
Amici, arte ed eleganza: da Sabbioneta a Mantova
Una cena tra amici, si discute sul seguente aforisma: gli amici sono la famiglia che scegliamo. Sembra privo di senso, ma chi conosce il reale significato di amici e famiglia sa a cosa mi riferisco.
La scelta è stata quella di visitare la cittadina, patrimonio Unesco Sabbioneta, in provincia di Mantova, la città con lo standard di vivibilità più alto d’Italia, secondo i recenti sondaggi dei media. Ma è anche la città posta sulla linea di demarcazione della produzione di due noti formaggi: il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano.
Abbiamo condiviso la scelta del luogo, individuato il mezzo di trasporto cioè l’autovettura, abbiamo definito un programma delle varie cose da fare e visitare, e il 2 novembre siamo partiti.

Dalle piane campane a Mantova
Lungo il percorso abbiamo imparato a conoscerci meglio, a rispettare le reciproche esigenze, e in tantissime cose ci siamo ritrovati concordi.
Mentre si viaggiava il paesaggio cambiava continuamente fisionomia, dalle piane campane siamo giunti agli Appennini per poi avventurarci nella pianura padana. Le ore di viaggio sono trascorse velocemente, arrivati a Mantova abbiamo raggiunto l’abitazione che avevamo prenotato. Il primo impatto con la cittadina è stato ottimo, traffico scarso e disciplinato, piste ciclabili dappertutto con altrettante persone di ogni età che pedalavano allegramente.
La strada in cui si trova il nostro alloggio è costituita da pavimentazione acciottolata, con ciottoli di fiume di forma lenticolare (avevo già visto una pavimentazione simile nel centro storico di Cagliari).
Ci siamo spostati subito al centro, in piazza delle Erbe, e seduti sulla scalinata della basilica di S. Andrea dove abbiamo assistito a una rappresentazione di un giocoliere. Insieme agli amici abbiamo condiviso il tempo trascorso, scambiandoci le osservazioni che affioravano assistendo allo spettacolo dell’artista di strada. Dopo abbiamo raggiunto piazza Sordello, dove si svolge la vita politica della città: il Municipio, il palazzo Ducale, il Duomo e vari musei. Anche questa piazza, enorme isola pedonale ha la pavimentazione in ciottoli. Durante il girovagare per le stradine abbiamo trovato il distributore automatico di latte fresco! Sì, latte che si può prelevare immettendo una moneta, munto in mattinata e che i produttori delle aziende agrotecniche della provincia di Mantova vendono ai cittadini. Che odore di latte fresco e che spettacolo vedere i bambini che riempiono le bottiglie di plastica e le consegnano nelle mani delle mamme, ricordando che quella sarà la loro colazione della mattina seguente!
L’indomani ci siamo recati a Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, dove vi erano decine di mulini ad acqua alimentati dalle acque del fiume Mincio, che divide in due questo grazioso borgo.

Vi sono diversi ponti che collegano quest’isola in mezzo al fiume, sul lato sud vi è un parco che con l’approssimarsi della stagione invernale presenta un tappeto di foglie tendenti al giallo. In fondo una panchina per godersi il panorama costituito dal ricongiungimento del fiume, seduti su questa due fidanzatini accarezzati dal sole e dalla leggera brezza del vento.

Il luogo è stato posto strategico nei secoli addietro, infatti in alto vi è il castello che in passato controllava il passaggio dalla Lombardia al Veneto e viceversa. La famiglia Gonzaga in questo castello aveva posto una valente guarnigione a protezione della città di Mantova, che comunque circondata dal fiume Mincio e da alti fossati è stata per molti secoli inespugnabile.

Rientrati velocemente a Mantova, alle 14.00 abbiamo preso l’ultimo battello della giornata che ci ha condotto dal Lago di Mezzo attraverso il Lago Inferiore, sempre lungo il fiume Mincio che bagna Mantova, alla riserva naturale di Vallazza. Abbiamo potuto osservare il profilo della città dal ponte del battello, ammirare una fauna costituita da cormorani di fiume, cigni, garzette e cicogne. Passeggiata allietata dalla spiegazione del comandante del battello, abbiamo appreso che con un sistema di chiuse, i Gonzaga facevano navigare le barche dal porto di Mantova, lungo il Mincio ed il Po fino al mare Adriatico. Con gli amici abbiamo commentato la straordinarietà della situazione descritta: Mantova, una città dell’interno, aveva una flotta navale.
Sbarcati nel tardo pomeriggio, ci siamo dedicati allo shopping e all’acquisto di manufatti dell’artigianato locale oltre alle varie torte: sbrisolona, di tagliatelle, paradiso.
Non poteva mancare un assaggio dei famosi gnocchi di zucca, specialità mantovana con burro e salvia; che sapori, con gli amici abbiamo condiviso osservazioni e caratteristiche.
Un salto a Sabbioneta
La mattina del sabato abbiamo visitato Sabbioneta (MN) definita patrimonio dell’UNESCO e città ideale: vi si accede da due porte, luogo magico sospeso tra realtà ed immaginazione. Addentrarsi nelle stradine del centro storico è stato bello, anche qui è presente la pavimentazione di ciottoli per l’intero centro storico.
La visita alla Sinagoga ci ha assorbito per quasi un’ora e mezzo, ma credetemi ne è valsa la pena. E’ una sinagoga in attività, infatti non ci è stato consentito l’accesso al matroneo ubicato al secondo piano. La vita della Sinagoga attraverso i secoli ci viene illustrata da pannelli e teche contenenti vari oggetti, quali papiri, libri, etc .

Nel proseguo della nostra visita alla cittadina abbiamo potuto ammirare l’elegante struttura urbanistica, infatti le piazze e i palazzi della città sono i veri protagonisti di questi luoghi che affermano la potenza dei Gonzaga dei tempi addietro.
Anche qui abbiamo ammirato i porticati presenti e la ricchezza degli abbellimenti utilizzati come i finti marmi.
Ultima tappa: Bologna
Purtroppo dobbiamo rientrare alle nostre abitazioni, ma dai nostri amici parte una proposta subito condivisa da tutti: fermarci alla Basilica della Madonna di San Luca sulla collina che sovrasta Bologna.
In realtà siamo stati anche a Bologna per una rapida visita alla Basilica di San Petronio, Piazza Maggiore, la casa di Lucio Dalla, una passeggiata lungo via Indipendenza, un gelato e la visita alla Basilica di San Luca, dove vi è il portico più lungo del mondo: 4 chilometri, 666 archi e 15 cappelle. Le leggende su questi numeri e sul luogo sono tante, le motivazioni del perché sia stato costruito si perdono nella notte dei tempi.
Gli amici di viaggio ci avevano chiesto di fermarci per poter ammirare l’icona della Madonna con bambino, che la leggenda attribuisce a Luca Evangelista, autore del Vangelo secondo Luca.
Il tempo scorre e ci sembra di essere in viaggio da tantissimo tempo, ma sono passati solo due giorni, per cui quello che si diceva all’inizio dell’articolo: la qualità del tempo trascorso insieme ci ha fatto dimenticare la quantità reale del tempo trascorso.
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