
Aiello del Friuli: 4 cose da non perdere
Aiello del Friuli è un paese in provincia di Udine (Friuli Venezia Giulia) conosciuto soprattutto per le sue meridiane. Infatti, quasi ogni casa ne ha una. Scommetto che ti starai chiedendo perché ce ne sono così tante.
Beh, tutto cominciò con il signor Aurelio Pantanali che notò un’asimmetria nella facciata della sua casa. Così decise di creare una meridiana vicino alla finestra. I vicini di casa copiarono l’idea e in poco tempo, tutto il paese fu dipinto con le meridiane. Ogni anno si tiene un concorso dove quattro nuove meridiane vengono disegnate e votate dal paese. La meridiana più bella vince un premio.
Quali sono le meridiane più particolari?
Ogni meridiana è diversa dalle altre, ma nel paese ce ne sono di veramente particolari. Eccone alcune:
- Sfera Armillare, in via Marconi 6. Vicino alla posta.
- Meridiana d’altezza, in piazza Donatori Sangue. Lo strumento può essere consultato in contemporanea da due persone perché su entrambe le facce ci sono il calendario zodiacale, il cursore e il gnomone. Inoltre, il pilastro si gira a 360 gradi.
- Orologio Verticale a ore solari, in via Marconi 37. L’asticella del gnomone ha la stessa forma dello stendardo di Piazza Grande a Palmanova.
- Meridiana Universale, in piazzetta di via Cavalleria 28. La struttura è costruita su un basamento di 5 metri fatto di pietra d’Istria. Al centro si trova la Terra e sotto ci sono altre 7 sfere che rappresentano i pianeti Tolemaici conosciuti nel XV secolo. Sulla Terra sono stati disegnati i continenti con i 24 meridiani.

Cosa vedere oltre alle meridiane?
Aiello del Friuli, oltre alle meridiane ha tante altre cose da vedere:
- I palazzi
- Il Museo della Civiltà Contadina
- Il Castello De Bona-Urbanis
- Il percorso verde
Alla scoperta del Friuli Venezia Giulia
I palazzi
Purtroppo, i palazzi di Aiello del Friuli non sono visitabili. Infatti, alcuni di questi sono caduti in rovina e si possono solo vedere da fuori. Però sono molto interessanti dal punto di vista storico e artistico. Sei pronto per la visita?
Ecco il primo palazzo: Villa Michieli-Zamparini, in via Vittorio Emanuele II. Il complesso del 1800 è formato dalla villa e dalla cappella dedicata alla Santissima Trinità. La villa ha diverse influenze architettoniche: la planimetria divisa in tre parti con il salone centrale è di tradizione veneta, mentre il piano nobile che si affaccia sulla strada ricorda lo stile austriaco. Sul retro si trova il giardino. Oggi la villa è di proprietà della famiglia Zamparini.
Proseguendo verso il viale si arriva alla Villa Strassoldo. Il complesso è formato dalla villa e dai rustici vicini. Il giardino si apre con la fontana del 1900 mentre il retro è circondato da un prato all’ inglese. Il palazzo risale alla seconda metà del XVII secolo, anche qui si può trovare una pianta con schema tripartito, dove il salone è il protagonista. Il corpo centrale termina con un timpano dove è collocato lo stemma della famiglia. Oggi la villa appartiene alla famiglia Luisa che ha trasformato la villa in un luogo ideale per le cerimonie.
Di fronte alla Villa Strassoldo si intravede il Palazzo Attems (oggi completamente distrutto) che risale al 1795. Doveva essere un palazzo molto bello perché la facciata presentava delle lesene ioniche e aveva la stessa pianta degli altri palazzi sopra citati. Dietro c’era il giardino.
Proseguendo sempre lungo il viale si vede anche la villa De Fin – Teuffenbach. Questo edificio era una villa colonica che fu distrutta in un incendio nel 1800. Poi la casa fu recuperata e restaurata. E’ disposta su tre piani (l’ultimo era il granaio). Sulla facciata è raffigurata anche la Madonna con bambino, fatta dipingere nel 1909 dal barone de Fin.

Il museo della civiltà contadina
Il Museo della Civiltà Contadina è privato e appartiene alla famiglia Formentini ma comunque si può visitare in alcune giornate della settimana, oppure quando c’è la manifestazione “Castelli Aperti”. All’interno del suo cortile si possono vedere tantissime meridiane che sono gratuite.

Il castello di Bona- Urbanis
Il castello De Bona Urbanis ha una forma quadrangolare. E’ stato chiamato castello dalla tradizione popolare ma in realtà era una torre di guardia costruita in epoca patriarcale. Le prime fonti che parlano di questa fortezza risalgono al XVI secolo e i proprietari erano i nobili Rabatta.

Nel 1500 i proprietari costruirono anche una cappella dedicata a San Michele. Purtroppo, quest’ ultima andò distrutta in un incendio nel 1800. A questo proposito esiste anche una leggenda che ha alcune notizie vere. Infatti, si narra che nel castello viveva un nobile con la sua famiglia.
La figlia del nobile si chiamava Caterina che passava le giornate a raccogliere le rose del giardino e a giocare con il figlio del giardiniere di nome Giacomo. Il loro gioco preferito era quello di nascondersi nel sotterraneo del castello. Un giorno Giacomo regalò a Caterina una rosa. Lei allora, decise di nasconderla in una scatola di legno e di sotterrarla in giardino. I due bambini si innamorarono, ma Caterina doveva diventare una nobile così dovette sposare un altro uomo. Giacomo era diventato anche lui giardiniere; così i genitori di Caterina gli chiesero di addobbare la chiesa e il castello per il matrimonio. Giacomo era anche il testimone della sposa. Il giardiniere accettò anche se non era per niente contento. Era il 1 marzo del 1718 (questo è documentato negli archivi storici del tempo).
Dopo la cerimonia Giacomo scappò via e per alcuni anni non fece più ritorno al castello. Purtroppo, incontrò delle cattive compagnie e finì persino in carcere dove cominciò a nutrire un sentimento di vendetta verso Caterina. Così quando uscì dal carcere ritornò al castello e diede fuoco alla chiesa dove Caterina e il nobile si erano sposati. Dopo aver applicato il fuoco Giacomo scappò via e non si fece più vedere. L’incendio purtroppo, prese anche le case dei contadini che abitavano vicino. Morirono molti animali e alcuni contadini. Caterina e suo marito aiutarono i contadini a spegnere il fuoco ma, tutto fu inutile. Le case e la chiesa bruciarono fino a ridursi in cenere e non furono più ricostruite.
Nel 1760 il Castello fu venduto ai marchesi de Bona di Dubrovnik che furono i proprietari per alcuni anni. Poi, arrivarono i conti di Strassoldo infine, il castello fu venduto alla famiglia Urbanis di San Daniele. Oggi, una parte del castello è diventata una casa vacanze divisa in due appartamenti (si può prenotare direttamente su booking).

Il percorso verde
Se stai cercando una camminata facile dove non c’è nessuna salita, beh allora sei nel posto giusto!
Questo percorso si trova ad Aiello del Friuli (Ud) in località Joannis. La camminata dura circa 2 ore camminando piano. Il sentiero è ad anello ed è lungo circa 8 km. Per posteggiare l’auto puoi recarti nel centro del paese in località Joannis. Vicino alla chiesa ci sono tanti posteggi liberi. In mezzo alla piazza troverai subito un pozzo che in realtà è una meridiana. Per iniziare il percorso devi recarti verso le serre Bearzot seguendo la pista ciclabile. Ci sono 3 punti di interesse in questo cammino:
- Il Tunnel
- Il borgo Novacco con i mulini
- La Centa
Il tunnel
Camminando tra le distese di grano, si raggiunge un tunnel fatto di alberi. Dietro a questa forma c’è un grosso lavoro di manutenzione da parte del comune.

Il borgo Novacco
Il borgo Novacco viene citato per la prima volta nel 1166. Il nome deriva dalla lingua slava ” novak” che significa terra disboscata da poco messa a coltura. Il borgo è noto anche per la presenza di un mulino ad acqua. Quest’ultimo era di proprietà della famiglia Strassoldo che poi lo diede in affitto ai mugnai.
Nel 1600 il macinatoio aveva solo 4 ruote e poi nel 1800 si aggiunse un’altra. L’acqua muoveva le macine per rompere i cereali e anche per battere il lino e la canapa. Nel 1822 il mulino venne venduto a Gabriele Ponton di Aiello, successivamente passò ad altre famiglie. Il mulino continuò il suo lavoro fino alla Seconda Guerra Mondiale. Anche se la ruota non si riesce a vedere bene, le case che sono attorno sono proprio caratteristiche!
Inoltre, per chi vuole soggiornare nel borgo, c’è la possibilità di prenotare una stanza presso il Bed and Breakfast La casa del mugnaio che risale al 1300.

La centa
Verso la fine della camminata, quasi in centro del paese, vedrai la Centa. Sono delle costruzioni di origine medioevali che erano circondate da mura di cinta. Dentro si trovavano la chiesetta, la canipa (magazzino), la casa del curato. Oggi la Centa, è stata ristrutturata ed è diventata privata, comunque si può vedere da fuori.

Il periodo migliore per fare il percorso verde è l’inizio dell’estate perché puoi vedere i campi di grano tutti gialli. Oppure ti consiglio settembre perché non fa tanto caldo, infatti, il sentiero è quasi tutto sotto il sole. Spero di averti dato delle buone informazioni su Aiello del Friuli!