storici che si trovano ai lati della piazza, che non è solitamente aperto al pubblico. È una chicca e la curiosità di conoscerla è davvero tanta. Parlo di Palazzo Pomello – Chinaglia che già nel XIV secolo fu dimora del celebre guerriero Erasmo da Narni detto il “Gattamelata” e dal XVIII secolo diventa dimora della famiglia Chinaglia, ricchi proprietari terrieri che ne fanno la loro dimora. Non si tratta di una semplice famiglia di possidenti ma di una stirpe di borghesi illuminati che contribuiranno a fare la storia d’Italia grazie in particolare a Luigi Chinaglia che partecipò alla spedizione dei Mille, e a molte battaglie, compresa quella in Aspromonte, che fecero l’unità d’Italia. Il suo coraggio che lo rese un importante uomo di Garibaldi e del Re Vittorio Emanuele II tanto che entrambi soggiornarono presso la sua dimora nel cuore del centro di Montagnana. In particolare poi il Chinaglia si distinse per la sua benevolenza e la partecipazione alla vita civile nella nuova nazione e del suo paese attraverso opere benemerite, l’istituzione di scuole, ecc.
A pochissimi chilometri dal centro si trova il Relais Castello Bevilaqua. Ci si arriva in pochi minuti di automobile e si presenta da subito come una fortezza dal grande passato… e dal gran presente. Nella sua storia ha affrontato molte vicissitudini attraversando alti e bassi. Oggi è un luogo magico, di charme, dove poter celebrare eventi, dormire in una delle magnifiche stanze e svolgere visite guidate che raccontano non solo la storia del Castello stesso, ma grazie alle collezioni medievali esposte in alcune delle sale è possibile immergersi in una realtà ormai antica di cui ancora oggi possiamo toccarne con mano oggetti, storie e memorie.
Cosa e dove mangiare, tra pasticcerie e sua maestà Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop
In ogni borgo d’Italia che si rispetti il cibo è una componente fondamentale dell’esperienza di viaggio. Montagnana non fa eccezione e anche il mio breve weekend in Veneto si trasforma ben presto in una sequenza ininterrotta di gustosi assaggi e lauti pasti.
Si comincia la mattina, quando per colazione alla Pasticceria caffetteria Cuccato, sotto i portici a due passi da Piazza Vittorio Emanuele II, prendo il mio consueto cappuccino “condito” da un ottimo dolcetto fatta artigianalmente nel laboratorio della pasticceria. Ma qui si va ben oltre, infatti Cuccato è famosa per il suo Pandolce di Ezzelino, una sorta di colomba pasquale (perdona, o lettore, la mia blasfemia) sofficissima e dolcissima ma senza canditi vari. Lo staff della pasticceria me la fa assaggiare per soddisfare la mia curiosità e non posso che dirmi contento di questo, tanto che ci tornerò anche il pomeriggio per fare un bis!
Per il pranzo, il consiglio spassionato è quello di andare a farvi quattro chiacchiere con il mitico Paolo dell’Hostaria La Rocca. Si trova in via dei Martiri della Libertà, proprio al fianco della Rocca degli Alberi e di fronte al suggestivo cinema abbandonato Branzo, un affascinante edificio ormai dismesso che lascia immaginare un passato ricco storie… quelle che rendono davvero unico un borgo. Se avrete la fortuna di incontrare l’eclettico ex direttore del cinema ne avrete decisamente conferma.
All’Hostaria La Rocca la buona cucina casalinga la fa da padrona. Qui la pasta, il pane, lo schizzotto (una sorta di soffice focaccia tradizionale veneta) e tanti altri ingredienti che compongono le ricette proposte dalla cucina – dove regna la signora Luciana – sono realizzate a mano o prodotte da amici dei proprietari dell’osteria. Una garanzia di bontà, così come il vino proposto è una garanzia di qualità. Ti ricordo, amico lettore, che a pochi chilometri da qui si tiene ogni anno il Vinitaly, per cui vino buono ne trovi quanto ne vuoi!
Ma l’assoluto protagonista gastronomico di una visita al borgo di Montagnana è senza dubbio il dolcissimo Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop: una vera eccellenza di questo territorio! Questo prosciutto crudo tradizionale di Montagnana e dintorni ha conquistato un sacco di certificazioni e riconoscimenti in Italia e all’estero e… ci credo! Viene presentato in tantissime ricette, proposto addirittura come principale elemento degli originali “coni” della Gastronomia Zanini, un bellissimo negozio di alimentari di alta qualità che si trova nel cuore del centro storico.
La parte più bella però, se davvero vuoi approfondire la conoscenza di questo affettato che ti si scioglie in bocca, è una visita al Salumificio Brianza. Un’azienda familiare dove il Made in Italy sprizza da ogni cella frigorifera, da ogni sala in cui viene riprodotto il percorso della stagionatura naturale dei prosciutti con il bollino di qualità “Veneto”. Made in Italy che caratterizza anche l’approccio affettivo e simpatico del titolare del Salumificio che ci guida dentro al suo stabilimento con grande competenza senza mai rinunciare a battute con la classica goliardia che caratterizza il popolo veneto. Visitare una realtà produttiva così affascinante e… profumata è stato davvero bello. Non sempre è facile comprendere quanta competenza e quanto amore ci siano all’interno di quei capannoni che si trovano nelle campagne vicine ai nostri paesi. Visitarli apre un mondo, e non solo.
Visitare il Salumificio Brianza ha aperto anche parecchia fame. Osservare migliaia e migliaia di cosce di maiale pronte a diventare gustoso prosciutto crudo, percepire i diversi profumi sala dopo sala, seguendo il percorso di stagionatura ci ha portato naturalmente ad avere l’acquolina in bocca!
Meraviglia, alla fine della visita guidata, ci troviamo davanti una tavola imbandita di una marea di crudo veneto appena affettato. Non mi sono di certo contenuto!
Passeggiare per il borgo medievale di Montagnana, suggestioni e colori
Il viaggio lento non è solo un tipo di esperienza che dipende dal viaggiatore stesso. Ci sono destinazioni, territori, luoghi che si prestano particolarmente ad essere vissuti in maniera dolce, lenta, vicina al tessuto economico, sociale e culturale del territorio stesso. Montagnana è uno di questi luoghi, un paese collocato in una posizione logistica invidiabile, facilmente raggiungibile e completamente pianeggiante. Il centro storico del paese è un invito alla scoperta lenta, una quantità enorme di edifici storici dai dettagli curati e dai colori affascinanti così come lo sono le tante piccole abitazioni costruite appoggiandosi alle maestose mura di cinta del borgo medievale. Una meraviglia architettonica che non perde il suo fascino neanche in giornate particolarmente uggiose. Non è difficile a Montagnana fare quattro chiacchiere con le persone del posto, conoscerne abitudini e prodotti d’eccellenza. La sua storia e la sua proposta culturale sono così evidenti grazie alle mura e alle torri che ti indicano sempre quali sono i confini di questa scoperta che non ci si può sbagliare.
Camminare nel borgo veneto di Montagnana, uno dei più belli d’Italia, è una dolce scoperta che fa bene non solo alle gambe ma anche agli occhi e arricchisce chiunque abbia quella sana curiosità che lo porti a viaggiare non per confermare le proprie convinzioni sul mondo ma per lasciarsi contaminare scoprendo nuove realtà, nuovi piccoli mondi che al ritorno dal viaggio ti fanno sentire meglio.
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