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10 borghi abbandonati da non perdere in Italia

In Italia si trovano suggestivi borghi abbandonati da anni, a volte secoli, che meritano un viaggio e che portano il visitatore ad immergersi in un’atmosfera magica, fatta soprattutto di silenzio e dove la natura ha preso il sopravvento. Un’analisi dell’Istat del 2014 contava oltre 6000 paesi abbandonati. Alcuni di questi sono rinati, grazie ad investimenti di grandi imprenditori, vedi Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo scoperto da un manager svedese, Daniele Kihlgren, che se n’è innamorato e l’ha trasformato in albergo diffuso, o Solomeo, villaggio medievale in provincia di Perugia, diventato quartier generale del mecenate del cashmere Brunello Cucinelli. Altri tornano a nuova vita grazie ad iniziative culturali o dal basso, è il caso di Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza, antica cittadina arroccata su uno sperone roccioso in condizione di forte degrado, è stata ristrutturata da un gruppo di abitanti che ha deciso di comprare alcune case rendendole albergo diffuso. Un’iniziativa importante che oltre alla conservazione del borgo, alla tutela culturale e dell’ambiente, serve anche a mantenere viva una piccola economia locale e alcune professionalità artigianali che altrimenti sarebbero destinate a sparire.

Abbiamo selezionato 10 borghi abbandonati da non perdere in Italia, ma la lista è solo parziale e sarà presto aggiornata perché di ghost town da vedere ce ne sono veramente tante.

10 borghi abbandonati da mettere in wishlist

Pentedattilo – Calabria

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Di questo splendido borgo abbandonato vicino a Porto Salvo, in terra calabra, noi di Gente in Viaggio avevamo già parlato e vale la pena ricordarlo in questa classifica. Incastonato nelle montagne dell’Aspromonte (il nome deriva dai cinque spuntoni di roccia che lo sovrastano), nell’Ottocento fu teatro di un veloce spopolamento dovuto alla pericolosità dello sgretolamento della roccia che è giunto al “termine” intorno alla metà del XX° secolo. Oggi sta tornando in vita grazie all’apertura di botteghe artigiane e ad eventi culturali come il festival itinerante Paleariza e il Pentedattilo Film Festival.

Civita di Bagnoregio – Lazio

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Il suo soprannome la dice lunga: “La città che muore“. Isolata e raggiungibile soltanto attraverso un ponte costruito nel 1965 percorribile a piedi, Civita di Bagnoregio si trova nella valle dei Calanchi ed è la progressiva erosione della collina e della vallata che rischiano di far sparire questo splendido paese che fa parte dei Borghi più belli d’Italia. Passeggiando per le stradine in pietra è possibile ammirare case medievali, la chiesa di San Donato che si affaccia sulla piazza principale, un mulino del XVI secolo, la casa natale di San Bonaventura. Caratteristici e buoni i pochi ristoranti che si vi trovano, si consiglia la prenotazione.

Craco – Basilicata

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Scelta da molti registi come set dei loro film per la sua forza evocativa e i panorami mozzafiato. Qui Mel Gibson girò la scena dell’impiccagione di Giuda ne “La Passione di Cristo“. Craco ha fatto da sfondo anche a “Cristo si è fermato ad Eboli”  con l’attore Gian Maria Volonté, “Basilicata Coast to Coast” di Rocco Papaleo, “Nativity” di Catherine Hardwicke.  L’abbandono del paese cominciò nel 1963 a causa di smottamenti che fecero crollare molti edifici, fino al 1975 quando ormai non vi abitava più nessuno. Oggi, questo incantevole borgo riprende vita solo durante le visite guidate, infatti non è possibile aggirarsi tra i ruderi senza una guida, data la pericolosità delle mura degli edifici. E’ una visita emozionante, piena di fascino antico, di storia millenaria influenzata dalle antiche origini medioevali che ritroviamo nell’architettura di un borgo costruito con pietre e mattoni tagliati con maestria artigianale.

Valle Piola – Abruzzo

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Nel Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, sul versante nord-orientale di Monte Farina, a 1017 metri di altezza si trova Valle Piola. Un ammasso di pietre che formano quindici edifici disabitati dal 1977, tra i quali una chiesa del XIII secolo, fontane e un mulino. Abbandonati anche i circa sei ettari di verde che circondano il borgo. Il paese è molto isolato, si raggiunge attraverso una strada sterrata e una mulattiera e oggi si cercano compratori e investitori per ristrutturare il borgo e portarlo a nuova vita.

Consonno – Lombardia

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Adagiato sulle colline della Brianza, Consonno ha una storia incredibile e tragica allo stesso tempo. Fino al 1962 era un paese con 300 abitanti dedito all’agricoltura e alla raccolta delle castagne. Ma tutti i terreni e le case appartenevano alla società “Immobiliare Consonno Brianza” e nel 1962 la famiglia dell’imprenditore edile Mario Bagno acquistò tutte le quote societarie. Il paesino venne completamente demolito, eccetto la chiesa di San Maurizio, la canonica, una casa adiacente e il piccolissimo cimitero, e tutti gli abitanti costretti ad andarsene. Nelle intenzioni del ricco imprenditore c’era quella di costruire una sorta di città dei balocchi con un grande centro commerciale e di divertimento a poca distanza da Milano. Furono innalzati una galleria commerciale arabeggiante con minareto, che nell’ultimo piano ospitava dei piccoli appartamenti per le vacanze, una pagoda cinese, un castello medievale come porta di ingresso, oltre a un albergo di lusso, l’Hotel Plaza. Venne addirittura spianata la collina di fronte al paese per migliorare la vista panoramica verso il Resegone. Ma poi a causa di alcune frane che spazzarono via la nuova strada che la collegava con il centro di Olginate, il progetto cadde nell’oblio ancor prima di essere completata. Oggi è un paese fantasma, devastato e silenzioso.

Fabbriche di Careggine –  Toscana

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Un borgo medievale, in provincia di Lucca, scomparso dalle carte geografiche tra il 1947 e il 1953 quando la frazione (che contava 146 abitanti e 31 case), dopo il completamento della costruzione di una diga alta 92 metri, fu evacuata e sommersa dalle acque del torrente Edron, che hanno poi dato vita all’attuale lago di Vagli. La Chiesa di San Teodoro in stile romanico e le case in pietra del borgo dormono sul fondo del lago dagli anni ’50, ma ciclicamente si risvegliano dall’oblio. Ogni 10 anni, infatti, l’Enel prosciuga l’invaso per lavori di manutenzione della diga e Fabbriche di Careggine riemerge per qualche mese. È accaduto finora quattro volte: nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994, ultima occasione per vedere il paese fantasma, un evento che portò in Garfagnana un milione di turisti. Ora però sono 21 anni che non si svuota l’invaso e non si sa ancora se e quando verrà fatto.

Ingurtosu e Naracauli – Sardegna

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Due affascinanti villaggi minerari, nella zona di Arbus, vicino alla costa sud ovest della Sardegna. Le attività estrattive di argento, piombo e zinco della cava erano iniziate nel 1855, ed hanno raggiunto il loro apice all’inizio del XX secolo. Poi, durante la seconda guerra mondiale sono iniziati i primi problemi fino al 1968 quando la miniera fu chiusa. Ingurtosu è un monumento di archeologia industriale mineraria e rientra nel Parco Geominerario Storico e Ambientale della Regione Sardegna e il villaggio dove risiedevano operai e tecnici è semidiroccato e quasi deserto. Riprende un po’ di vita durante l’estate con il passaggio dei turisti. Su tutto domina il Castello, come veniva chiamato il palazzo della direzione, costruito intorno al 1870 in un insolito e pittoresco stile neomedievale.

California di Gosaldo – Veneto

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Questo borgo, frazione di Gosaldo, nacque a metà dell’Ottocento intorno ad un’osteria che si chiamava appunto “Alla California” e che si riferiva all’americana corsa all’oro che tanto aveva reso famoso lo stato USA. Qui fu scoperto un giacimento di mercurio che contribuì all’apertura di una miniera prima e alla costituzione del nucleo abitativo poi. Ma l’esaurimento delle risorse minerarie gettò il borgo in profonda crisi, molte furono le persone che emigrarono alla ricerca di fortuna. I restanti puntarono tutto sul turismo trasformando la locanda in un albergo. Tutto però si fermò la notte del 4 novembre 1966. Il diluvio dei giorni precedenti fece aumentare a dismisura la portata d’acqua del torrente Mis e del Gosalda che si univano proprio in corrispondenza dell’abitato. La piena spazzò via completamente California e provocò gravissimi danni lungo tutta la Valle del Mis, compresa la distruzione in più punti della strada che conduceva in paese. Oggi la natura si è rimpossessata delle case e gli escursionisti in visita al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi spesso passano a dare un’occhiata a questa città fantasma.

San Pietro – Campania

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Il borgo di origine medievale al confine tra Campania e Lazio, in provincia di Caserta, fu distrutto dopo 15 giorni di bombardamenti nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. Le immagini dei tristi momenti della guerra furono ritratte, proprio in questo luogo, da Jhon Huston nel suo documentario “The Battle of San Pietro” e il paese ha accolto le scene del film “La Grande Guerra” di Mario Monicelli. Oggi è possibile visitare il Parco della memoria storica e il Museo con una visita guidata per le viette del comune insignito della medaglia d’oro al valore civile.

Palcoda – Friuli Venezia Giulia

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Un borgo abbandonato nelle prealpi Carniche, situato nell’alta valle del torrente Chiarzò, raggiungibile solamente attraverso dei sentieri che partono da Tramonti di Sotto e da Campone. Frequentato già nel Quattrocento da pastori che la usavano come luogo di ristoro, solo nel Settecento Palcoda si trasformò in un vero e proprio borgo che viveva principalmente di agricoltura, commercio di cappelli di paglia e allevamento. Durante il primo dopoguerra iniziò la crisi e i già pochi abitanti del luogo decisero di emigrare. Negli anni Venti del Novecento il paese venne del tutto abbandonato anche se nel corso della II Guerra Mondiale divenne posto ideale per il rifugio di alcuni gruppi partigiani grazie alla sua difficile accessibilità.

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Sara Sbaffi

Romana, classe 1982. Giornalista pubblicista dal 2009. Appassionata di viaggi ed enogastronomia. Collaboro con le Guide di Repubblica e il Trovaroma.


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Ambra
Ambra
2 anni fa

La meravigliosa Pentidattilo è stata sfregiata dagli interventi di riqualifica, condotti grazie ai soldi europei e affidati a ragazzini SCOUT VOLONTARI (testimonianza diretta).
Come spesso accade in Calabria e in tutta Italia, i soldi vengono mangiati e i lavori vengono eseguiti alla buona, senza seguire un’idea fondante e senza effettuare ricerca.
Avrei amato un recupero conservativo che rispettasse il luogo, i materiali, un’estetica intelligente e di qualità; un risveglio delle attività che non coincidesse con l’apertura di boutique di souvenir stereotipi.
Pentidattilo rimane comunque un luogo meraviglioso. Chissà ancora per quanto

agnese-illbrightback
agnese-illbrightback
7 anni fa

Articolo molto interessante, mi piacciono molto i borghi abbandonati perché, anche se ti si stringe un po’ il cuore, sono luoghi davvero affascinanti. Io ti segnalo il “borgo fantasma” Toiano delle Brota, non lontano da Palaia in provincia di Pisa: è un borgo medievale totalmente abbandonato, anche geograficamente (raggiungerlo è un’impresa), legato alla leggenda della Bella Elvira. Ne hai mai sentito parlare? Qualcuno dice che ci abiti ancora un’unica persona (coraggiosa!), altri che ci abitino due senzatetto, fratelli, ma che non si parlano più! 🙂

bepposimo
bepposimo
7 anni fa

Sono stato proprio lo scorso Gennaio 2015 a Civita di Bagnoregio, vicino ad Orvieto, grazie ad un premio vinto con la community! é un posto bellissimo, a dir poco magico e purtroppo non si sa quanto rimmarrà ancora in vita…purtroppo si trova su di una roccia che con l’andare del tempo, dei giorni e degli anni, va via via sgretolandosi…però devo dire che non si tratta di un borgo abbandonato…anzi, ci vivono delle persone, ci si trova una bella chiesa, un bar, un negozio di souvenir e si possono prendere in affitto anche delle casette!!!! Una volta nella vita, bisogna… Leggi il resto »

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