
3 (e più) cose buone che ho mangiato in Sicilia
Di questi 8 giorni in Sicilia non so scegliere quale faccia culinaria dell’isola mi sia piaciuta di più: dolce o salata? Il mio tour in 3 città: Palermo, Catania, Siracusa – più una inaspettata escursione nei dintorni di quest’ultima – aveva alcuni obiettivi gastronomici ma delle volte è stata una vera sorpresa. Ecco, tappa per tappa come è andata.
1. Palermo e l’Iris
Che emozione l’arrivo nella capitale siciliana! Volo Ryanair con equipaggio rumoroso (come al solito) ma molto simpatico. Scenette di colore tra improbabili visitatori milanesi e autisti locali (più tardi scoprirò che si tratta dello scontro tra la lentezza siciliana e la frenesia nordica) e immediate immersioni in ricordi cinematografici. Palermo è una città nazional-popolare come poche. Specie per la mia generazione, che è passata dalla stagione dell’infanzia a quella dell’adolescenza profondamente segnata dalla storia della città: le stragi di mafia, la ribellione dei palermitani, la rinascita e la lotta esplicita alla mafia. Vedere anche solo dal pullman la stele che ricorda la strage di Capaci, pensare che ci muoviamo sulla stess autostrada che nel ’92 saltò letteralmente in aria uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta è un’emozione indescrivibile di ricordi e di ideali, della storia di un uomo a cui sento di dovere tanto e che è stato fondamentale per la mia crescita come donna e come cittadina libera e consapevole. Ma Palermo è anche il set di tanti film amati come Johnny Stecchino. Impossibile stare in mezzo al traffico e non ripensare alla scena in cui lo zio di Stecchino dichiara a un esterreffatto Benigni-Dante in piena guerra di mafia che: “il problema di Palermo è il traffico”!
La città è maestosa, disgraziata ed elegante al tempo stesso ma non è questo il post per parlarne. Qui vi voglio parlare dell’iris. Scoperto solo di recente grazie al film di Pif “La mafia uccide solo d’estate”.
Avete presente la scena in cui il piccolo Arturo si ritrova al bar con Boris Giuliano e assaggia per la prima volta un dolce che lo stregherà?
Stesso effetto su di me (non più piccola ahimè), curiosità e determinazione: non lascio Palermo senza iris. E finalmente il gran giorno arrivò! Mi sono fidata dei consigli del web per cercare un bar pasticceria (che mi ricordava persino quello del film ma potrebbe essere stata una mia suggestione) che vendesse iris degni di essere chiamati tali.

Non l’ho riconosciuto all’inizio; non ricordavo che avesse un’estremità sporgente e pensavo fosse solo un bombolone gigante, invece era lui: bellissimo, ricoperto di zucchero a velo. Con le mani tremanti addento l’immensa pasta che ho tra le mani e no, non sono affatto delusa anzi. Il ripieno è fatto di una crema di ricotta meno dolce di quella del cannolo mischiata a delle gocce di colore scuro: cioccolato. La pasta è morbida e asciutta (era un’iris al forno) e io sono in estasi. Le dimensioni del dolce sono tali che nemmeno io riesco ad arrivare a metà e per fortuna! Infatti me lo porto dietro e così anche il giorno dopo potrò fare colazione con l’iris. Il dolce è stato creato da un pasticcere palermitano per celebrare la rappresentazione dell’iris di Pietro Mascagni. La prossima volta andrò ad onorarne la memoria direttamente nel suo locale.
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Sicilia da vivere
2. Catania e l’Arancino
Un po’ delusa dal corrispettivo femminile palermitano (non male ma troppo unta) ripongo tutte le mie speranze sugli arancini con la forma classica di cono che sembrano enormi certa che a Catania ne troverò di tutti i tipi. La scoperta della città etnea è anche una grande emozione. Mentre passeggio per le strade eleganti del suo centro storico, sperando di scorgere sempre il cappuccino innevato del magico vulcano, sento tutta la musica di Catania intorno a me. Penso che alcuni dei miei cantanti preferiti sono nati e cresciuti qui: Carmen Consoli, Mario Biondi, Gerardina Trovato e tanti altri. Deve esserci quindi una vibrazione speciale che cerco di catturare. In effetti Catania è davvero una città viva e soprattutto si mangia benissimo grazie anche ai consigli di Marcello. Mi concentro solo su una cosa, ma ho mangiato in modo sublime ovunque. Deve essere l’effetto dell’aria vulcanica che incontra quella del mare.
Veniamo dunque all’arancino. Prendo quello con pistacchi, spinaci, provola e prosciutto. Una scioglievolezza e un profumo intense incontrano il mio palato: sono morta! Il vero arancino siciliano non ero mai riuscita ad immaginarlo, questo va al di là di ogni mia aspettativa. Siamo in pieno centro sulla via Etnea. Ci sono arancini di ogni tipo, ne assaggio anche uno al ragù buono ma… il pistacchio per me è un’altra cosa. Catania tornerò, e non solo per gli arancini!
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3. Siracusa – Profumi di mare e terra
Ultima tappa del mio breve viaggio in Sicilia è Siracusa. Non ho obiettivi culinari rispetto a questa destinazione. Allora chiedo, cosa c’è di tipico da quelle parti? Mi dicono che le cose sono piü o meno quelle che trovo nel resto dell’isola.. Non sono soddisfatta e per fortuna passo un’intera giornata con dei siracusani doc, gli amici fotografi di slowmotion travel che conoscono bene il loro territorio.
Facciamo un’escursione in un posto selvaggio e delicato come la Riserva naturale di Vendicari, superiamo le coltivazioni di pomodoro pachino. Mi raccontano dell’estate, dell’odore del pomodoro arso dal sole e dell’aria rovente. Tutt’intorno il panorama si riempie di colori, limoni, arance, l’azzurro del mare.
A Marzamemi, delizioso borgo di pescatori sul mare (un po’ Dolce e Gabbana secondo uno dei nostri ospiti), visitiamo una succursale del paradiso. È un posto enorme dove vendono delizie e vere chicche dalla Sicilia. Mi butto sull’assaggio selvaggio: pomodori secchi in tutte le salse, confettati, dolci, aromatizzati. Assaggio patè di pesce spada. Mi dicono che la regina Elisabetta si rifornisca qui delle varie specialità a base di tonno, una vera prelibatezza. Intanto tra le decine di bottarghe presenti, scegliamo di portarci a casa quella di ricciola. Manca la bottarga di muggine che invece si trova solo in Sardegna!
Siamo a metà strada tra Siracusa e Modica e allora direi che possiamo fidarci della cioccolata che troviamo. Infatti è incredibilmente buona e profumata. Prima prendiamo quella all’arancia, poi un’altra, poi quella alla nocciola.

Arrivati in città al mercato di Ortigia mangeremo ottimi formaggi e salumi mentre la sera ci butteremo in una ricca cena di pesce con crostacei gratinati, spaghetti allo scoglio e frittura. Insomma dei tre giorni a Siracusa senza obiettivo mi porto dietro mille sapori.
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Qual è la cosa più buona che hai mangiato in Sicilia?

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La Sicilia è la casa del sole che profuma di Mediterraneo. Un’isola tra Europa e Africa, dove storia e modernità si fondono e la natura affascina con il mistero dei vulcani attivi più grandi d’Europa. La Trinachia è uno scrigno di tesori, tra archeologia, tradizioni popolari e città neo barocche. Cosmopolita e vibrante come Palermo, mitica come Siracusa, contemporanea come Catania. Dolce terra di contrasti e sapori di una gastronomia inconfondibile fatta di cannoli, agrumi, passito e cioccolata. Circondata da acque limpide e cristalline, la Sicilia invita ad entrare in simbiosi con il suo mare, a godere delle sue spiagge da sogno ed esplorare i suoi isolotti vulcanici con il vento in poppa. Qualunque sia la tua idea di vacanza, quest'isola ti saprà stupire in un migliaio di modi. Scoprila con Genteinviaggio.it!
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