itinerari sostenibili a venezia

3 Itinerari insoliti e sostenibili a Venezia

La maestosa chiesa di San Marco, la grande piazza sull’acqua, e le gondole che navigano sul Canal Grande. Queste sono le prime cose che mi vengono in mente pensando a Venezia; subito dopo però penso alle navi da Crociera davanti piazza San Marco, l’affollamento del centro storico in alcuni periodi dell’anno come il Carnevale e l’abbandono della centro città da parte degli abitanti locali.

Venezia è una delle città italiane più amate per le piccole fughe della durata di un weekend ma, purtroppo, è anche una delle città che soffre di più per il problema dell’overtourism, ossia il sovraffollamento turistico che impatta negativamente sul territorio. Per questo motivo la città da anni si prodiga in diverse iniziative che promuovano un turismo più sostenibile. Tra queste attività, secondo me, merita di essere menzionato il progetto #detourism, la campagna promozionale fatta dalla città di Venezia che ha l’obiettivo di far conoscere la città al di fuori dei classici circuiti turistici e promuovere un turismo che sia sostenibile e attento alle esigenze dei veneziani. Proprio grazie a questo progetto ho conosciuto tanti itinerari molto interessanti che vanno oltre piazza San Marco e fanno scoprire l’anima della città. Di seguito ti suggerisco i miei 3 itinerari preferiti.

Itinerario alla scoperta dei giardini nascosti di Venezia

foto da carezzonico.visitmuve.it

Non avrei mai pensato che Venezia potesse avere così tante oasi verdi. Parchi pubblici, oasi WWF, riserve LIPU e giardini nascosti. Sono proprio questi ultimi ad aver attirato in particolare la mia attenzione, sarà perché andare alla ricerca di parti nascoste della città alimenta quella parte della mia personalità decisamente curiosa che vuole sempre scoprire di più dei luoghi che visita.

Il punto di partenza di questo itinerario è Ca’Rezzonico, il museo del ‘700 veneziano. Al suo interno si trova una piccola e poco frequentata oasi verde stupenda, una ricostruzione di un tipico giardino veneziano con aiuole di bosso e pergola ricoperta di glicine sotto cui leggere o rilassarsi. La seconda tappa è la parte aperta al pubblico del Palazzo Cavalli Franchetti, una distesa elegante di verde spesso sede di feste private e cene di gala. Da qui, prosegui fino al giardino della fondazione Scarpa Querrini Stampalia, esso è stato ricostruito e valorizzato dall’architetto Carlo Scarpa diventando il fulcro principale delle esposizioni della fondazione. La parte più interessante di questo giardino è scoprire come l’architetto sapientemente abbia usato l’acqua come elemento decorativo principale di tutto il giardino. Conclude questo itinerario dei giardini nascosti il piccolo giardino tipico veneziano recuperato da un’area abbandonata sul retro del Fontego dei Turchi, sede del Museo di Storia Naturale. Piccolo ma meraviglioso!

Tutte le isole della Laguna di Venezia

Se ti chiedo quale isola della laguna veneziana ti viene in mente sono sicura che la risposta è: Burano. Impossibile obiettare, l’isola di Burano è bellissima e i suoi colori vivaci rimangono impressi nella memoria di chiunque la visiti. Ci sono però altre isole che meritano di essere visitate. L’isola di Torcello, per esempio, che oggi conta circa 10 abitanti ma un tempo era la meta preferita di grandi artisti, capi di Stato e nobili; persino Ernest Hemingway passò qui alcuni anni della sua vita. Quest’isola è perfetta per chi ama la cultura e vuole scoprire territori attraverso un lento viaggio nel tempo in cui il passato sembra ancora il presente.

L’altra isola che merita sicuramente una visita è l’isola di Mazzorbo, da alcuni considerata il prolungamento di Burano perché collegate tra loro da un ponte in legno. L’isola di Mazzorbo ha condiviso con l’isola di Torcello gioie e dolori degli eventi storici e oggi si presenta con una piccola isola con poche case, orti, giardini molto curati e una grande storia alle spalle tutta da scoprire. Menzione d’onore al cibo veneziano e in particolare alle “castraure di Mazzorbo”, ossia il primo frutto della pianta dei carciofi il cui sapore è inconfondibile ma, purtroppo, la stagionalità è molto corta perché dura solo 15 giorni.

Infine, l’isola di San Francesco del Deserto. Di San Francesco perché qui si recò San Francesco d’Assisi in ritorno dal viaggio in Egitto per pregare e riposare; “del Deserto” invece fa riferimento all’inarrestabile decadenza che portò le famiglie che l’abitavano ad abbandonarla. Quest’isola è perfetta per un viaggio detox immersi in un clima francescano, infatti è ancora oggi custodita dai frati francescani che si prendono cura dei chiostri, della splendida chiesetta e del giardino.

Tour tra i sestieri meno famosi della città

Il centro storico di Venezia è suddiviso in sestieri, ossia in sei quartieri: San Marco, Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Polo e Santa Croce. Non c’è neanche bisogno che lo dica, San Marco è il più famoso e il più affollato e ovviamente bisogna vederlo almeno una volta nella vita, però poi, come il migliore dei detective, fossi in te andrei più affondo e scoprirei due sestieri in particolare: Cannaregio e Santa Croce.

Santa Croce mi piace perché non ha molte attrazioni o monumenti e quindi è perfetto per scoprire la Venezia più autentica passeggiando tra viuzze strette dove antico e moderno sembrano fondersi alla perfezione. Se come me sei un amante del soprannaturale sappi che in questo quartiere si trova il Palazzo Mocenigo, in cui si narra abiti il fantasma di Giordano Bruno in ricerca della giustizia eterna. Ovviamente non ha molte attrazioni ma quelle che ci sono valgono assolutamente la pena. Ti consiglio di segnare queste come “cose da vedere”: la Chiesa di San Giacomo dell’Orio, il Museo di Storia Naturale e il Palazzo Ca’Pesaro, sede della galleria d’arte moderna.

Il sestiere Cannaregio è il più esteso e ci sono tante passeggiate e itinerari che puoi fare per scoprirlo tutto. Io ti consiglio di andare subito alla scoperta del Ghetto Ebraico caratterizzato da 5 sinagoghe, un piccolo ma prezioso museo ebraico e le altissime case-torri. È una testimonianza storica importantissima perché si tratta del primo luogo di reclusione pubblico in Italia, una piccola città dentro Venezia controllata da guardie che impedivano ai suoi abitanti di uscire se non in poche determinate ore.

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clarissa el sayed

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